L’aveva annunciato due giorni fa incontrando i sindacati. Ora Adolfo Urso conferma: “Le collaborazioni e le affinità tra produzioni auto e difesa-aerospazio si sono sviluppate da anni e offrono grandi opportunità di crescita per la componentistica e le lavorazioni meccaniche. E’ in atto una nuova rivoluzione industriale che dobbiamo governare, a cominciare proprio dai mezzi di trasporto. E l’auto non potrà avere in futuro gli stessi volumi produttivi”. Morale, ribadisce il ministro delle Imprese parlando con il Messaggero, occorre riconvertire la filiera auto mettendola al servizio di difesa e sicurezza. Il piano, sembra di capire, sarà dettagliato a giugno quando è atteso “il primo documento di strategia industriale dopo trent’anni, per indirizzare il Paese verso le nuove opportunità di sviluppo. Intanto abbiamo messo in campo oltre 2,5 miliardi di euro per il comparto dell’auto, 1,6 miliardi per l’anno in corso tra contratti di sviluppo, accordi di innovazione, credito fiscale e incentivi mirati a veicoli di trasporto di altra tipologia”.
La prospettiva non deve stupire nessuno, secondo l’esponente di Fratelli d’Italia, perché il dual-use non è certo una novità: “Un microchip già adesso può servire per un’auto o per un satellite. La scheda elettronica funziona sia in un veicolo urbano sia in un elicottero. Il cingolato muove un trattore come un blindato che tutela i nostri militari in Libano“. Tanto basti a Cgil e Uil, che hanno definito l’idea “assurda” e fantozziana.
Del resto “l’Europa si è posta come obiettivo di raggiungere almeno il 3% di spesa sulla Difesa e quindi sulla Sicurezza”, ammonisce Urso, e pazienza se il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti non ne vuol sapere. “È quindi verosimile che vi sarà un’accelerazione sugli acquisti e sugli investimenti di ciò che serve per tutelare la pace e la libertà nel nostro Continente. Lo stesso può dirsi per l’avventura spaziale dove possiamo svolgere un ruolo centrale: nelle stazioni orbitali si effettuano esperimenti sull’alimentazione, su nuovi farmaci e materiali e nel contempo si può meglio contrastare eventuali attacchi di missili supersonici”.
Nel frattempo l’Italia non è ferma, anzi. “In Piaggio Aerospace, l’accordo tra Baykar e Leonardo ci consente di essere i protagonisti in un mercato europeo che ammonterà ad oltre 100 miliardi”. Di cosa si parla? L’alleanza industriale per i droni da guerra annunciata a inizio marzo quando l’ad di Leonardo Roberto Cingolani ha detto che riconvertire impianti “dall’automobile al carro armato è un po’ difficile” ma si potrebbe pensare a collaborazioni per “strumenti più leggeri”.
Dobbiamo “porci il problema di come governare la transizione e trasformare una necessità in un’opportunità”, dice Urso. Perché “c’è una evoluzione dei costumi: l’auto, per esempio, non è più per i giovani un simbolo di libertà, la loro maggiore aspirazione, come lo è stato per noi. Poi nei mezzi elettrici vi sono molte meno componenti rispetto a uno endotermico: la sola batteria rappresenta il 40 per cento del valore. Infine, il trasporto sarà sempre più veicolato su altri soluzioni, ferrovie o i veicoli aerei senza pilota”. Ecco perché bisogna guardare ai settori “più attinenti con la tipologia produttiva del comparto dell’automotive, in cui si prevede una crescita produttiva: dall’aerospazio alla blue economy, dalla cybersicurezza all’industria della difesa. Con due driver sempre presenti: tecnologia green e digital”.
