La sopravvivenza dell’Europa dipende dai nostri giovani, non dalle armi
Dal 2020 ad oggi, il mondo degli umani, esseri che si autodefiniscono sapiens sapiens, ha accelerato notevolmente i propri rischi di autodistruzione. In un folle crescendo, siamo passati dallo stato di choc globale della pandemia alla guerra in Europa, all’incendio del Medio Oriente e dell’Africa, fino alla seconda spettacolare ascesa al declinante potere imperiale americano da parte di Donald Trump, fonte di nuovi scenari e nuove inquietudini per tutti.
In fondo al tunnel in cui ci hanno scagliati a tutta velocità, lo vediamo, c’è un enorme muro di cemento armato.
The Last dawn (Nuclear Cockfight). Enrico Muratore Aprosio (EMA), 2022
Per evitare di schiantarci tutti, guidatori compresi, dobbiamo frenare al più presto. Fare retromarcia, uscire dal tunnel. E poi prendere, collettivamente, una direzione diversa.
Il ritorno di Trump sconvolge le carte in America, in Occidente e nel mondo. Ci dobbiamo interrogare su dove ci porterà il cambiamento in atto; nel breve termine, Trump ha per lo meno permesso l’avvio di un dialogo russo-americano, dove al posto delle armi parla infine la diplomazia, spietata ed affaristica quanto vogliamo, ma sempre meglio dello scontro frontale tra le due principali potenze atomiche verso il quale stavamo avvicinandoci.
Aspettando di vedere come si svilupperanno i rapporti tra Putin e Trump, dopo tre anni di guerra, un milione di morti e la perdita di 20% del territorio ucraino, bisognerebbe ora adoperarsi per fermare l’inutile massacro di giovani uomini e di civili innocenti e aprire negoziati tra Russia, America, Ucraina e le altre parti, Europa compresa, per ottenere garanzie di sicurezza reciproca, ma anche per rilanciare la cooperazione internazionale e il commercio.
Stress is the enemy. Enrico Muratore Aprosio (EMA), 2020
Invece, i leader europei decidono di farla loro, da soli e in barba a Trump, questa guerra alla Russia. Non riuscendo a concepire un’Europa dove non piovano le bombe, le loro parole d’ordine sono il riarmo e il militarismo. Tutto ciò anche se questa guerra, evitabile fin dall’inizio, è già persa, e anche se la Russia dispone non solo di un grande esercito, ben rodato e pronto a riceverci, di una industria bellica che, secondo il Segretario Generale della Nato Rutte, “produce in 3 mesi le armi Nato di un anno”, per di più spendendo meno di noi; ma, least but not last, anche del principale arsenale nucleare mondiale.
Visto che gli Usa sostituiscono, per il momento, la guerra a forza di bombe con quella economica, tecnologica e commerciale, noi europei potremmo provare a dire la nostra: il Pil dei 27 paesi dell’Ue, 17,1 trilioni di euro, non è così lontano dai Pil della Cina (19,3 trilioni di dollari), e degli Usa (23,5 trilioni). L’Ue dovrebbe destinare le proprie risorse, sia umane che finanziarie, per rilanciare l’industria, il commercio, l’economia e l’occupazione, le infrastrutture, la scuola, l’università, la ricerca nel campo delle tecnologie avanzate, la sanità pubblica ecc. E invece ci sfileranno 800 miliardi di euro dalle tasche per comprare armi.
Armi che non creeranno lavoro a casa nostra, visto che gran parte dei soldi finirà in America (nel 2024 oltre il 60% delle importazioni di armamenti in Europa, più che raddoppiate dall’inizio della guerra in Ucraina5, veniva dagli Usa), e che non ci proteggeranno in nessun modo; e che, anzi, raderanno al suolo i settori chiave per il rilancio dell’Europa: educazione, università, ricerca, salute, lavoro, casa, stato sociale. Tanto masochismo sarebbe ridicolo, se non fosse tragico.
Fatal Eggs. Enrico Muratore Aprosio (EMA), 2023
Ci si chiede quali siano i riferimenti storici e culturali dei responsabili di queste decisioni; se sanno come finirono altri eserciti europei, pur meno disorganizzati degli attuali, quando tentarono, in passato, la stessa impresa. Nel 1812, Napoleone aveva almeno guidato di persona le sue armate in Russia; Hitler preferì nascondersi nel bunker, ma ciò non gli evitò una brutta fine. Che faranno ora questi uomini e queste donne che ci vogliono portare in guerra? Condurranno personalmente le loro sturmtruppen al fronte, spediranno i loro figli in prima linea? O manderanno i figli di chi? Degli squattrinati italiani, francesi, tedeschi, reintroducendo la leva obbligatoria? Manderanno i disoccupati e gli immigrati?
