Decine di migliaia di persone sono arrivate marciando da ogni parte della Serbia, per raggiungere Belgrado e dare inizio alla manifestazione che ieri ha fatto la storia del Paese. A unire i partecipanti, il desiderio di chiedere maggiore trasparenza a un governo accusato di corruzione e negligenza, in seguito alla morte di 15 persone nel crollo della pensilina alla stazione ferroviaria di Novi Sad avvenuto lo scorso novembre. “La nostra voce conta. Risvegliamo insieme la Serbia e continuiamo a lottare, non solo per gli studenti, ma anche per gli agricoltori, gli insegnanti, gli attori, i giornalisti, gli ingegneri” ha detto al microfono una ragazza, in uno dei primi interventi dal palco di Piazza Slavija. “Dobbiamo andare avanti per tutti quelli che abbiamo già perso e per quelli che avremmo perso se avessimo continuato a restare in silenzio. Hanno provato a calpestarci, eppure oggi siamo qui”.
I diversi numeri sulla partecipazione non combaciano e mentre il governo ha stimato la presenza di circa 100mila manifestanti, l’Ong serba Arhiv javnih skupova ha registrato cifre molto più alte, parlando di una affluenza tra 275-325mila persone alla manifestazione, ribattezzata “15 per 15”, con l’obiettivo di ricordare le 15 vittime di Novi Sad.
La mobilitazione senza precedenti non ha impedito al presidente nazionalista Aleksandar Vučić di enfatizzare, nella conferenza stampa di fine giornata, gli aspetti che secondi lui meritavano maggiore attenzione. “La Serbia ha vinto, siamo riusciti a preservare la pace e la stabilità. Sono soddisfatto perché si è svolta una grande protesta senza vittime o feriti gravi. Sono inoltre orgoglioso del grande sforzo degli agenti di resistere all’energia negativa che è stata espressa dai manifestanti contro di loro”. Vučić si è inoltre detto disponibile a una verifica di legittimità e “a partecipare sia al referendum che alle elezioni”, sottolineando che “accetterà il verdetto del popolo”. “Abbiamo capito bene il messaggio e dovremo cambiare noi stessi, anche se spero che altri abbiano capito che i cittadini non vogliono rivoluzioni colorate. È importante che i nostri figli vadano a scuola e che gli studenti tornino all’università”.
Nel corso della manifestazione ci sono stati, secondo le cifre ufficiali, 56 feriti e 22 arresti. Si sono verificati scontri sporadici tra manifestanti e forze dell’ordine, mentre sui social circolano video che mostrano alcuni automobilisti speronare la folla. In un clima sempre più teso, sono stati gli stessi studenti universitari – cuore delle mobilitazioni degli ultimi quattro mesi – a chiedere la sospensione della protesta e la dispersione dei cittadini, dichiarando di non essere più in grado di garantire la sicurezza e di non voler cedere alle provocazioni.
In serata, uno dei principali comitati, “Studenti u blokadi” ha infatti denunciato attraverso i social alcuni attacchi partiti dal Pionirski Park, di fronte al Parlamento, dove sono accampati in tenda gli studenti che si sono dichiarati contrari alla protesta e al blocco delle attività universitarie. Gli universitari che si sono opposti alla mobilitazione hanno ricevuto l’aperto appoggio di Vučić, che ha lodato il loro desiderio di continuare a studiare senza perdere ulteriore tempo, ma questi giovani sono stati sostenuti da altri gruppi che nei giorni precedenti alla manifestazione di ieri hanno iniziato a fare la loro comparsa accanto alle tende. Si tratta di militari, veterani di guerra ed ex membri dei Berretti Rossi, l’Unità incaricata delle operazioni speciali durante l’era Milošević.
“Ci sono filmati che provano che molti di coloro che si nascondono nelle tende e che si oppongono al proseguimento delle manifestazioni non sono veri studenti. L’ipotesi è che queste persone portino avanti una controprotesta perché qualcuno ha dato loro questo compito”, ha spiegato una fonte vicina ai manifestanti. Le spaccature sono risultate evidenti anche nel settore mediatico dove alcuni giornali indipendenti hanno accusato il servizio della radiotelevisione serba RTS che, proprio mentre era in corso la manifestazione, ha messo in onda la replica di uno spettacolo musicale. Intanto, anche la commissaria all’Allargamento, Marta Kos, ha commentato la protesta, sottolineando che ora il Paese deve compiere passi concreti verso l’Europa. “Un numero senza precedenti di cittadini serbi è sceso pacificamente in piazza a Belgrado, chiedendo il rispetto dello stato di diritto e istituzioni democratiche forti e responsabili. A questo punto, è necessario raggiungere un accordo sulle riforme fondamentali per il percorso europeo della Serbia”, ha dichiarato Kos.
