L’Italia si conferma un Paese dai mille paradossi: i lavoratori del settore cine-audiovisivo sono allo stremo ed organizzano settimana dopo settimana manifestazioni e proteste… il meccanismo di sostegno del settore attraverso il “tax credit” resta paralizzato dopo che il Tar del Lazio ha rimandato dal 4 marzo al 27 maggio le proprie decisioni sulla riforma della “Legge Franceschini” del 2016… non è stato ancora approvato il cosiddetto “piano di riparto” dei 696 milioni di euro previsti nel bilancio 2025 del Ministero della Cultura a favore del cinema e dell’audiovisivo… e si sviluppa l’indagine della Procura di Roma rispetto ad usi ed abusi del “tax credit” cine-audiovisivo, a seguito dell’esposto presentato dall’avvocato Michele Lo Foco, unica voce critica all’interno del Consiglio Superiore del Cinema e Audiovisivo (il Csca è il massimo organo di consulenza del Mic).

Nonostante questo scenario inquietante, la Sottosegretaria delegata, la sempre entusiasta senatrice leghista Lucia Borgonzoni, continua a sorridere come se nulla fosse, e, anzi, giovedì mattina, nella sede romana della Stampa Estera in Italia, ha annunciato un’altra iniziativa… spettacolare: un nuovo festival (se ne sentiva la necessità?!) dedicato alla fiction seriale internazionale (anche se quel poco che è stato annunciato del programma evidenzia il carattere prevalentemente locale cioè nazionale ovvero provinciale della kermesse). Si chiamaItalian Global Series Festival e si pone come “il Festival internazionale delle serie tv”.

Paradossale: un’altra iniziativa promozionale ed autoreferenziale, lustrini & “red carpet”, a fronte della semi-paralisi in atto: come dire? Un po’ à la Maria Antonietta: non c’è più pane, ché il popolo mangi le brioche! Non c’è più lavoro?! suvvia! Ché i lavoratori si siedano davanti ad uno schermo (sperando in tempi migliori?!).

Quel che appare un paradosso nel paradosso è che questo nuovo festival – secondo quanto mi riferiscono fonti qualificate – abbia un budget di circa 3 milioni di euro, di cui 2 milioni provengono dal Ministero della Cultura, che li affida alla società pubblica Cinecittà spa, la quale li assegna – discrezionalmente – all’associazione dei produttori privati, l’Apa.

In questo curioso giro (una sorta di gioco delle 3 carte?!), emerge anzitutto che la Presidente di Cinecittà, Chiara Sbarigia (amica e prima consigliera della Sottosegretaria), è al tempo stesso Presidente dell’Associazione dei Produttori Audiovisivi (Apa). E questo latente conflitto di interessi – o comunque evidente inopportunità – viene benedetto (anzi addirittura promosso?!) dalla stessa Sottosegretaria Borgonzoni. La quale forse non a caso decide che le “location” per il nuovo festival saranno proprio Rimini e Riccione, ovvero il suo collegio elettorale nella sua fallita corsa alla presidenza della Regione Emilia-Romagna cinque anni fa.

E sarà proprio nuovamente l’Emilia il territorio della futura competizione elettorale, dato che alcuni politologi prevedono che sarà nuovamente Borgonzoni a guidare la coalizione del centro-destra alle prossime edizioni regionali, nonostante il flop del gennaio 2020 (Borgonzoni, con il 44% dei voti, venne sconfitta dal “dem” Stefano Bonaccini, che ottenne il 51 %). Come dire?! Si semina per tempo (le prossime elezioni sono previste – fatti salvi avversi accadimenti – per il 2029).

In conferenza stampa, erano seduti al tavolo la Presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia ma con il cappello di Presidente Apa, la Sottosegretaria Borgonzoni, il Direttore del Festival Marco Spagnoli, l’attore e regista Carlo Verdone, il Presidente della Regione Emilia Michele De Pascale (subentrato a fine 2024 al collega “dem” Stefano Bonaccini; ha ottenuto il 57% dei voti a fronte del 40% di Elena Ugolini del centro-destra). In prima fila, l’Amministratrice Delegata di Cinecittà Manuela Cacciamani, “in quota” Fratelli d’Italia ovvero Arianna Meloni (già alla guida della One More Pictures).

Diverte osservare che Cinecittà non è mai stata citata, anche se è proprio attraverso la società pubblica controllata al 100% dal Collegio Romano che passano i danari che il Ministero assegna per questa iniziativa privata: Cinecittà alias Sbarigia li destina poi all’Apa, alias Sbarigia stessa. Un intreccio di interessi veramente curioso, tra “pubblico” e “privato”, nella “triangolazione” Mic/Cinecittà/Apa. Ed in totale assenza di trasparenza.

Nessuno ha domandato quanto costi il festival, e nessuno dei promotori ne ha parlato (forse per evitare il rischio di autogol?!). È stato citato quasi “en passant” il sostegno del Ministero (in prima fila, Nicola Borrelli, da oltre dieci anni Direttore Generale Cinema e Audiovisivo) e finanche della Siae (ente pubblico economico a base associativa, presieduto dal potente Salvo Nastasi, già Segretario generale del Mic).

Ad una domanda della giornalista Chiara Ugolini (per la Repubblica) sulla crisi del settore cine-audiovisivo, la Sottosegretaria Borgonzoni non ha risposto, perché andata via prima della conclusione della conferenza (la comunicazione del festival è stata affidata da Apa alla Comin & Partner) ed è intervenuta, a mo’ di “supplente” o “delegata” (comunque… a che titolo?) giustappunto Chiara Sbarigia. Insomma, non si capisce se ha risposto “per delega” come Presidente di Cinecittà spa o della privata Associazione dei Produttori Audiovisivi. O come prima consigliera della Sottosegretaria.

Chiara Sbarigia ha sostenuto che non è vero che il settore cine-audiovisivo in crisi, e che le risultano che siano attivi attualmente “38 set”. Un dato che – se decontestualizzato da una analisi di scenario e dalla serie storica – non ha alcuna significatività. Insomma, tutto va bene: evidentemente anche i lavoratori che protestano sono “menzogneri”, termine utilizzato qualche settimana fa dalla Sottosegretaria leghista per apostrofare chi ha il coraggio di denunciare la situazione critica del settore.

Tutto tace, sul fronte politico: l’unico che continua ad intervenire con costanza è il deputato Gaetano Amato (Movimento 5 Stelle), che chiede al ministro Alessandro Giuli (Fratelli d’Italia) di intervenire in prima persona e ribadisce la richiesta di dimissioni della Sottosegretaria leghista. Ha commentato Amato: “Non paga del disastro di cui si sta rendendo protagonista da quando – ahinoi – siede sulla poltrona di Sottosegretaria con delega al cinema, Lucia Borgonzoni ha il coraggio di dichiarare che ‘sul tax credit tutto a posto, procediamo a breve’. Bene, allora venga a dirlo direttamente a chi da oltre un anno lotta per sopravvivere nel settore audiovisivo. Parli con le vere associazioni, non solo con quelle vicine ai suoi amici (Apa ed Anica in primis, n.d.r.), e smetta di speculare sulla pelle di chi non sa più come andare avanti”.

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