Chi avrà i soldi manderà i propri figli a svernare altrove, regalando risorse giovani e spesso qualificate ad altri paesi meno suicidi dei nostri; mentre quelli che non hanno i soldi per tagliare la corda, andranno a difendere la patria, non si sa bene quella di chi nell’Europa dei 27.
Nel decennio che precedette la Seconda guerra mondiale, che perdemmo lo stesso, il 55% degli italiani aveva meno di 25 anni: i maggiori di 65 non superavano il 7%, e la nostra età media era di 29 anni. Nel 2024 ha raggiunto i 48,7, il che fa degli italiani i più vecchi d’Europa (la media Ue è di 44,7 anni). Quasi un quarto ha più di 65 anni, più degli under 25 (il 23-24% del totale contro il 26-27% in Europa).
Se prima della Seconda guerra mondiale in Europa c’erano 8-10 giovani per ogni anziano, oggi c’è un anziano per ogni giovane. L’Italia ha la più bassa incidenza di under 35 in Europa. Nel 2023, 10,2 milioni di italiani avevano tra i 18 e i 34 anni, oltre 3 milioni (23,2%) in meno del 20028. Ma i giovani sono diminuiti in tutta l’Ue: nel 2020, i 15-29 anni erano solo un sesto della popolazione (73,6 milioni su 447,39), e i 18-34 anni meno di un quinto% (17,5% in Italia).
E mentre a noi invecchiati europei viene proposta come unica soluzione il fine-vita collettivo, i cinesi, gli indiani e le altre economie emergenti formano ogni anno schiere di giovani ingegneri, medici, scienziati, ricercatori. Tra europei e americani, siamo poco più del 13% degli 8 miliardi di persone che compongono la popolazione mondiale; i nostri principali competitor, i nove paesi che compongono al momento i Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica; Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia e Iran), non solo hanno, a fine 2024, un Pil complessivo di 29 trilioni di dollari (27,94% dell’economia globale), superiore a quello americano; ma rappresentano metà della popolazione del pianeta, quattro miliardi di persone la cui età media è di trent’anni.
Se non capiamo in fretta che sono i nostri giovani, non certo le armi, la più preziosa risorsa in cui dobbiamo investire, non ci sarà futuro né per l’Italia né per l’Europa.
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La Redazione
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
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Enrico Muratore Aprosio
Esperto in diritti umani e artista
Società - 15 Marzo 2025
La sopravvivenza dell’Europa dipende dai nostri giovani, non dalle armi
Dal 2020 ad oggi, il mondo degli umani, esseri che si autodefiniscono sapiens sapiens, ha accelerato notevolmente i propri rischi di autodistruzione. In un folle crescendo, siamo passati dallo stato di choc globale della pandemia alla guerra in Europa, all’incendio del Medio Oriente e dell’Africa, fino alla seconda spettacolare ascesa al declinante potere imperiale americano da parte di Donald Trump, fonte di nuovi scenari e nuove inquietudini per tutti.
In fondo al tunnel in cui ci hanno scagliati a tutta velocità, lo vediamo, c’è un enorme muro di cemento armato.
Per evitare di schiantarci tutti, guidatori compresi, dobbiamo frenare al più presto. Fare retromarcia, uscire dal tunnel. E poi prendere, collettivamente, una direzione diversa.
Il ritorno di Trump sconvolge le carte in America, in Occidente e nel mondo. Ci dobbiamo interrogare su dove ci porterà il cambiamento in atto; nel breve termine, Trump ha per lo meno permesso l’avvio di un dialogo russo-americano, dove al posto delle armi parla infine la diplomazia, spietata ed affaristica quanto vogliamo, ma sempre meglio dello scontro frontale tra le due principali potenze atomiche verso il quale stavamo avvicinandoci.
Aspettando di vedere come si svilupperanno i rapporti tra Putin e Trump, dopo tre anni di guerra, un milione di morti e la perdita di 20% del territorio ucraino, bisognerebbe ora adoperarsi per fermare l’inutile massacro di giovani uomini e di civili innocenti e aprire negoziati tra Russia, America, Ucraina e le altre parti, Europa compresa, per ottenere garanzie di sicurezza reciproca, ma anche per rilanciare la cooperazione internazionale e il commercio.
Invece, i leader europei decidono di farla loro, da soli e in barba a Trump, questa guerra alla Russia. Non riuscendo a concepire un’Europa dove non piovano le bombe, le loro parole d’ordine sono il riarmo e il militarismo. Tutto ciò anche se questa guerra, evitabile fin dall’inizio, è già persa, e anche se la Russia dispone non solo di un grande esercito, ben rodato e pronto a riceverci, di una industria bellica che, secondo il Segretario Generale della Nato Rutte, “produce in 3 mesi le armi Nato di un anno”, per di più spendendo meno di noi; ma, least but not last, anche del principale arsenale nucleare mondiale.
