di Eugenio Lanza
Su iniziativa di Michele Serra, editorialista de La Repubblica, questo sabato a Roma si è tenuta la tanto attesa manifestazione “Una piazza per l’Europa”. Obiettivo dichiarato? Risvegliare una coscienza europea comune, segnatamente nell’ambito di un impianto di difesa unica. Che tempismo! Che coraggio! Che faccia tosta!
Il disimpegno promesso da Trump circa il contributo degli Stati Uniti alla Nato e il possibile avvento di una benedetta tregua in Ucraina hanno mandato nel panico gli spiriti e le penne degli alfieri della comunità europea, negli ultimi tre anni misteriosamente assopiti. E la stessa agitazione pervade le varie cancellerie del continente. Sembra essere proprio questa ipotesi a terrorizzare le nuove leve degli europeisti: che i cannoni finalmente tacciano, ma non per volontà di Bruxelles. Così come essi avevano cominciato a emettere suoni mortiferi malgrado gli strali lanciati dai vari governanti verso Putin, intonando una macabra e assassina melodia, impietosa da ambo le parti, senza che nessun leader politico alzasse concretamente un dito per provare ad interromperla. Tanto ci pensava lo zio Sam. Bastava obbedire alla sua economia di guerra, a spese degli ultimi naturalmente, e l’Europa avrebbe potuto continuare a far finta di esistere, addirittura come baluardo di democrazia. Quella stessa Europa quasi completamente afona sul genocidio dei palestinesi da parte di Israele, ed entusiasta del golpe giudiziario avvenuto in Romania ai danni di Georgescu. Quel baluardo di democrazia lì, esatto.
E adesso? E adesso il re è nudo per davvero. I confini dell’Europa orientale saranno ridisegnati dagli attuali padroni del mondo, alla faccia dei vecchi protagonisti. Ma questi ultimi proprio non si rassegnano alla pace, che hanno boicottato per mesi con ogni mezzo. Ma perché i grandi del passato sono così affezionati al mitra e all’elmetto? Formulo un’ipotesi.
Le nazioni sconfitte dello scorso secolo, uscite estremamente ridimensionate rispetto alle loro realtà imperiali, intravedono nello spettro della pace la chiusura definitiva di ogni ambizione egemonica sul globo. Il Regno Unito, ad esempio, legge nell’opposizione ontologica al nemico russo l’ultima velleitaria chance per invertire il corso della storia, che da gigante coloniale li ha visti diventare un’isoletta. La Francia di Macron, peraltro dilaniata a livello sociale, non si rassegna ad un’Africa e un Medioriente sempre più in mani russe, turche e cinesi, e sogna di guidare quell’Europa militarmente unita che abortì nel 1954. L’umiliazione di Suez del ‘56 non è stata insomma una lezione sufficiente. La Germania, infine, teme forse che la Polonia possa superarla nella lista dei più fedeli vassalli di Washington, e tenta di ergersi quantomeno a centro burocratico di una nuova Europa, non più solo orpello politico della Bce ma anche soggetto geopolitico.
E noi italiani? Saremmo servi anche in questa ipotetica follia, naturalmente, e pronti a spostare il denaro dal welfare agli armamenti. Col rischio di dover affrontare prima o poi una nuova campagna di Russia. Ma allora chi mai potrebbe promuovere un piano così scellerato in Italia? Personaggi politici come Carlo Calenda, solo per citarne uno, che hanno superato l’età della chiamata alle armi da molto tempo, e che ostentano i simboli dell’Ue per meri fini elettorali. E chi partecipa a questi girotondi per la guerra? In buona parte persone per bene, ne sono convinto, ma forse troppo ingenue per comprendere la natura reale di queste farse.
Non so voi, ma io mi sento già fin troppo sicuro con tutte le testate nucleari sparse per la penisola. Mi farebbe piacere che l’Europa fosse più unita su altre questioni, come ad esempio un fisco omogeneo e perequativo, per poter garantire a tutti gli europei una sanità dignitosa. Quella sarebbe la mia Europa, ma mi rendo conto sia chiedere troppo. Per il momento, mi basterebbe poter continuare a impugnare una penna e non essere obbligato ad imbracciare un fucile.
Il blog Sostenitore ospita i post scritti dai lettori che hanno deciso di contribuire alla crescita de ilfattoquotidiano.it, sottoscrivendo l’offerta Sostenitore e diventando così parte attiva della nostra community. Tra i post inviati, Peter Gomez e la redazione selezioneranno e pubblicheranno quelli più interessanti. Questo blog nasce da un’idea dei lettori, continuate a renderlo il vostro spazio. Diventare Sostenitore significa anche metterci la faccia, la firma o l’impegno: aderisci alle nostre campagne, pensate perché tu abbia un ruolo attivo! Se vuoi partecipare, al prezzo di “un cappuccino alla settimana” potrai anche seguire in diretta streaming la riunione di redazione del giovedì – mandandoci in tempo reale suggerimenti, notizie e idee – e accedere al Forum riservato dove discutere e interagire con la redazione. Scopri tutti i vantaggi!
Sostenitore
I post scritti dai lettori
Zonaeuro - 17 Marzo 2025
Risvegliare una coscienza europea comune? Che tempismo! Ora il re è nudo per davvero
di Eugenio Lanza
Su iniziativa di Michele Serra, editorialista de La Repubblica, questo sabato a Roma si è tenuta la tanto attesa manifestazione “Una piazza per l’Europa”. Obiettivo dichiarato? Risvegliare una coscienza europea comune, segnatamente nell’ambito di un impianto di difesa unica. Che tempismo! Che coraggio! Che faccia tosta!
