Ambiente

Il progetto del porto di Fiumicino per le navi da crociera: una storia di illegalità

Secondo l'associazione Tavoli del Porto, il muro sulla spiaggia costruito tra il 3 e il 4 marzo deve essere abbattuto. Per il Comune però è tutto in regola

Di Tavoli del Porto La spiaggia di Fiumicino in cui – nella notte tra il 3 e il 4 marzo scorso – è stato eretto un muro di 500 metri, si trova dentro una concessione demaniale rilasciata nel 2010 per fare un porto turistico. A realizzarlo doveva essere il gruppo Caltagirone, ma il progetto, con […]

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Di Tavoli del Porto

La spiaggia di Fiumicino in cui – nella notte tra il 3 e il 4 marzo scorso – è stato eretto un muro di 500 metri, si trova dentro una concessione demaniale rilasciata nel 2010 per fare un porto turistico. A realizzarlo doveva essere il gruppo Caltagirone, ma il progetto, con annessa speculazione immobiliare, fu bloccato da un’inchiesta giudiziaria. Nel 2022 si affaccia sulla scena la Royal Caribbean che, attraverso la sua controllata Fiumicino Waterfront, rileva all’asta fallimentare la società che aveva la concessione. Viene quindi depositato al Ministero dell’Ambiente nell’ottobre del 2023 un progetto con variante crocieristica per la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale.

Eppure, i porti crocieristici non possono essere gestiti da un privato. A stabilirlo è la legge 84/94. Tuttavia la Fiumicino Waterfront dichiara che il porto resta prevalentemente turistico perché i posti barca sono 750 mentre le navi solo una o due. Interviene quindi a gennaio di quest’anno l’Antitrust chiedendo alla società proponente di dimostrare con un piano economico dettagliato che la vocazione crocieristica abbia effettivamente dei ricavi minori di quella della nautica da diporto: la semplice valutazione in spazio occupato non è sufficiente.

Non soltanto, la concessione non potrà essere di 90 anni: con la funzione crocieristica sarà più breve il piano di rientro dell’investimento e quindi la durata della concessione dovrà essere ridotta, verosimilmente a 40 anni. Come se non bastasse l’Antitrust “suggerisce” di fare un’evidenza pubblica, fase non esperita finora. Come nelle migliori commedie all’italiana, per prendere una scorciatoia, il progetto viene inserito nel Decreto Giubileo per migliorare l’accoglienza dei pellegrini. Il porto però, se si facesse, sarebbe costruito in 9 anni e si è davvero molto lontani dall’ottenere le autorizzazioni.

Pur di tenere il piede nel Decreto Giubileo la FW ha dichiara che farà arrivare i pellegrini tramite le scialuppe dalle navi lasciate a largo. Perché “i pellegrini” dovrebbero preferire questo alla comoda Civitavecchia non è dato sapere, così come non è ben chiaro se dei pellegrini sceglierebbero effettivamente il crocierismo come mezzo di trasporto per arrivare a Roma, fatto sta che anche di questo famigerato “tendering” non c’è traccia delle autorizzazioni o quantomeno comunicazione pubblica delle stesse. Nonostante ciò, nella notte tra il 3 e il 4 marzo, la società installa un muro per bloccare l’accesso alla spiaggia.

I cittadini chiedono a gran voce di vedere i permessi per questa movimentazione di mezzi pesanti su spiaggia, la società non da evidenze, il Comune dichiara che è tutto legittimo, fatto sta che sulla cartellonistica esposta dietro grande insistenza delle associazioni appare solo indicazione della ditta che ha eseguito il lavoro. Altra questione sono i Bilancioni o “Trabucchi” oggetto di forte contesa, manufatti storici che si ergono su palafitte e venivano usati per pescare, ora tutelati dal Ministero della Cultura che i cittadini vogliono siano tutelati e riqualificati. Da recenti dichiarazioni di Comune e FW sembrerebbero improvvisamente ricadere sotto la competenza comunale e quindi del nuovo lato Sud della muraglia di Fiumicino, battezzata ormai “Muro del Pianto” dalla gente del luogo. Nuovamente i cittadini chiedono spiegazioni, nuovamente silenzio dall’Amministrazione.

E intanto il progetto, da un budget iniziale di 440 milioni, vede salire il conto a 700 milioni per effetto delle prescrizioni stabilite dalla Commissione tecnica di V.I.A. del Ministero dell’ambiente e tante altre potrebbero ancora arrivare dagli altri enti coinvolti, tra cui quello del Ministero della Cultura di cui si attende l’esito.