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Ultimo aggiornamento: 11:39 del 16 Marzo

Riarmo europeo, Cottarelli: “800 miliardi in armi sono troppi, rischiano di far aumentare per l’Italia il rapporto tra debito pubblico e Pil”

Von der Leyen propone 800 miliardi per la difesa, ma per l’Italia potrebbe significare un aumento del debito pubblico in rapporto al Pil. Cottarelli lancia l’allarme sui conti pubblici e spiega perché l'effetto dei dazi di Trump sarà modesto - Il video
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Il piano di riarmo di von der Leyen da 800 euro miliardi per la difesa? Sono troppi soldi. L’1,5 del Pil di spazio per ogni paese vorrebbe dire per l’Italia che nei prossimi 7 anni non c’è alcuna riduzione del rapporto tra debito pubblico e Pil. Anzi, se fosse utilizzato tutto lo spazio, tutto cioè l’1,5% rispetto al livello attuale, ci sarebbe addirittura un aumento del rapporto tra debito pubblico e Pil”. Lo spiega a Francesco Borgonovo nella trasmissione Calibro 8 (Radio Cusano Campus) l’economista Carlo Cottarelli, che aggiunge: “L’Italia sta ancora di sotto del 2% del Pil, che era l’impegno che ci siamo presi dieci anni fa. Noi siamo ancora all’1,6%, però aggiungendo un punto e mezzo al livello attuale si arriverebbe oltre il 3%. E noi non abbiamo mai avuto una spesa del 3% dalla metà degli anni 60”.
Cottarelli sottolinea: “È vero che adesso gli Usa fanno un passo indietro, però è anche vero che la Russia non è l’Urss, in termini di potenza militare, per non parlare di quella economica. Quindi, mi è sembrata un po’ una decisione eccessiva“.

Circa i dazi di Trump, l’economista osserva: “Dal punto di vista macroeconomico, l’effetto complessivo sull’economia non è enorme, perché le esportazioni italiane verso gli Usa sono 65-70 miliardi, il 2-3 % del Pil. Certo, verrebbero ridotte, ma non si tratta di uno shock enorme per l’economia. Per i settori coinvolti, invece, è uno shock molto forte. Per gli Usa, una guerra dei dazi avrebbe un costo minore perché esportano meno in Europa, quindi la quota delle esportazioni sulla domanda aggregata lì è più piccola; pertanto, noi siamo indubbiamente svantaggiati in una guerra dei dazi. D’altro canto – aggiunge – è anche vero che, se ti impongono dei dazi e non tu fai niente, politicamente è difficile da accettare: da sempre, quando un Paese impone dei dazi, tu fai la stessa cosa per ripicca, anche se sai che in questo caso non è lo strumento più potente”.

Cottarelli conclude ipotizzando una soluzione: “Si può pensare di usare altri strumenti, come il Canada: l’Ontario ha deciso di proibire l’accesso agli appalti pubblici delle imprese americane. Questo ha portato a una reazione di Trump: si sono rimessi a discutere e alla fine si è arrivati a un compromesso. Negoziare paese per paese è proprio quello che Trump vuole. Del resto, l’abbiamo inventato noi con gli antichi romani il divide et impera, ma lui l’ha imparato benissimo.”

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