Il bradisisma e i terremoti ai Campi Flegrei, si sente dire e si legge sui media, ‘ci sono sempre stati, da millenni’. Al contrario, il bradisisma inteso come sollevamento del suolo (anche l’abbassamento è chiamato bradisisma, ma nella percezione popolare non lo è) c’è stato soltanto in due limitate epoche storiche: dal 1430 al 1538 e dal 1950 ad oggi, a fasi intermittenti. La sismicità ai Campi Flegrei è poi rarissima: sappiamo che avviene solo in periodi di sollevamento del suolo o in associazione con eruzioni; c’è stata, a fasi intermittenti, dal 1440 al 1580, poi nel 1970-1972, 1983-1984 e dal 2006 ad oggi. Quindi, in quasi 3000 anni di Storia, sollevamento del suolo e sismicità sono stati eventi estremamente rari.

Ma, tralasciando il periodo 1440-1580, soltanto nel 1983-1984 ci fu una sismicità paragonabile, sebbene comunque inferiore, a quella degli ultimi anni. Ed infatti è menzogna, che purtroppo si legge e si sente spesso, che i centri abitati flegrei siano ‘abusivi’: Pozzuoli è una città fondata dai Greci, come Napoli; nella caldera flegrea è stato costruito lo stadio Maradona, l’Ippodromo, 3 importanti ospedali, centri siderurgici (Ilva di Bagnoli) e grandi industrie (Cementir, Olivetti, Sofer, Pirelli oggi Prysmian, ecc.). Mussolini vi edificò la Mostra d’Oltremare e tante altre strutture monumentali.

Quest’area, vulcanica, ha visto inoltre, negli ultimi 3000 anni in cui è stata una delle aree più popolate al Mondo, una sola eruzione, quella di Monte Nuovo del 1538: eruzione molto piccola sebbene di tipo esplosivo come tutte o quasi quelle avvenute in quest’area. Sappiamo anche che quest’area non è affatto un super-vulcano, e al contrario tutte le eruzioni avvenute dopo la formazione della caldera, 15000 anni fa con l’eruzione del ‘Tufo Giallo Napoletano’ non hanno mai prodotto nubi ardenti capaci di uscire dal perimetro della caldera (e quindi mai arrivati neanche nella parte centrale di Napoli).

L’evoluzione dei fenomeni precursori dell’eruzione del 1538 sono stati ben studiati e risultano molto simili, qualitativamente, rispetto a quanto osserviamo dal 1950. Con un’importante differenza: nei primi 75 anni dall’inizio del sollevamento del suolo che portò all’eruzione del 1538, il sollevamento totale era di oltre 10 metri, dal 1950 ad oggi è stato soltanto di poco più di 4 metri. Anche in quel periodo ci furono terremoti molto forti, ben documentati, i più forti dei quali sarebbero stati di magnitudo circa 5 calcolata oggi.

E veniamo alla cronaca recente: il 13 marzo 2025, alle 1:25 di notte, è avvenuto un terremoto valutato con magnitudo 4.4, la stessa dell’evento del 20 maggio 2024 che causò lo sgombero di numerosi edifici; stavolta è stata sfiorata la tragedia, con una donna recuperata sotto le macerie di un soffitto crollato, fortunatamente con ferite non gravi. I terremoti del 13 marzo 2025 e del 20 maggio 2024 sono stati i più forti mai avvenuti nell’area flegrea, almeno dal 1580. E sappiamo che in quest’area possono avvenire terremoti anche di magnitudo 5, ossia 10 volte più forti di quello del 13 marzo in termini di energia.

La popolazione continua a vivere in un’area in cui avvengono terremoti continui, con accelerazioni al suolo maggiori che nei più forti terremoti appenninici (l’ultimo evento ha generato picchi di accelerazione sismica superiori all’accelerazione di gravità: l’unico motivo per cui non è successa una catastrofe è che questi terremoti, essendo di magnitudo minore, generano onde sismiche con frequenze più alte, più lontane dalle frequenze di risonanza degli edifici), in edifici sempre più dissestati dalle scosse continue; edifici che domani, dopodomani o fra un’ora, se particolarmente fatiscenti, potrebbero collassare e fare vittime.

In questo scenario surreale, causato dall’assoluta mancanza di prevenzione, in cui, mentre infuriano terremoti sempre più forti, si attende che il MEF stanzi i fondi per la riparazione degli edifici sgombrati o fatiscenti, che i cittadini chiedano ai Comuni le verifiche dei loro edifici per poi accedere, eventualmente secondo graduatoria, ai fondi stanziati dal MEF per consolidare i propri edifici, sui media impazza la litania: “è colpa loro, hanno costruito abusivamente sulla caldera”. Costruzioni ‘abusive’ che evidentemente includono uno stadio, un ippodromo, un’acciaieria, edifici monumentali, ospedali, ecc.

Io credo debba esserci un limite all’ignoranza ostinata ed alla vuota arroganza; un limite alla burocrazia ottusa che tarpa le ali di questa Nazione, salvata dal collasso ogni volta per un soffio per merito dell’intelligenza, pazienza e buona volontà di pochi. Le Istituzioni, oggi, per conservare un minimo di credibilità, possono fare a mio avviso due sole cose: sguinzagliare centinaia di esperti per verificare, in pochi giorni, almeno l’agibilità di tutti gli edifici nella zona più esposta (ben nota: con centro Solfatara-Pisciarelli-Agnano e con un raggio molto limitato di un paio di km) oppure evacuare immediatamente questa zona, almeno fino alla completa verifica di tutti gli edifici.

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