Per l’edizione del cinquantenario, la presidenza del FAI ha scelto di fare le cose in grande e infatti tra i luoghi più ambiti ci saranno sicuramente dal romano Palazzo Farnese
Esattamente mezzo secolo fa, nel 1975, nasceva il Fondo per l’Ambiente Italiano, organizzazione che da sempre a fianco del patrimonio culturale e paesaggistico italiano. Fondato da Giulia Maria Crespi e Renato Bazzoni, con Alberto Predieri e Franco Russoli, il FAI ogni anno in primavera e autunno propone due momenti di valorizzazione del patrimonio aprendo straordinariamente luoghi solitamente inaccessibili al pubblico. Si tratta di una mission che in 50 anni ha dato risultati eccezionali, ovvero oltre 13 milioni visitatori, 16.290 luoghi aperti in oltre 7.000 città in 32 edizioni, sempre con l’obiettivo di educare la collettività alla conoscenza, alla frequentazione e alla tutela del patrimonio di storia, arte e natura italiano. Stavolta l’appuntamento è fissato per sabato 22 e domenica 23 marzo, date in cui si terrà la 33ª edizione le Giornate FAI di Primavera, grazie alla quale si potranno visitare 750 luoghi in 400 città.
Per l’edizione del cinquantenario, la presidenza del FAI ha scelto di fare le cose in grande e infatti tra i luoghi più ambiti ci saranno sicuramente dal romano Palazzo Farnese, sede dell’Ambasciata di Francia e il più sontuoso edificio cinquecentesco della città con la celeberrima Galleria Carracci, a Villa Rosebery a Napoli, immersa nel grande parco con giardino all’inglese e flora mediterranea, dal 1957 dotazione della Presidenza della Repubblica.
E poi la super contemporanea Torre Libeskind piegata su Milano e il sontuoso secondo piano di Palazzo Reale a Torino, occupato con l’Appartamento del Principe appena restaurato. Allontanandosi dalle città i partecipanti alle Giornate FAI di primavera potranno scegliere interi borghi come Loreto Aprutino (PE), con la Chiesa di Santa Maria in Piano, custode di una delle opere più suggestive della pittura del ‘400 in Abruzzo, e Gibellina (in Sicilia), Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea nel 2026; oppure itinerari “verdi” comprendenti l’Acquedotto medievale di Gubbio, in Umbria, lungo la Gola del Bottaccione fino alle mura urbiche, e il paesaggio lunare dei Calanchi di Alianello ad Aliano (MT). Anche per questa edizione, tuttavia, non mancano delle vere “chicche” che puntualmente segnaliamo.
A cominciare dal Centro Culturale Mita di Brescia che la più grande collezione privata di tappeti antichi al mondo del genere, con oltre 1300 manufatti. Oltre all’Europa si trovano esemplari provenienti dall’Anatolia, Asia Centrale, dal Caucaso, dall’Estremo e dal Medio Oriente, dall’India e dalla Persia. Sono documentate diverse tipologie di tappeti, tra cui capolavori rarissimi per antichità e per provenienza, alcuni di grandissimo formato, realizzati per palazzi o moschee, altri di piccole dimensioni e destinati alla preghiera personale.
In Emilia Romagna tra le varie mete proposte dal FAI, due sono assolutamente imperdibili. La prima è l’Oratorio di San Filippo Neri a Bologna capolavoro del barocco bolognese costruito tra il 1730 e il 1733 su progetto di Alfonso Torreggiani. Un tempo destinato al culto in linea con la spiritualità del Santo, dal 1999 è stato trasformato in uno spazio culturale di proprietà della Fondazione del Monte. L’interno è caratterizzato da un’unica navata con decorazioni sobrie ma eleganti. Oltre all’architettura, nell’Oratorio si possono ammirare le sculture settecentesche di Angelo Gabriello Piò, la pala d’altare di Francesco Monti, gli interventi di Fernando Galli Bibiena e l’Ecce Homo realizzato nel 1592 da Ludovico Carracci. Le decorazioni in stucco, eseguite da Carlo Nessi, aggiungono ulteriore raffinatezza all’ambiente.
La seconda è la Certosa di Parma luogo noto per aver ispirato l’ambientazione del romanzo di Stendhal La Certosa di Parma, una delle massime espressioni letterarie del romanticismo francese. Di solito inaccessibile perché ospita la Scuola di Formazione e Aggiornamento della Polizia Penitenziaria, il complesso è stato fondato dai Certosini nel 1285 ed è stato completamente trasformato rispetto alla struttura originaria: dopo essere stato in parte distrutto nel Cinquecento, infatti, nel 1769 il monastero fu soppresso e fu riformato per accogliere la Fabbrica Ducale dei Tabacchi di Parma, una delle più importanti del Nord Italia, che iniziò l’attività nel 1805. Nel 1891 la manifattura fu chiusa e a partire dal 1900 il monastero venne trasformato in un riformatorio e nel 1975 ha acquisito la sua attuale destinazione.
