“Mi chiamo Matilda come omaggio alla protagonista di Lèon di Luc Besson, quest’estate ho girato con lui”, si racconta al Corriere della Sera l’attrice che di cognome fa De Angelis. Un lungo curriculum, un passaggio a Sanremo come co-conduttrice, abilità anche nel canto. Sulla carta d’identità 29 anni. “Non sono esattamente una ragazzaccia, ma quasi. A volte è come se fossi due persone: una è la prima della classe che fa di tutto per arrivare preparata, l’altra invece se ne frega. Un po’ secchiona e un po’ anarchica. Sono diventata grande a sette anni quando i miei genitori si sono separati. Da piccola, a scuola, parlavo della separazione dei miei, le maestre erano contente che io lo facessi. Dicevano che aiutavo anche gli altri compagni di classe nella mia stessa situazione”, spiega l’attrice ora protagonista di “La vita da grandi” di Greta Scarano.
Nel film è Irene, sorella di un ragazzo autistico interpretato da Yuri Tuci: “Il presidente argentino Milei vorrebbe sdoganare di nuovo dei termini offensivi per rivolgerci alle persone con disabilità, come se si trattasse di una malattia e non di una condizione. Quello che sta accadendo nel mondo in questo momento mi fa sentire impotente e arrabbiata. È anche il motivo per cui, a volte, vivo dei lunghi periodi senza i social, sento l’esigenza di separarmene. Lo faccio quando ho bisogno di schermarmi, di non sentirmi triste per un paio di mesi, sforzandomi anche a uscire per incontrare le persone dal vivo. Una volta per due anni non sono riuscita quasi a uscire di casa“, racconta Matilda.
“Non volevo più essere ripresa, non volevo che nessuno ritoccasse la mia immagine, non sopportavo più la mia faccia nelle foto e nei video. La pelle è un organo, ho imparato a prendermene cura (il riferimento è a un suo post social sulle cicatrici, ndr). È il confine tra l’esterno e l’interno, che finalmente ascolto e curo molto di più. Non si parla mai abbastanza di salute mentale”, aggiunge De Angelis. Si è ritrovata al centro della scena, alle prese con la fama, con il grande successo di critica e pubblico: “I miei amici sono quelli di sempre, mentre se incontro persone nuove preferisco prima giocare a un gioco di società, e solo dopo conoscerli un po’ meglio. Ho gli stessi amici del liceo, quando torno a Bologna frequento pure gli stessi posti. Quando incontro persone nuove non fingo nulla, non maschero un bel niente. Sono fatta così, e così è se vi pare. Non voglio relazioni tossiche, me ne tengo alla larga”.