di Rete dei Santuari di Animali Liberi*
E’ una giornata piena di sole.
Ma Magnolia non lo sa.
Non ci presta attenzione.
Non le interessa.
Volge i pensieri altrove.
Leggeri. Umidi. Come il profumo del prato che si sta risvegliando attorno.
Come il suo naso. A forma di cuore.
Come le sue setole argentate e profumate di liquerizia.
Luminosi, spuntano i fiori.
Non potete vederli da dove siete voi, oltre il cancello.
Ma sono tanti e piccoli.
Prevalentemente gialli, anche se, in qualche punto, si affacciano i bianchi.
Ed esplodono gli azzurri.
Gli alberi sono in fiore,
tutto l’incanto di questo momento è solo per gli animali rifugiati,
che grufolano o brucano, indefessi, imperturbabili.
E’ solo per i pochi di noi, che continuano ad essere qua, giorno dopo giorno,
nonostante la peste, la chiusura dei nostri rifugi al pubblico e tutte le restrizioni.
L’erba è di un verde brillante. Quasi abbaglia gli occhi.
Il fango, che in inverno dilaga, oggi, per un istante, arretra, sospeso.
Il terreno si asciuga, respira, dopo giorni di pioggia.
Le sparute betulle costruiscono, a fatica, ciò che, a breve, sarà ombra,
e vento, mentre le siepi fioriscono bocci, insetti e piccoli uccelli.
Lombrichi e altra minuscola vita, sotto l’erba, si arricciolano su se stessi e scompaiono inghiottiti da mondi sotterranei.
Il ragno è tornato, nell’angolo della casetta dei maiali.
Tesse trame tremule, argentate, lucenti di sole.
Marlena scava placida.
Magnolia sbadiglia a GiulioNeri.
Un topino sbuca dal fieno.
Duchessa insegue Loki, il maiale dio dell’inganno.
Per sempre.
Come se non volesse perderne i passi.
Come se le mancasse l’aria se non lo facesse.
Si appoggia a lui. Con una gazza ladra posata sulla schiena
Mentre tutto è fermo.
E in pace.
Pare impossibile che altrove il mondo proceda al contrario.
Pressoché ignaro della nostra esistenza.
Di Magnolia, Marlena, Duchessa, dei maiali, di noi.
Di come gira qui.
Nel sottosopra. Dove tutto è capovolto.
Dove gli abitanti vivono solo per loro stessi.
Non per essere trasformati in qualcosa.
E ogni cosa avanza al contrario.
Come a testa in giù.
Anche se a noi sembra sempre il verso giusto.
E l’unico in cui possiamo procedere.
Perché i maiali da noi tornano ad essere persone, uniche al mondo.
Si innamorano, sognano, litigano, immaginano.
Esprimono contrarietà e dissenso.
Scavano il terreno, esplorano ogni angolo del rifugio, dissotterrano tesori nascosti, recitano avventure straordinarie.
Rotolano sassi, distruggono mondi, costruiscono, reinventano e progettano l’ambiente come a loro piace.
Incuranti di noi e del nostro stupore ad ogni scoperta, ad ogni nuova buca o recinzione distrutta, o casetta danneggiata.
In ogni istante fanno ciò che a loro pare, fanno i loro porcikomodi.
Scelgono di chi essere amici.
Per chi provare tenerezza. Con chi aver da ridire.
Si perdono nei pensieri, arricciando quel cuore umido che hanno per naso.
Guardando verso orizzonti sconosciuti.
Scrutando, con il muso all’insù, una stella lontana dove forse credono finiscano i maiali perduti e passati.
Al che i pensieri rotolano, molli, fuori dalla casetta fino alle sponde oscure della pozza di fango.
E restano sospesi come soffici cespugli.
Così scorre la vita qui, oltre il cancello, a bordo di quell’arca straordinaria che sono i santuari, fluttuanti in un mare disperato, violento e crudele, aggrappati come naufraghi a quel che resta del mondo possibile.
Essi, inconsapevoli, immobili, placidi, resistono. Al riparo dal vento.
Asserragliati al sicuro.
Nel rifugio. Che protegge come una barricata.
Una bandiera percossa dal vento. Un corteo.
Un’idea. Come un bisbiglio.
O come noi.
Che, ancora, cerchiamo nel buio, parole celesti di luce di stella.
Sperimentiamo la resilienza.
E veniamo, ancora, sopraffatti, di fronte a tanta strabiliante bellezza.
* La Rete dei Santuari di Animali Liberi è un network che riunisce e coordina rifugi per animali così detti da reddito, scampati all’industria della carne. Attualmente conta 26 santuari aderenti, disseminati per tutto il Paese, isole comprese. In essi, in questo preciso momento, risiedono più di 3400 animali, liberati dalla politica di dominio che agisce sugli animali nella nostra società e dall’industria zootecnica. I santuari della Rete non sono solo semplici rifugi. Sono antispecisti. Antifascisti. Per tanto si trasformano in spazi politici di resistenza, pace e libertà, in cui ogni animale torna ad essere ciò che è: ovvero una persona. Un individuo, unico al mondo.
Nei santuari si pratica la Cura e ha luogo un’economia al contrario, in cui quelli che, da tutto il mondo, sono considerati animali da reddito, diventano animali da “debito”, in quanto cessano di creare profitto e devono essere mantenuti (per cui costituiscono un impegno, un debito) da chi gestisce i santuari. E, così, gli animali che, per millenni di domesticazione, sono stati costretti a lavorare per l’uomo, si riposano e sono gli umani a lavorare per loro.
www.anmaliliberi.org, ig@retedeisantuari_official, fb @retesantuari
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Per chi ha qualcosa da dire
Ambiente & Veleni
I maiali da noi tornano ad essere persone, uniche al mondo
di Rete dei Santuari di Animali Liberi*
E’ una giornata piena di sole.