A Livorno apertura straordinaria per Palazzo de Larderel, il più imponente e sontuoso palazzo dell’Ottocento livornese che oggi ospita il Tribunale Civile. Il primo nucleo, che aveva l’aspetto di una villa di campagna, venne fatto realizzare, a partire dal 1830, dall’imprenditore francese trasferitosi nella città toscana François de Larderel che, sfruttando le risorse geologiche dei lagoni del Volterrano, promosse e sviluppò l’industria dell’acido borico, accumulando un cospicuo patrimonio e diventando il maggiore imprenditore della Toscana granducale, simbolo di un’aristocrazia di origine borghese. Durante le Giornate FAI di Primavera sarà possibile accedere eccezionalmente a molti degli ambienti interni del Palazzo, di cui verranno raccontate la storia e l’evoluzione, strettamente legate alla storia di Livorno.
Scendendo lungo la Penisola, sabato e domenica si potrà visitare il Faro di Capo Miseno, uno dei più suggestivi e caratteristici d’Italia, nonché uno dei 14 fari attivi in Campania. Situato all’estrema sommità nord del Golfo di Napoli, nei Campi Flegrei, illumina il mare che bagna Pozzuoli e il canale di Procida, uno dei più trafficati del Mar Tirreno: un luogo straordinario, da cui è possibile scorgere Procida, Ischia e Capri.
In Calabria il Parco Archeologico Nazionale di Capo Colonna, vicino Crotone, sorge sul promontorio dove si ergeva il grande Heraion Lakinion, culto tra i più noti della Magna Grecia. Il Parco include 30 ettari di terreno adibito a scavi e 20 ettari adibiti a macchia mediterranea. L’edificio pubblico più noto è il balneum, che sarà visitabile eccezionalmente durante le Giornate FAI, una struttura caratterizzata da un mosaico del I secolo a.C. – il mosaico dei delfini – che fa parte di un ambiente destinato a calidario. Il mosaico è stato ritrovato negli scavi della Soprintendenza condotti nel 2003 e poi ricoperto. Sarà per la prima volta mostrato ai visitatori grazie alla collaborazione tra il Parco Archeologico e il FAI.
In Puglia da non perdere il Castello Svevo di Brindisi, che fu costruito per volere di Federico II nel XIII secolo, per essere successivamente restaurato dagli Angioini e ampliato nel XV secolo dagli Aragonesi, nonché ulteriormente rinforzato da Carlo V nel XVI secolo. All’inizio del XIX secolo venne adibito a penitenziario; tra il settembre 1943 e il febbraio 1944 fu residenza di re Vittorio Emanuele III, della regina Elena e del maresciallo Badoglio che, in fuga da Roma, stabilirono qui la loro base promuovendo Brindisi a temporanea capitale della nazione. Oggi è sede del Comando della Brigata Marina San Marco, che ne cura la manutenzione e la conservazione.
Chiudiamo questa rassegna di meraviglie segnalando, in Sardegna, la Diga Eleonora d’Arborea, a circa mezz’ora da Oristano, in corrispondenza di un altipiano attraversato dal fiume Tirso. L’imponente struttura svolge un ruolo fondamentale nell’equilibrio idrico e agricolo della regione e ha dato origine al lago Omodeo, uno dei più importanti bacini artificiali italiani. Inoltre, figura tra le più grandi dighe in calcestruzzo d’Europa del tipo “a gravità di calcestruzzo”. Le sue dimensioni sono impressionanti: la quota di coronamento è di 120 m s.l.m., con un’altezza totale di 100 m e una lunghezza di 582 m.; il volume complessivo è di 1.040.000 mc, e il bacino copre 60mila ettari di terreno per l’irrigazione. La visita durante le Giornate FAI sarà un’opportunità unica, in quanto la struttura normalmente non è accessibile al pubblico. I visitatori entreranno in una delle gallerie della diga, mentre esperti, ingegneri e tecnici ne illustreranno in dettaglio funzionamento e caratteristiche. Sarà inoltre possibile ammirare una mostra di fotografie d’epoca e documentazione tecnica che racconta la storia e le fasi di progettazione della diga.