Mondo
Belgrado, dopo la protesta Vucic si dice “pronto a una verifica di legittimità”. Commissaria Ue: “Ora passi concreti verso l’Europa”
I partecipanti uniti dalla richiesta di maggiore trasparenza a un governo accusato di corruzione e negligenza, in seguito alla morte di 15 persone alla stazione ferroviaria di Novi Sad
Decine di migliaia di persone sono arrivate marciando da ogni parte della Serbia, per raggiungere Belgrado e dare inizio alla manifestazione che ieri ha fatto la storia del Paese. A unire i partecipanti, il desiderio di chiedere maggiore trasparenza a un governo accusato di corruzione e negligenza, in seguito alla morte di 15 persone nel crollo della pensilina alla stazione ferroviaria di Novi Sad avvenuto lo scorso novembre. “La nostra voce conta. Risvegliamo insieme la Serbia e continuiamo a lottare, non solo per gli studenti, ma anche per gli agricoltori, gli insegnanti, gli attori, i giornalisti, gli ingegneri” ha detto al microfono una ragazza, in uno dei primi interventi dal palco di Piazza Slavija. “Dobbiamo andare avanti per tutti quelli che abbiamo già perso e per quelli che avremmo perso se avessimo continuato a restare in silenzio. Hanno provato a calpestarci, eppure oggi siamo qui”.
I diversi numeri sulla partecipazione non combaciano e mentre il governo ha stimato la presenza di circa 100mila manifestanti, l’Ong serba Arhiv javnih skupova ha registrato cifre molto più alte, parlando di una affluenza tra 275-325mila persone alla manifestazione, ribattezzata “15 per 15”, con l’obiettivo di ricordare le 15 vittime di Novi Sad.
La mobilitazione senza precedenti non ha impedito al presidente nazionalista Aleksandar Vučić di enfatizzare, nella conferenza stampa di fine giornata, gli aspetti che secondi lui meritavano maggiore attenzione. “La Serbia ha vinto, siamo riusciti a preservare la pace e la stabilità. Sono soddisfatto perché si è svolta una grande protesta senza vittime o feriti gravi. Sono inoltre orgoglioso del grande sforzo degli agenti di resistere all’energia negativa che è stata espressa dai manifestanti contro di loro”. Vučić si è inoltre detto disponibile a una verifica di legittimità e “a partecipare sia al referendum che alle elezioni”, sottolineando che “accetterà il verdetto del popolo”. “Abbiamo capito bene il messaggio e dovremo cambiare noi stessi, anche se spero che altri abbiano capito che i cittadini non vogliono rivoluzioni colorate. È importante che i nostri figli vadano a scuola e che gli studenti tornino all’università”.
Nel corso della manifestazione ci sono stati, secondo le cifre ufficiali, 56 feriti e 22 arresti. Si sono verificati scontri sporadici tra manifestanti e forze dell’ordine, mentre sui social circolano video che mostrano alcuni automobilisti speronare la folla. In un clima sempre più teso, sono stati gli stessi studenti universitari – cuore delle mobilitazioni degli ultimi quattro mesi – a chiedere la sospensione della protesta e la dispersione dei cittadini, dichiarando di non essere più in grado di garantire la sicurezza e di non voler cedere alle provocazioni.
In serata, uno dei principali comitati, “Studenti u blokadi” ha infatti denunciato attraverso i social alcuni attacchi partiti dal Pionirski Park, di fronte al Parlamento, dove sono accampati in tenda gli studenti che si sono dichiarati contrari alla protesta e al blocco delle attività universitarie. Gli universitari che si sono opposti alla mobilitazione hanno ricevuto l’aperto appoggio di Vučić, che ha lodato il loro desiderio di continuare a studiare senza perdere ulteriore tempo, ma questi giovani sono stati sostenuti da altri gruppi che nei giorni precedenti alla manifestazione di ieri hanno iniziato a fare la loro comparsa accanto alle tende. Si tratta di militari, veterani di guerra ed ex membri dei Berretti Rossi, l’Unità incaricata delle operazioni speciali durante l’era Milošević.
“Ci sono filmati che provano che molti di coloro che si nascondono nelle tende e che si oppongono al proseguimento delle manifestazioni non sono veri studenti. L’ipotesi è che queste persone portino avanti una controprotesta perché qualcuno ha dato loro questo compito”, ha spiegato una fonte vicina ai manifestanti. Le spaccature sono risultate evidenti anche nel settore mediatico dove alcuni giornali indipendenti hanno accusato il servizio della radiotelevisione serba RTS che, proprio mentre era in corso la manifestazione, ha messo in onda la replica di uno spettacolo musicale. Intanto, anche la commissaria all’Allargamento, Marta Kos, ha commentato la protesta, sottolineando che ora il Paese deve compiere passi concreti verso l’Europa. “Un numero senza precedenti di cittadini serbi è sceso pacificamente in piazza a Belgrado, chiedendo il rispetto dello stato di diritto e istituzioni democratiche forti e responsabili. A questo punto, è necessario raggiungere un accordo sulle riforme fondamentali per il percorso europeo della Serbia”, ha dichiarato Kos.
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Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".