I ribelli Houthi hanno annunciato di aver preso di mira una portaerei americana in risposta ai raid di sabato degli Usa sullo Yemen. “Il nemico americano ha lanciato un’aggressione palese contro il nostro Paese nelle ultime ore con oltre 47 attacchi aerei“, afferma in una dichiarazione il portavoce del gruppo sciita yemenita, Yahya Saree. In risposta, “le Forze armate hanno condotto un’operazione militare specifica prendendo di mira la portaerei americana Uss Harry S. Truman e le sue navi da guerra nel Mar Rosso settentrionale con 18 missili balistici e da crociera e un drone”.

Nel comunicato gli Houthi aggiungono che le forze armate yemenite “non esiteranno” a colpire “tutte le navi da guerra statunitensi nel mar Rosso e nel mar Arabico in risposta all’aggressione” contro il Paese e che, “con l’aiuto di Allah Onnipotente, continueranno a imporre un blocco navale al nemico israeliano e a vietare alle sue navi di entrare nell’area dichiarata delle operazioni finché non saranno consegnati aiuti e beni di prima necessità alla Striscia di Gaza”. In seguito, in un discorso televisivo, il leader dei ribelli Abdulmalik al-Huthi ha minacciato di colpire anche le navi container Usa in transito nel Mar Rosso: “Gli americani saranno ora soggetti all’embargo finché continueranno la loro aggressione”.

Sabato gli Usa, con il sostegno della Gran Bretagna, hanno colpito decine di obiettivi nel territorio dello Yemen controllato dagli Houthi – che copre la parte occidentale del Paese, inclusa la capitale Sana’a – uccidendo almeno 31 persone. Secondo fonti citate dal canale televisivo saudita al Hadath, tra i morti c’è anche il capo della sicurezza del regime Houthi, Abd al-Malik Badr ad-Din al Houthi. Il bombardamento – l’azione militare più significativa della seconda amministrazione Trump – ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all’Iran: a quanto riferisce il New York Times, il presidente americano vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un’arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un’azione militare se i negoziati non andassero a buon fine.

Domenica l’Onu ha invitato entrambe le parti a cessare “ogni attività militare“: “Prendiamo atto con preoccupazione del lancio di molteplici attacchi contro le aree controllate dagli Houthi nello Yemen da parte degli Stati Uniti durante la notte, che avrebbero causato morti e feriti”, ha affermato Stéphane Dujarric, portavoce del Segretario generale delle Nazioni unite António Guterres. “Siamo preoccupati anche per le continue minacce degli Houthi di riprendere i loro attacchi contro le navi nel Mar Rosso”, ha aggiunto.

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