Il disimpegno promesso da Trump circa il contributo degli Stati Uniti alla Nato e il possibile avvento di una benedetta tregua in Ucraina hanno mandato nel panico gli spiriti e le penne degli alfieri della comunità europea, negli ultimi tre anni misteriosamente assopiti. E la stessa agitazione pervade le varie cancellerie del continente. Sembra essere proprio questa ipotesi a terrorizzare le nuove leve degli europeisti: che i cannoni finalmente tacciano, ma non per volontà di Bruxelles. Così come essi avevano cominciato a emettere suoni mortiferi malgrado gli strali lanciati dai vari governanti verso Putin, intonando una macabra e assassina melodia, impietosa da ambo le parti, senza che nessun leader politico alzasse concretamente un dito per provare ad interromperla. Tanto ci pensava lo zio Sam. Bastava obbedire alla sua economia di guerra, a spese degli ultimi naturalmente, e l’Europa avrebbe potuto continuare a far finta di esistere, addirittura come baluardo di democrazia. Quella stessa Europa quasi completamente afona sul genocidio dei palestinesi da parte di Israele, ed entusiasta del golpe giudiziario avvenuto in Romania ai danni di Georgescu. Quel baluardo di democrazia lì, esatto.
E adesso? E adesso il re è nudo per davvero. I confini dell’Europa orientale saranno ridisegnati dagli attuali padroni del mondo, alla faccia dei vecchi protagonisti. Ma questi ultimi proprio non si rassegnano alla pace, che hanno boicottato per mesi con ogni mezzo. Ma perché i grandi del passato sono così affezionati al mitra e all’elmetto? Formulo un’ipotesi.
Le nazioni sconfitte dello scorso secolo, uscite estremamente ridimensionate rispetto alle loro realtà imperiali, intravedono nello spettro della pace la chiusura definitiva di ogni ambizione egemonica sul globo. Il Regno Unito, ad esempio, legge nell’opposizione ontologica al nemico russo l’ultima velleitaria chance per invertire il corso della storia, che da gigante coloniale li ha visti diventare un’isoletta. La Francia di Macron, peraltro dilaniata a livello sociale, non si rassegna ad un’Africa e un Medioriente sempre più in mani russe, turche e cinesi, e sogna di guidare quell’Europa militarmente unita che abortì nel 1954. L’umiliazione di Suez del ‘56 non è stata insomma una lezione sufficiente. La Germania, infine, teme forse che la Polonia possa superarla nella lista dei più fedeli vassalli di Washington, e tenta di ergersi quantomeno a centro burocratico di una nuova Europa, non più solo orpello politico della Bce ma anche soggetto geopolitico.
E noi italiani? Saremmo servi anche in questa ipotetica follia, naturalmente, e pronti a spostare il denaro dal welfare agli armamenti. Col rischio di dover affrontare prima o poi una nuova campagna di Russia. Ma allora chi mai potrebbe promuovere un piano così scellerato in Italia? Personaggi politici come Carlo Calenda, solo per citarne uno, che hanno superato l’età della chiamata alle armi da molto tempo, e che ostentano i simboli dell’Ue per meri fini elettorali. E chi partecipa a questi girotondi per la guerra? In buona parte persone per bene, ne sono convinto, ma forse troppo ingenue per comprendere la natura reale di queste farse.
Non so voi, ma io mi sento già fin troppo sicuro con tutte le testate nucleari sparse per la penisola. Mi farebbe piacere che l’Europa fosse più unita su altre questioni, come ad esempio un fisco omogeneo e perequativo, per poter garantire a tutti gli europei una sanità dignitosa. Quella sarebbe la mia Europa, ma mi rendo conto sia chiedere troppo. Per il momento, mi basterebbe poter continuare a impugnare una penna e non essere obbligato ad imbracciare un fucile.
Il blog Sostenitore ospita i post scritti dai lettori che hanno deciso di contribuire alla crescita de ilfattoquotidiano.it, sottoscrivendo l’offerta Sostenitore e diventando così parte attiva della nostra community. Tra i post inviati, Peter Gomez e la redazione selezioneranno e pubblicheranno quelli più interessanti. Questo blog nasce da un’idea dei lettori, continuate a renderlo il vostro spazio. Diventare Sostenitore significa anche metterci la faccia, la firma o l’impegno: aderisci alle nostre campagne, pensate perché tu abbia un ruolo attivo! Se vuoi partecipare, al prezzo di “un cappuccino alla settimana” potrai anche seguire in diretta streaming la riunione di redazione del giovedì – mandandoci in tempo reale suggerimenti, notizie e idee – e accedere al Forum riservato dove discutere e interagire con la redazione. Scopri tutti i vantaggi!
Articolo Precedente
“Voglio che le prossime generazioni sappiano che questo riarmo europeo non mi rappresenta” – Lettera
Articolo Successivo
Armi all’Ucraina, Kaja Kallas chiede altri 40 miliardi ai Paesi ‘volenterosi’. Scetticismo tra gli Stati membri, Tajani: ‘Spendiamo già tanto’
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Usa: “Telefonata Trump-Putin? Pace mai così vicina”. “Il tycoon pensa a riconoscere la Crimea come russa”. Armi, l’Ue vuole altri 40 miliardi dai “volenterosi”
Mondo
Contro Trump il Canada si fa scudo anche con la corona: “Noi e Regno Unito sovrani sotto lo stesso re”
Mondo
Scontro a distanza Francia-Usa. “Ridateci la statua della libertà”, “Non parli tedesco grazie a noi”
Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".