Economia
Urso va avanti: “Riconvertire componentistica auto per la difesa e l’aerospazio. Il cingolato muove un trattore ma anche un blindato”
Il ministro delle Imprese: l'Europa "si è posta come obiettivo di raggiungere almeno il 3% di spesa sulla Difesa e quindi sulla Sicurezza. Ci sarà un’accelerazione sugli acquisti e sugli investimenti di ciò che serve per tutelare la pace e la libertà"
L’aveva annunciato due giorni fa incontrando i sindacati. Ora Adolfo Urso conferma: “Le collaborazioni e le affinità tra produzioni auto e difesa-aerospazio si sono sviluppate da anni e offrono grandi opportunità di crescita per la componentistica e le lavorazioni meccaniche. E’ in atto una nuova rivoluzione industriale che dobbiamo governare, a cominciare proprio dai mezzi di trasporto. E l’auto non potrà avere in futuro gli stessi volumi produttivi”. Morale, ribadisce il ministro delle Imprese parlando con il Messaggero, occorre riconvertire la filiera auto mettendola al servizio di difesa e sicurezza. Il piano, sembra di capire, sarà dettagliato a giugno quando è atteso “il primo documento di strategia industriale dopo trent’anni, per indirizzare il Paese verso le nuove opportunità di sviluppo. Intanto abbiamo messo in campo oltre 2,5 miliardi di euro per il comparto dell’auto, 1,6 miliardi per l’anno in corso tra contratti di sviluppo, accordi di innovazione, credito fiscale e incentivi mirati a veicoli di trasporto di altra tipologia”.
La prospettiva non deve stupire nessuno, secondo l’esponente di Fratelli d’Italia, perché il dual-use non è certo una novità: “Un microchip già adesso può servire per un’auto o per un satellite. La scheda elettronica funziona sia in un veicolo urbano sia in un elicottero. Il cingolato muove un trattore come un blindato che tutela i nostri militari in Libano“. Tanto basti a Cgil e Uil, che hanno definito l’idea “assurda” e fantozziana.
Del resto “l’Europa si è posta come obiettivo di raggiungere almeno il 3% di spesa sulla Difesa e quindi sulla Sicurezza”, ammonisce Urso, e pazienza se il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti non ne vuol sapere. “È quindi verosimile che vi sarà un’accelerazione sugli acquisti e sugli investimenti di ciò che serve per tutelare la pace e la libertà nel nostro Continente. Lo stesso può dirsi per l’avventura spaziale dove possiamo svolgere un ruolo centrale: nelle stazioni orbitali si effettuano esperimenti sull’alimentazione, su nuovi farmaci e materiali e nel contempo si può meglio contrastare eventuali attacchi di missili supersonici”.
Nel frattempo l’Italia non è ferma, anzi. “In Piaggio Aerospace, l’accordo tra Baykar e Leonardo ci consente di essere i protagonisti in un mercato europeo che ammonterà ad oltre 100 miliardi”. Di cosa si parla? L’alleanza industriale per i droni da guerra annunciata a inizio marzo quando l’ad di Leonardo Roberto Cingolani ha detto che riconvertire impianti “dall’automobile al carro armato è un po’ difficile” ma si potrebbe pensare a collaborazioni per “strumenti più leggeri”.
Dobbiamo “porci il problema di come governare la transizione e trasformare una necessità in un’opportunità”, dice Urso. Perché “c’è una evoluzione dei costumi: l’auto, per esempio, non è più per i giovani un simbolo di libertà, la loro maggiore aspirazione, come lo è stato per noi. Poi nei mezzi elettrici vi sono molte meno componenti rispetto a uno endotermico: la sola batteria rappresenta il 40 per cento del valore. Infine, il trasporto sarà sempre più veicolato su altri soluzioni, ferrovie o i veicoli aerei senza pilota”. Ecco perché bisogna guardare ai settori “più attinenti con la tipologia produttiva del comparto dell’automotive, in cui si prevede una crescita produttiva: dall’aerospazio alla blue economy, dalla cybersicurezza all’industria della difesa. Con due driver sempre presenti: tecnologia green e digital”.
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Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Il governo si impegni "a sostenere il riconoscimento dello Stato di Palestina, nel rispetto del diritto alla sicurezza dello Stato di Israele, per preservare la realizzazione dell’obiettivo di 'due popoli, due Stati'". E' quanto si legge nella risoluzione Pd sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.
