“L’obiettivo di questo libro è quello di raccontare questa storia terribile , tra le tante che pure hanno caratterizzato l’Italia degli anni settanta, a chi anche per motivi anagrafici non la conosceva"
Sergio Ramelli – uno studente di destra di diciotto anni – viene aggredito a colpi di chiavi inglesi da un gruppo di militanti della sinistra extraparlamentare, morendo dopo 47 giorni di agonia. “L’obiettivo di questo libro è quello di raccontare questa storia terribile , tra le tante che pure hanno caratterizzato l’Italia degli anni settanta, a chi anche per motivi anagrafici non la conosceva e ricordarla alle tante persone che forse se l’erano dimenticate. L’obiettivo è quello di denunciare il virus dell’intolleranza, perché come ci insegna e ci racconta questa questa storia, dall’intolleranza si arriva alla violenza e dalla violenza si arriva all’omicidio”. Nicola Rao, giornalista e saggista parla così del suo ultimo Libro ‘Il tempo delle chiavi. L’omicidio Ramelli e la stagione dell’intolleranza’, edito da Piemme. L’autore auspica, così come fatto già dal presidente del Senato Ignazio La Russa, che conosceva personalmente Sergio Ramelli e fu anche avvocato della famiglia Ramelli, che “il prossimo 29 aprile, quando saranno cinquant’anni dalla morte del giovane, si faccia un passo avanti anche da parte della destra per consegnare questa storia non più soltanto alla destra ma a tutta l’Italia, perché Sergio Ramelli è una vittima di tutta l’Italia”.
Eppure per Rao, pur sperando in una pacificazione che definisce “doverosa”, “non siamo ancora a questo punto perché ci sono ancora degli steccati, dei recinti, in cui ogni parte si chiude anche per giustificare e difendere la propria storia. Però dopo mezzo secolo è il tempo di fare tutti un passo in avanti e superare quella storia e quelle vicende”. “Una pacificazione è possibile solo se ogni parte riconosce gli orrori e le tragedie che sono state compiute anche dai militanti del proprio campo”, spiega l’autore.
Per gli anni di piombo, così come per altre vicende e fenomeni che hanno attraversato, dilaniato, trasformato l’Italia, c’è stato un processo di rimozione. Perché questo paese non riesce mai a fare i conti con il proprio passato? “Questo Paese non riesce mai a fare i conti con se stesso, con i propri errori, con i propri limiti e difetti – dice ancora Rao – Io concludo il mio libro ricordando che l’Italia è stato il paese europeo che ha vissuto la stagione più lunga e sanguinosa del terrorismo, una stagione che ha visto tantissime vittime e tantissimi carnefici, tutti giovanissimi che ha coinvolto migliaia e migliaia di giovani. Le responsabilità che portarono a quella vicenda furono diffuse e fino ad oggi non sono state fino in fondo indagate”.