Ma Magnolia non lo sa.
Non ci presta attenzione.
Non le interessa.
Volge i pensieri altrove.
Leggeri. Umidi. Come il profumo del prato che si sta risvegliando attorno.
Come il suo naso. A forma di cuore.
Come le sue setole argentate e profumate di liquerizia.
Luminosi, spuntano i fiori.
Non potete vederli da dove siete voi, oltre il cancello.
Ma sono tanti e piccoli.
Prevalentemente gialli, anche se, in qualche punto, si affacciano i bianchi.
Ed esplodono gli azzurri.
Gli alberi sono in fiore,
tutto l’incanto di questo momento è solo per gli animali rifugiati,
che grufolano o brucano, indefessi, imperturbabili.
E’ solo per i pochi di noi, che continuano ad essere qua, giorno dopo giorno,
nonostante la peste, la chiusura dei nostri rifugi al pubblico e tutte le restrizioni.
L’erba è di un verde brillante. Quasi abbaglia gli occhi.
Il fango, che in inverno dilaga, oggi, per un istante, arretra, sospeso.
Il terreno si asciuga, respira, dopo giorni di pioggia.
Le sparute betulle costruiscono, a fatica, ciò che, a breve, sarà ombra,
e vento, mentre le siepi fioriscono bocci, insetti e piccoli uccelli.
Lombrichi e altra minuscola vita, sotto l’erba, si arricciolano su se stessi e scompaiono inghiottiti da mondi sotterranei.
Il ragno è tornato, nell’angolo della casetta dei maiali.
Tesse trame tremule, argentate, lucenti di sole.
Marlena scava placida.
Magnolia sbadiglia a GiulioNeri.
Un topino sbuca dal fieno.
Duchessa insegue Loki, il maiale dio dell’inganno.
Per sempre.
Come se non volesse perderne i passi.
Come se le mancasse l’aria se non lo facesse.
Si appoggia a lui. Con una gazza ladra posata sulla schiena
Mentre tutto è fermo.
E in pace.
Pare impossibile che altrove il mondo proceda al contrario.
Pressoché ignaro della nostra esistenza.
Di Magnolia, Marlena, Duchessa, dei maiali, di noi.
Di come gira qui.
Nel sottosopra. Dove tutto è capovolto.
Dove gli abitanti vivono solo per loro stessi.
Non per essere trasformati in qualcosa.
E ogni cosa avanza al contrario.
Come a testa in giù.
Anche se a noi sembra sempre il verso giusto.
E l’unico in cui possiamo procedere.
Perché i maiali da noi tornano ad essere persone, uniche al mondo.
Si innamorano, sognano, litigano, immaginano.
Esprimono contrarietà e dissenso.
Scavano il terreno, esplorano ogni angolo del rifugio, dissotterrano tesori nascosti, recitano avventure straordinarie.
Rotolano sassi, distruggono mondi, costruiscono, reinventano e progettano l’ambiente come a loro piace.
Incuranti di noi e del nostro stupore ad ogni scoperta, ad ogni nuova buca o recinzione distrutta, o casetta danneggiata.
In ogni istante fanno ciò che a loro pare, fanno i loro porcikomodi.
Scelgono di chi essere amici.
Per chi provare tenerezza. Con chi aver da ridire.
Si perdono nei pensieri, arricciando quel cuore umido che hanno per naso.
Guardando verso orizzonti sconosciuti.
Scrutando, con il muso all’insù, una stella lontana dove forse credono finiscano i maiali perduti e passati.
Al che i pensieri rotolano, molli, fuori dalla casetta fino alle sponde oscure della pozza di fango.
E restano sospesi come soffici cespugli.
Così scorre la vita qui, oltre il cancello, a bordo di quell’arca straordinaria che sono i santuari, fluttuanti in un mare disperato, violento e crudele, aggrappati come naufraghi a quel che resta del mondo possibile.
Essi, inconsapevoli, immobili, placidi, resistono. Al riparo dal vento.
Asserragliati al sicuro.
Nel rifugio. Che protegge come una barricata.
Una bandiera percossa dal vento. Un corteo.
Un’idea. Come un bisbiglio.
O come noi.
Che, ancora, cerchiamo nel buio, parole celesti di luce di stella.
Sperimentiamo la resilienza.
E veniamo, ancora, sopraffatti, di fronte a tanta strabiliante bellezza.
* La Rete dei Santuari di Animali Liberi è un network che riunisce e coordina rifugi per animali così detti da reddito, scampati all’industria della carne. Attualmente conta 26 santuari aderenti, disseminati per tutto il Paese, isole comprese. In essi, in questo preciso momento, risiedono più di 3400 animali, liberati dalla politica di dominio che agisce sugli animali nella nostra società e dall’industria zootecnica. I santuari della Rete non sono solo semplici rifugi. Sono antispecisti. Antifascisti. Per tanto si trasformano in spazi politici di resistenza, pace e libertà, in cui ogni animale torna ad essere ciò che è: ovvero una persona. Un individuo, unico al mondo.
Nei santuari si pratica la Cura e ha luogo un’economia al contrario, in cui quelli che, da tutto il mondo, sono considerati animali da reddito, diventano animali da “debito”, in quanto cessano di creare profitto e devono essere mantenuti (per cui costituiscono un impegno, un debito) da chi gestisce i santuari. E, così, gli animali che, per millenni di domesticazione, sono stati costretti a lavorare per l’uomo, si riposano e sono gli umani a lavorare per loro.
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Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".