Visto che gli Usa sostituiscono, per il momento, la guerra a forza di bombe con quella economica, tecnologica e commerciale, noi europei potremmo provare a dire la nostra: il Pil dei 27 paesi dell’Ue, 17,1 trilioni di euro, non è così lontano dai Pil della Cina (19,3 trilioni di dollari), e degli Usa (23,5 trilioni). L’Ue dovrebbe destinare le proprie risorse, sia umane che finanziarie, per rilanciare l’industria, il commercio, l’economia e l’occupazione, le infrastrutture, la scuola, l’università, la ricerca nel campo delle tecnologie avanzate, la sanità pubblica ecc. E invece ci sfileranno 800 miliardi di euro dalle tasche per comprare armi.
Armi che non creeranno lavoro a casa nostra, visto che gran parte dei soldi finirà in America (nel 2024 oltre il 60% delle importazioni di armamenti in Europa, più che raddoppiate dall’inizio della guerra in Ucraina5, veniva dagli Usa), e che non ci proteggeranno in nessun modo; e che, anzi, raderanno al suolo i settori chiave per il rilancio dell’Europa: educazione, università, ricerca, salute, lavoro, casa, stato sociale. Tanto masochismo sarebbe ridicolo, se non fosse tragico.
Ci si chiede quali siano i riferimenti storici e culturali dei responsabili di queste decisioni; se sanno come finirono altri eserciti europei, pur meno disorganizzati degli attuali, quando tentarono, in passato, la stessa impresa. Nel 1812, Napoleone aveva almeno guidato di persona le sue armate in Russia; Hitler preferì nascondersi nel bunker, ma ciò non gli evitò una brutta fine. Che faranno ora questi uomini e queste donne che ci vogliono portare in guerra? Condurranno personalmente le loro sturmtruppen al fronte, spediranno i loro figli in prima linea? O manderanno i figli di chi? Degli squattrinati italiani, francesi, tedeschi, reintroducendo la leva obbligatoria? Manderanno i disoccupati e gli immigrati?
Chi avrà i soldi manderà i propri figli a svernare altrove, regalando risorse giovani e spesso qualificate ad altri paesi meno suicidi dei nostri; mentre quelli che non hanno i soldi per tagliare la corda, andranno a difendere la patria, non si sa bene quella di chi nell’Europa dei 27.
Nel decennio che precedette la Seconda guerra mondiale, che perdemmo lo stesso, il 55% degli italiani aveva meno di 25 anni: i maggiori di 65 non superavano il 7%, e la nostra età media era di 29 anni. Nel 2024 ha raggiunto i 48,7, il che fa degli italiani i più vecchi d’Europa (la media Ue è di 44,7 anni). Quasi un quarto ha più di 65 anni, più degli under 25 (il 23-24% del totale contro il 26-27% in Europa).
Se prima della Seconda guerra mondiale in Europa c’erano 8-10 giovani per ogni anziano, oggi c’è un anziano per ogni giovane. L’Italia ha la più bassa incidenza di under 35 in Europa. Nel 2023, 10,2 milioni di italiani avevano tra i 18 e i 34 anni, oltre 3 milioni (23,2%) in meno del 20028. Ma i giovani sono diminuiti in tutta l’Ue: nel 2020, i 15-29 anni erano solo un sesto della popolazione (73,6 milioni su 447,39), e i 18-34 anni meno di un quinto% (17,5% in Italia).
E mentre a noi invecchiati europei viene proposta come unica soluzione il fine-vita collettivo, i cinesi, gli indiani e le altre economie emergenti formano ogni anno schiere di giovani ingegneri, medici, scienziati, ricercatori. Tra europei e americani, siamo poco più del 13% degli 8 miliardi di persone che compongono la popolazione mondiale; i nostri principali competitor, i nove paesi che compongono al momento i Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica; Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia e Iran), non solo hanno, a fine 2024, un Pil complessivo di 29 trilioni di dollari (27,94% dell’economia globale), superiore a quello americano; ma rappresentano metà della popolazione del pianeta, quattro miliardi di persone la cui età media è di trent’anni.
Se non capiamo in fretta che sono i nostri giovani, non certo le armi, la più preziosa risorsa in cui dobbiamo investire, non ci sarà futuro né per l’Italia né per l’Europa.
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Ucraina, telefonata Rubio-Lavrov. Zelensky: “testato” e “utilizzato” il Long Neptune, missile con gittata di 1000 km. Può colpire Mosca
Da Il Fatto Quotidiano in Edicola
Ecco perché il Piano di ripresa ancora non è decollato: il catalogo dei ritardi. Mancano 15 mesi al traguardo ma solo un quarto dei progetti avviati è completato
Cronaca
Papa Francesco: “Sto affrontando un periodo di prova”. Bambini in preghiera sul piazzale del Gemelli
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.