Dopo l’attacco all’agenzia per gli aiuti internazionali (Usaid) e al dipartimento dell’istruzione, l’attenzione di Donald Trump si sposta adesso anche contro organi di informazione finanziati dagli Stati Uniti e attivi all’estero, che il presidente Usa vuole smantellare. L’amministrazione Trump ha messo in congedo i giornalisti di Voice of America (Voa) e di altre emittenti, congelando bruscamente media decennali considerati da tempo fondamentali per contrastare le offensive informative russe e cinesi ma declassate dal tycoon a “propaganda radicale“.

Centinaia di dipendenti di Voa, Radio Free Asia, Radio Free Europe e altre emittenti hanno ricevuto un’e-mail nel fine settimana in cui si dice che saranno banditi dai loro uffici e dovranno consegnare i pass stampa e le attrezzature fornite. Trump ha emesso un ordine esecutivo che elenca l’Agenzia statunitense per i media globali (U.S. Agency for Global Media) tra gli “elementi della burocrazia federale che il presidente ha valutato non necessari“. La Casa Bianca ha affermato che i tagli garantiranno che “i contribuenti non saranno più responsabili della propaganda radicale”, segnando un drammatico cambiamento di tono verso le reti create per estendere l’influenza degli Stati Uniti all’estero. Una posizione molto simile a quella proprio del Cremlino: per il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, Voice of America e Radio Liberty “sono media di propaganda“: “Ma la loro chiusura è una questione interna degli Stati Uniti”, tiene a precisare. Entrambe le testate, sottolinea la Tass, sono state bollate nella Federazione Russa come media di agenti stranieri.

Harrison Fields, portavoce della Casa Bianca, ha scritto “arrivederci” su X in 20 lingue, una frecciata alla copertura multilingue di quelle testate giornalistiche. Il direttore di The Voice of America, Michael Abramowitz, ha dichiarato in un post su Facebook di essere stato messo in congedo, insieme a “praticamente tutto lo staff” di 1.300 persone. Voa fa parte della US Agency for Global Media, che gestisce anche reti come Radio Free Europe, Radio Free Asia e Middle East Broadcasting Networks. Alcune delle stazioni radiofoniche in lingua locale di Voa hanno smesso di trasmettere notiziari e sono passate alla musica per riempire il tempo di trasmissione, secondo gli ascoltatori. I dipendenti si aspettano che la copertura mondiale delle notizie dell’emittente si blocchi, secondo le fonti che hanno parlato con la Cnn e Politico a condizione di anonimato. “The Voice of America è stata messa a tacere, almeno per ora”, ha detto un corrispondente veterano.

Radio Free Europe è stata “un faro di democrazia” ed “è triste sapere che gli Stati Uniti stiano ritirando i loro finanziamenti. La domanda che ci poniamo è se possiamo intervenire con i nostri finanziamenti per guidare o riempire il vuoto che gli Stati Uniti stanno lasciando”, ha detto l’Alta rappresentante Ue Kaja Kallas in conferenza stampa al termine del Consiglio Esteri dell’Ue. “La risposta a questa domanda – ha spiegato – è che non è automatico, perché abbiamo molte organizzazioni che ci stanno presentando le stesse richieste”. Oggi, afferma Kallas, “è stata sollevata la questione”, sottolineando che ministri degli Esteri dell’Ue hanno chiesto a lei “che cosa si può fare”.

“Consideriamo questi organi di informazione come veri fari di verità, di democrazia e di speranza per milioni di persone in tutto il mondo”, ha affermato la portavoce capa della Commissione europea, Paula Pinho, nel briefing quotidiano con la stampa: “Naturalmente – ha aggiunto – in un’epoca di contenuti non moderati e fake news, il giornalismo, la libertà di stampa, che tutti voi rappresentate, sono fondamentali per la democrazia, e questa decisione rischia di avvantaggiare i nostri comuni avversari“. Intanto il ministro degli Esteri ceco Jan Lipavsky intende discutere con i suoi omologhi dell’Ue la possibilità di sostenere le trasmissioni di Radio Free Europe/Radio Liberty con sede a Praga, tramite un finanziamento da parte dell’Ue dopo che gli Usa hanno dichiarati di non essere più interessati a contribuire economicamente all’emittente. “È nell’interesse dell’Europa che queste trasmissioni continuino”, ha dichiarato il capo della diplomazia ceca. Ma sul punto la portavoce della Commissione Ue ha spiegato: “Stiamo ribadendo il nostro sostegno ai valori democratici. Non possiamo sempre intervenire per gli Stati Uniti e per qualsiasi cosa gli Stati Uniti smettano di fare, ma continuiamo a fare ciò che abbiamo fatto e poi sulle varie questioni, dovranno essere esaminate individualmente per vedere, possiamo fare di più dalla nostra parte”, ha aggiunto.

Trump ha ripetutamente attaccato Voa sin dal suo primo mandato. Creata nel 1942, Voice of America trasmette in tutto il mondo. Il suo statuto del 1976, firmato dal presidente Gerald Ford, afferma che “gli interessi a lungo termine degli Stati Uniti sono tutelati comunicando direttamente con i popoli del mondo”, chiedendo un giornalismo “accurato, obiettivo e completo”. Le successive leggi degli anni ’90 e 2010 hanno protetto Voa dalle interferenze dei funzionari del governo statunitense. Adesso però sembra arrivare il colpo di grazia. Radio Free Europe/Radio Liberty, invece, è stata fondata nel 1950, durante la Guerra fredda, per trasmettere al blocco comunista. Originariamente con sede a Monaco, l’emittente si è trasferita a Praga nel 1995. Trasmette in 27 lingue in 23 paesi, molti dei quali limitano fortemente la libertà dei media, con una rete di circa 1700 giornalisti e un pubblico di quasi 50 milioni di persone ogni settimana.

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