Il passaggio di consegne è avvenuto, la bandiera della Union Jack rialzata sul circuito dopo essere rimasta ammainata per anni, il tennis britannico ha ritrovato un protagonista capace di vincere i grandi appuntamenti. Jack Draper afferra il testimone lasciato da Andy Murray e trionfa nel Masters 1000 di Indian Wells. Lo fa in maniera strameritata, al termine di un torneo incredibile e di una finale senza storia contro Holger Rune, dominato con il punteggio di 6-2 6-2. Per lui si tratta del terzo titolo della carriera dopo il 250 di Stoccarda e il 500 di Vienna della passata stagione; quello che serviva per entrare per la prima volta in top 10 e issarsi fino alla posizione numero 7, davanti a Daniil Medvedev e vicinissimo a Casper Ruud e Novak Djokovic.
Joao Fonseca, Jenson Brooksby, Taylor Fritz, Ben Shelton, Carlos Alcaraz e, alla fine, Rune. Quello di Draper è stato un cammino sorprendente, difficile e autorevole, in cui l’impresa è stata senza dubbio quella messa in piedi in semifinale, con la vittoria su Alcaraz in tre set. Personalità, tenuta mentale e voglia di arrivare. Doti che anche Rune non ha potuto arginare in un atto finale concluso in poco più di un’ora. Dopo la semifinale allo US Open e l’ingresso in top 10, a Draper mancava questo passaggio: vincere un titolo importante. Adesso è entrato nei radar del grande tennis. E Rune? Il danese ha giocato un grande torneo, confermando i segnali positivi arrivati all’Australian Open, però manca ancora il ritorno tra i primi dieci, così come un trionfo che non si vede da quasi due anni.
È stato un viaggio lungo quello di Draper, cominciato nel sobborgo londinese di Sutton il 22 dicembre 2001 e che ha avuto la prima svolta a 6 anni, quando inizia a giocare a tennis sotto la tutela della madre Nicky, ex campionessa britannica juniores e in seguito allenatrice di tennis. Ha 14 anni quando esordisce nell’ITF Junior Circuit e ne ha 17, nel 2018, quando perde la finale al torneo di Wimbledon juniores contro Tseng Chun-hsin per 1–6, 7–6, 4–6. Nel mentre però fa la sua prima apparizione tra i professionisti. È il 18 settembre 2017 e Draper disputa a 15 anni il suo primo incontro al torneo Great Britain Futures F5 di Nottingham, superando le qualificazioni e venendo eliminato al primo turno del tabellone principale. Passa un anno e arriva anche il suo primo titolo nel circuito ITF, sul cemento del Great Britain F4 a Nottingham, battendo in finale il connazionale Andrew Watson con il punteggio di 3–6, 7–6, 6–0.
Deve attendere invece due anni per le prime vittorie nel circuito maggiore. Queste arrivano al Queen’s contro Jannik Sinner e Aleksandr Bublik, prima di entrare per la prima volta a Wimbledon grazie a una wild card. Al primo turno trova Djokovic e si toglie la soddisfazione di vincere il primo set per poi cedere in quattro. Per Draper è però una grandissima iniezione di fiducia, che si riflette sul 2022. Durante la stagione trionfa in ben quattro Challenger, centra per la prima volta i quarti di un Masters 1000 a Montreal eliminando Stefanos Tsitsipas (al tempo numero 5 del mondo) ed entrando in top 50 dopo lo US Open. Una scalata in classifica che a fine anno lo porta fino al numero 41 del mondo.
Dopo una stagione di transizione, il 2023, in cui arriva solo la prima finale Atp a Sofia, Draper trova nel 2024 l’anno di svolta. Inizia la stagione con la finale ad Adelaide, a giugno alza il primo titolo in carriera a Stoccarda contro Matteo Berrettini (3–6, 7–6, 6–4), al Queen’s si toglie la soddisfazione di eliminare il numero 2 del mondo Alcaraz, mentre allo US Open arriva addirittura la prima semifinale Slam, perdendo da Sinner. Dopo Flushing Meadows è numero 20 del mondo. Finito? Non ancora, perché Draper trova il tempo anche di trionfare a Vienna e piazzarsi in 15esima posizione nel ranking. Un’ascesa continua che ora ha trovato un nuovo capitolo in California, con il titolo più importante della carriera e l’investitura definitiva di un intero Paese.
