Fra i segni “-” del bilancio del gruppo Bmw, ce n’è uno di cui il Ceo Oliver Zipse può andare orgoglioso: “Sulla base dei calcoli interni, le emissioni della nostra flotta sono scese per la prima volta sotto i cento grammi per chilometro nel ciclo di omologazione Wltp”, assicura. Nel corso del 2024 la riduzione delle CO2 dei veicoli di nuova immatricolazione in Europa è stata di oltre 30 grammi, fa sapere il numero uno della casa bavarese.

Il merito è da ascrivere non solo all’efficienza della gamma, ma anche alla quota delle auto elettriche sul totale commercializzato, che lo scorso anno ha raggiunto il 17% per il gruppo ed è stata di quasi il 25% per Mini e di un terzo per Rolls-Royce. Le vendite sono cresciute del 13,5% a 426.536 unità a fronte di un calo dei volumi complessivi del 4%, 2,25 milioni.

“Molti altri costruttori, inclusi alcuni che producono solo auto elettriche, hanno registrato un calo, mentre noi abbiamo contabilizzato una crescita”, informa Zipse. Nel futuro del gruppo ci sono soprattutto l’attesa iX3, il primo modello realizzato sull’architettura Neue Klasse che tra le altre cose promette più efficienza e più autonomia, e 40 veicoli nuovi (inclusa una berlina sportiva promessa per il 2026) o aggiornati entro il 2027 accomunati da “cluster tecnologici implementati progressivamente per l’intero portafoglio”. La iX3 andrà in produzione entro la fine dell’anno in Ungheria, nello stabilimento di Debrecen, il primo del gruppo a costruire esclusivamente veicoli completamente elettrici. Nel 2025 il gruppo raggiungerà due traguardi: i 3 milioni di veicoli elettrificati del gruppo su strada dal debutto delle i3 e i8 e il milione e mezzo di auto 100% elettriche.

Il Ceo ha anticipato che fra tre anni, nel 2028, Bmw sarà il “primo costruttore premium a lanciare un veicolo di serie a celle a combustibile, offrendo ai clienti un’altra opzione di propulsione a zero emissioni”. La casa dell’Elica aveva già fatto provare i prototipi della iX5 a idrogeno frutto della cooperazione con Toyota in una sorta di passerella planetaria.

Il gruppo ha archiviato il 2024 con ricavi che hanno sfiorato i 140,4 miliardi di euro, in flessione dell’8,54, e un risultato operativo prima delle imposte di quasi 11 miliardi, diminuito del 35,8%. Il margine non è più doppia cifra perché è scivolato dall’11% dell’esercizio 2023 al 7,7 di quello dello scorso anno. L’utile netto è stato di 7,678 miliardi (-36,9%). I vertici proporranno all’assemblea una cedola di 4,3 euro per le azioni ordinarie e di 4,32 per le privilegiate, contro i 6 e 6,02 dell’ultima tornata (-28%). La quota rispetto all’utile è tuttavia più alta rispetto ai dividendi pagati lo scorso anno, che rappresentavano il 33,7% dei profitti, mentre quest’anno il 36,7%.

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