“Mentre discutiamo del ritardo dell’Europa siamo ancora in attesa di una parola dall’Europa sull’ennesimo crimine di guerra di Netanyahu, che ha violato l’accordo. Parto da qui non per fare una polemica, ma perché questo mi pare il punto su cui si misura l’assenza di una politica, di una capacità di riorganizzare un protagonismo dell’Ue nel mondo, l’assenza di un protagonismo che emerge dal suo rapporto che io condivido, soprattutto sul piano della diagnosi”: così Nicola Fratoianni rivolgendosi a Mario Draghi, intervenuto in sala Koch al Senato per parlare del “Rapporto sul futuro della competitività europea”.

“Se di fronte al ritardo colossale che abbiamo sulla politica e sull’innovazione, rischiamo di restare fuori, occorre riflettere su quali siano le priorità e io non penso possano essere quelle di un piano di riarmo che individua una cifra, colpisce molto, 800 miliardi che lei aveva indicato come base minima necessaria per rispondere al nostro ritardo”, prosegue il deputato di Avs che riconosce nel discorso di Draghi una critica al piano di riarmo proposto da Ursula von der Leyen. “Non è possibile non vedere come di fronte a questa scelta il rischio non è solo quello di tagliare su welfare e altre priorità ma di non investire quanto avremmo bisogno di investire per le popolazioni”, continua ancora.

E conclude: “Rischiamo di continuare a fare un favore a chi l’Europa non la vuole più vedere, sia le forze esterne, come Trump e Putin, che le forze nazionaliste che programmaticamente vogliono farla saltare. Forse bisogna partire da qui, da questioni che non sono generali o generaliste ma hanno a che fare con le questioni che lei ci ha posto”.

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