Inoltre, si chiede di "sostenere il piano arabo per la ricostruzione della Striscia di Gaza ed ogni iniziativa diplomatica volta ad assicurare il rispetto della tregua e un reale rilancio del processo di pace: per la liberazione degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas, per la protezione dei civili e per la fine delle violenze nei territori palestinesi occupati, per il rispetto della tregua in Libano e per scongiurare il rischio di futuri attacchi da parte di Hezbollah e Iran, nonché le violazioni del diritto internazionale da parte di Israele e, infine, affinché siano rispettate le risoluzioni delle Nazioni Unite".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Il Pd chiede al governo di "ribadire la ferma contrarietà all'utilizzo dei Fondi di coesione europei per il finanziamento e l'aumento delle spese militari". E' quanto si legge nella risoluzione dem sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Il Pd chiede al governo di "scegliere senza esitazioni e ambiguità, di fronte alle minacce globali e alle sfide inedite rappresentate dalla nuova amministrazione americane, l’interesse europeo, all’interno del quale si promuove e realizza il nostro interesse nazionale, anche una attraverso la costruzione di alleanze, a partire dai paesi fondatori dell’Europa, per collocare l’Italia sulla frontiera più avanzata dell’integrazione contro le spinte disgregatrici e i ripiegamenti nazionalisti". E' quanto si legge nella risoluzione dem sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Ribadire la ferma condanna della grave, inammissibile e ingiustificata aggressione russa dell'Ucraina e a continuare a garantire pieno sostegno e solidarietà al popolo e alle istituzioni ucraine, mediante tutte le forme di assistenza necessarie, nel rispetto di quanto previsto dall'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, promuovendo con urgenza un’iniziativa diplomatica e politica autonoma dell'Unione europea, in collaborazione con gli alleati, per il perseguimento di una pace giusta e sicura, che preservi i diritti del popolo ucraino a partire da quello alla propria autoderminazione, l’ordine internazionale basato sulle regole e offra le necessarie garanzie di sicurezza per una soluzione duratura". E' quanto si legge nella risoluzione Pd sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Il piano ReArmEU, proposto dalla Presidente della Commissione europea Von der Leyen, va nella direzione di favorire soprattutto il riarmo dei 27 Stati membri e va radicalmente cambiato, poiché così come presentato non risponde all’esigenza indifferibile di costruire una vera difesa comune che garantisca la deterrenza e un percorso di investimenti comuni in sicurezza realizzati non a detrimento delle priorità sociali, di coesione e sviluppo dell’Unione". Si legge nella risoluzione Pd sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.
"La difesa non può essere considerato un bene pubblico separato dal benessere sociale, ma è parte integrante di una strategia globale che prevede di garantire non solo la sicurezza fisica dei cittadini europei, ma anche la loro sicurezza sociale ed economica: tanto più l’affermazione dei nazionalismi disgregatori dell’unità europea è legata anche alla percezione di insicurezza economica e sociale, nonché alla paura nei confronti delle sfide globali".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Sostenere una risposta europea ed unitaria alle politiche dei dazi dell’amministrazione Trump, che escluda ogni controproducente e inadeguata tentazione di bilateralizzare la risoluzione del conflitto commerciale, e che ampli le contromisure includendo i servizi e i diritti di proprietà intellettuale delle Big Tech, rilanciando anche l’iniziativa multilaterale per l’introduzione della Global Minimum Tax". E' quanto chiede il Pd al governo nella risoluzione sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Il Pd chiede al governo, nella risoluzione presentata sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni, di "collocare l’Italia da protagonista nella costruzione di una vera difesa comune europea e non di un riarmo degli eserciti nazionali privo di coordinamento, esprimendo la chiara volontà politica di andare avanti nel percorso di realizzazione di un’unione della difesa, anche partendo da forme di cooperazione rafforzata o integrazione differenziata tra Stati membri".