“La signora von der Leyen, mentre noi stiamo parlando, ha dichiarato che l’Europa deve prepararsi alla guerra. Queste sono follie e vanno dette. Io mi auguro che lei dirà dei no, quando ci sono situazioni che vanno fuori dalle contingenze normali”. Il senatore della Lega, Claudio Borghi, parlando in Aula si rivolge direttamente alla premier Giorgia Meloni – dopo le sue comunicazioni al Senato, in vista del prossimo Consiglio europeo – ricordandole “come lei giustamente dice” che “in certi casi l’autorevolezza si ottiene anche sapendo dire dei no“.
“In questa accelerazione sull’industria della difesa vedo dei rischi e delle opportunità”, ha aggiunto Borghi criticando “il metodo” della presidente della Commissione europea: “Non è possibile che improvvisamente la narrazione si sposti dal ‘non ci sono soldi per non fare niente’ a ‘800 miliardi per le armi‘. Questa cosa non sarà mai capita da nessun elettore, ma non gli si può farla passare liscia” a von der Leyen, insiste parlando del piano ReArm Europe.
Il senatore della Lega sottolinea comunque che “è evidente che le distanze ci sono” all’interno della coalizione di governo: “Non siamo un unico partito” ma alla fine “è stata trovata la sintesi“. Infatti ringrazia in particolare il ministro Foti che è stato “molto d’aiuto”, ha detto, nella stesura della risoluzione del centrodestra “tirando fuori non le differenze, ma le cose che accomunano ka maggioranza”. Borchi ha anche sottolineato che l’idea di un “esercito comune è una follia“: “Significa – ha aggiunto – che i nostri figli devono andare al fronte per il signor Macron che probabilmente comanderà un eventuale esercito europeo e noi non potremmo neanche dire che non siamo d’accordo perché nel frattempo avranno fatto saltare la regola dell’unanimità. Stiamoci attenti“.