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Governo contro Istat. Calderone: “Assegno di inclusione non comparabile al reddito”. M5s: “Chieda scusa per la macelleria sociale”

La ministra: "Nessun risultato in termini di occupazione". Non un cenno ai non occupabili che a causa dei criteri più stringenti hanno perso qualsiasi aiuto, né ai working poor che prendevano il reddito pur lavorando
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Governo contro l‘Istat che ha certificato come l’abolizione del reddito di cittadinanza, sostituito da Assegno di inclusione e Supporto formazione e lavoro, abbia peggiorato i redditi disponibili per 850mila famiglie indigenti che hanno perso il beneficio o ricevono meno soldi. In scia alle parole della sua vice Maria Teresa Bellucci, che aveva ipotizzato “un’errata valutazione del dato”, martedì la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Calderone ha respinto le conclusioni dell’istituto dicendo che il rdc “non è comparabile con gli strumenti che noi abbiamo messo in campo”. E ribadendo che la misura varata dal primo governo Conte ha “fallito rispetto agli obiettivi, perlomeno quello di promuovere le politiche attive, quindi l’inserimento lavorativo delle persone. In questi termini 35 miliardi di investimento non hanno prodotto dei risultati consistenti, certi, in termini di occupazione, ma invece hanno prodotto un accompagnamento nel mantenimento del sussidio”. Non un cenno ai non occupabili che a causa dei criteri più stringenti hanno perso qualsiasi aiuto, né a coloro che prendevano il reddito pur lavorando, causa stipendi troppo bassi.

I deputati del M5S in commissione Lavoro Valentina Barzotti, Davide Aiello, Dario Carotenuto e Riccardo Tucci commentano che “ha perso l’occasione per tacere”. Perché, ricordano, i 35 miliardi che cita “sono andati solo in parte ai cosiddetti ‘occupabili’ che rappresentavano un terzo del totale dei beneficiari. La maggioranza dei percettori del Reddito erano poveri assoluti inabili al lavoro: bambini, anziani, disabili”. Secondo: “Abbiamo capito che purtroppo la ministra ha scarsa attinenza con studi e dossier, ma le sarebbe bastato sfogliare quello del suo stesso Ministero per scoprire che 258mila percettori di RdC nel 2020, 314mila nel 2021 e 297mila nel 2022 hanno avviato un nuovo rapporto di lavoro mentre erano in misura. Altro che ‘fannulloni’ e ‘divanisti'”.

Infine, se Calderone “cerca i colpevoli del mancato funzionamento delle politiche attive del lavoro alzi il telefono e chiami i presidenti di Regione di Centrodestra, che hanno boicottato il ‘Piano straordinario di potenziamento dei Centri per l’impiego’ varato nel 2019 dal Conte I propedeutico alla presa in carico dei percettori del Reddito”. In generale “è sconcertante che una ministra del Lavoro e pure delle Politiche sociali parli in questo modo; lo è ancor di più dopo i numeri diffusi ieri dall’ISTAT che certificano il fallimento dell’Adi. Piuttosto, Calderone e il governo tutto chiedano scusa per aver fatto macelleria sociale ottenendo come unico risultato il record storico di poveri assoluti”.

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