Speranze, obiettivi, investimenti, sogni. Il calciomercato di gennaio 2025 è stato molto intenso e ha portato a stravolgimenti che non tutti si sarebbero potuti aspettare. Lo sanno bene, loro malgrado, Juventus, Milan o Roma, che dopo le spese importanti della scorsa estate, si sono ritrovate a sconfessare e correggere buona parte della campagna acquisti, riproponendosi protagoniste anche questo inverno. E a distanza di un mese e mezzo, qualche considerazione può essere fatta. Perché alla fine non tutti, o meglio non tanti, sono riusciti a trarre davvero giovamento dall’ultimo calciomercato. E con meno di dieci partite al termine della stagione, c’è già da pensare al futuro.

Flop d’alta classifica – Tolta l’Inter, che proprio non aveva bisogno (è arrivato solo Zalewski), le altre si sono mosse. E pure tanto. Non è bulimia mercatara, ma valutazione necessaria soprattutto quando sono implicati milioni e milioni di euro. Si parta dal Milan, per esempio, che dopo aver subito ceduto Morata in Turchia ha anche provato a salutare, prima dell’infortunio, Emerson Royal. Intanto sono arrivati Walker (6 partite), Joao Felix (piace molto a Conceiçao ma finora ha reso poco: 1 solo gol) e soprattutto Santi Gimenez, che dopo un discreto inizio sembra essersi spento. Poco impiegati Bondo e Sottil, gregari di una squadra che ancora non è riuscita a trovare la sua reale dimensione. Così come la Juve, che a gennaio ha provato di nuovo ad accontentare Motta, le cui sorti ora sembrano appese a un filo: Kolo Muani dopo 5 reti nelle prime partite si è arenato; Costa ha giocato poco; mentre Veiga e Kelly sono stati impiegati quasi sempre da titolari, ma le 7 reti subite nelle ultime due partite non depongono molto a loro favore (per quanto ogni giudizio rischi di essere riduttivo).

Sorride un po’ di più il Napoli, che per quanto in Okafor non abbia trovato il sostituto di Kvaratskhelia (solo poche manciate di minuti per lui: 36’ complessivi, in 6 partite), ha trovato Billing come uomo partita anche se impiegato molto poco. Impatto finora non sufficiente di Maldini con l’Atalanta (3 partite, tutte da subentrato), mentre un po’ per necessità, un po’ per caratteristiche, a Gasperini sta piacendo Posch in difesa, arrivato dal Bologna. A proposito di difensori: non sono tante le presenze per Nelsson (Roma: 3 partite e 167’ in A), mentre molto bene sta facendo Rensch (7 partite in campionato e un assist). Anche i giallorossi hanno ceduto tre giocatori che in pochi mesi non hanno convinto o avuto spazio: il portiere Ryan, il difensore Hermoso e il centrocampista Le Fée. La sensazione è però che il vero acquisto sia stato di qualche mese prima: quel Claudio Ranieri che è stato in grado di risollevare le sorti della squadra.

Gioie di metà classifica – Chi invece ha portato avanti un buon calciomercato e sta ora giovando degli acquisti è il Como, insieme con il Torino. Probabilmente, i due club che più hanno giovato dei volti nuovi. I lombardi hanno trovato il nuovo portiere titolare (Butez, molto bravo con i piedi), il centrocampista d’ordine che serviva a Fabregas (Cacqueret), un esterno difensivo quasi sempre titolare (Valle), un esterno offensivo spesso utilizzato (Ikoné), ma soprattutto Siren Diao, vera rivelazione di questa seconda parte di stagione. Spesa superiore ai 30 milioni di euro e investimenti proiettati per il futuro. Come per il futuro è stato pensato l’acquisto da parte del Toro di Casadei, subito convincente e già convocato in Nazionale insieme a Ricci (che probabilmente saluterà la prossima estate i granata). Positivo, con 3 gol già segnati, l’arrivo di Elmas, mentre titolare fisso è Biraghi, che ha portato esperienza e qualità sulla fascia sinistra (nota negativa: l’autogol fortuito contro il Bologna che ha regalato la vittoria agli emiliani). Meno impatto rispetto a Casadei sta avendo Belahyane nella Lazio (3 partite in Serie A): il centrocampista è arrivato proprio perché i biancocelesti non hanno trovato l’accordo con l’ex Chelsea. Buono, se non ottimo, l’arrivo di Solet a Udine, con il difensore che potrebbe già essere protagonista per la prossime sessione di mercato. A Firenze impiegati con regolarità Folorunsho e Pablo Marì, ma di Palladino è il merito di essere riuscito a recuperare Gudmundsson, dopo una prima parte di stagione da dimenticare.

Salvezza da rivedere – Nelle zone basse della classifica, invece, tanto si è cambiato perché poco cambiasse davvero. La scontata citazione gattopardesca fa riferimento al Parma (Djuric non è riuscito a dare quel peso che gli emiliani si aspettavano in attacco), all’Empoli (la squadra di D’Aversa è in crisi di prestazioni e di risultati) e soprattutto al Monza: Galliani ha tentato di tutto, prendendo anche giovani interessanti (come Palacios dell’Inter). Il miracolo al Condor non è riuscito, e la retrocessione sembra sempre più vicina. Avrà tempo per riprogrammare meglio il mercato per il prossimo anno e tentare una pronta risalita. Una tendenza però è chiara e riguarda tutte le squadre: chi ha avuto urgenza di sistemare le cose, ci è riuscito solo in parte. E la riparazione, frenetica, non è andata del tutto a buon fine.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Un minuto di silenzio, ma il calciatore è vivo: l’incredibile gaffe nel campionato bulgaro

next
Articolo Successivo

“Nessun club brasiliano in Copa Libertadores? Impossibile, come Tarzan senza Cita”. La frase razzista del presidente della Conmebol

next