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Jack Draper, il tennis inglese ha un nuovo baronetto: chi è il vincitore di Indian Wells
La Gran Bretagna ha ritrovato un protagonista capace di vincere i grandi appuntamenti dopo Andy Murray. Dalla madre coach agli esordi: la sua storia
Il passaggio di consegne è avvenuto, la bandiera della Union Jack rialzata sul circuito dopo essere rimasta ammainata per anni, il tennis britannico ha ritrovato un protagonista capace di vincere i grandi appuntamenti. Jack Draper afferra il testimone lasciato da Andy Murray e trionfa nel Masters 1000 di Indian Wells. Lo fa in maniera strameritata, al termine di un torneo incredibile e di una finale senza storia contro Holger Rune, dominato con il punteggio di 6-2 6-2. Per lui si tratta del terzo titolo della carriera dopo il 250 di Stoccarda e il 500 di Vienna della passata stagione; quello che serviva per entrare per la prima volta in top 10 e issarsi fino alla posizione numero 7, davanti a Daniil Medvedev e vicinissimo a Casper Ruud e Novak Djokovic.
Joao Fonseca, Jenson Brooksby, Taylor Fritz, Ben Shelton, Carlos Alcaraz e, alla fine, Rune. Quello di Draper è stato un cammino sorprendente, difficile e autorevole, in cui l’impresa è stata senza dubbio quella messa in piedi in semifinale, con la vittoria su Alcaraz in tre set. Personalità, tenuta mentale e voglia di arrivare. Doti che anche Rune non ha potuto arginare in un atto finale concluso in poco più di un’ora. Dopo la semifinale allo US Open e l’ingresso in top 10, a Draper mancava questo passaggio: vincere un titolo importante. Adesso è entrato nei radar del grande tennis. E Rune? Il danese ha giocato un grande torneo, confermando i segnali positivi arrivati all’Australian Open, però manca ancora il ritorno tra i primi dieci, così come un trionfo che non si vede da quasi due anni.
È stato un viaggio lungo quello di Draper, cominciato nel sobborgo londinese di Sutton il 22 dicembre 2001 e che ha avuto la prima svolta a 6 anni, quando inizia a giocare a tennis sotto la tutela della madre Nicky, ex campionessa britannica juniores e in seguito allenatrice di tennis. Ha 14 anni quando esordisce nell’ITF Junior Circuit e ne ha 17, nel 2018, quando perde la finale al torneo di Wimbledon juniores contro Tseng Chun-hsin per 1–6, 7–6, 4–6. Nel mentre però fa la sua prima apparizione tra i professionisti. È il 18 settembre 2017 e Draper disputa a 15 anni il suo primo incontro al torneo Great Britain Futures F5 di Nottingham, superando le qualificazioni e venendo eliminato al primo turno del tabellone principale. Passa un anno e arriva anche il suo primo titolo nel circuito ITF, sul cemento del Great Britain F4 a Nottingham, battendo in finale il connazionale Andrew Watson con il punteggio di 3–6, 7–6, 6–0.
Deve attendere invece due anni per le prime vittorie nel circuito maggiore. Queste arrivano al Queen’s contro Jannik Sinner e Aleksandr Bublik, prima di entrare per la prima volta a Wimbledon grazie a una wild card. Al primo turno trova Djokovic e si toglie la soddisfazione di vincere il primo set per poi cedere in quattro. Per Draper è però una grandissima iniezione di fiducia, che si riflette sul 2022. Durante la stagione trionfa in ben quattro Challenger, centra per la prima volta i quarti di un Masters 1000 a Montreal eliminando Stefanos Tsitsipas (al tempo numero 5 del mondo) ed entrando in top 50 dopo lo US Open. Una scalata in classifica che a fine anno lo porta fino al numero 41 del mondo.
Dopo una stagione di transizione, il 2023, in cui arriva solo la prima finale Atp a Sofia, Draper trova nel 2024 l’anno di svolta. Inizia la stagione con la finale ad Adelaide, a giugno alza il primo titolo in carriera a Stoccarda contro Matteo Berrettini (3–6, 7–6, 6–4), al Queen’s si toglie la soddisfazione di eliminare il numero 2 del mondo Alcaraz, mentre allo US Open arriva addirittura la prima semifinale Slam, perdendo da Sinner. Dopo Flushing Meadows è numero 20 del mondo. Finito? Non ancora, perché Draper trova il tempo anche di trionfare a Vienna e piazzarsi in 15esima posizione nel ranking. Un’ascesa continua che ora ha trovato un nuovo capitolo in California, con il titolo più importante della carriera e l’investitura definitiva di un intero Paese.
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Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".