“Pensiamo sia urgente incontrarsi per mettere fine alla propaganda dei governi rispetto alla questione energetica e per prendere parola sull’aggressione che i nostri territori stanno subendo. Oggi la transizione energetica viene strumentalizzata per imporre la servitù dei nostri territori a scopo di profitto. Siamo coscienti dell’urgenza di abbandonare le fonti fossili a fronte del cambiamento climatico in atto, ma ci vogliamo opporre alle dinamiche speculative e di sfruttamento alle quali, da Sud a Nord, ci vogliono destinare in nome di una transizione che non è davvero verde. Crediamo sia necessario un radicale cambiamento nel sistema di produzione e di consumo della nostra società, a monte di variazioni delle nostre modalità di approvvigionamento energetico.” Questo l’incipit del convegno nazionale “No alla servitù energetica: interrompiamo la speculazione estrattivista, coloniale e militare sui nostri territori” che si terrà a Livorno i giorni 29 e 30 di questo mese, organizzato dal gruppo di lavoro “Confluenza”, progetto nato a Torino a gennaio 2024 dalla collaborazione di comitati spontanei e singole persone attive nella difesa dell’ambiente cittadino e di altri territori sotto attacco, con particolare attenzione alla Val Susa.
Un convegno dunque per ragionare sul far west energetico, che in nome di una sedicente transizione energetica sta colonizzando l’intera penisola, senza tenere nella minima considerazione le esigenze delle popolazioni interessate, del loro territorio, del loro ambiente. Un’operazione che ha più il sapore del business di pochi piuttosto che del vantaggio di molti. Un copione già visto questo dei pannelli solari a terra, dei parchi (sic) eolici, delle biomasse, che segue a distanza di tempo il business del piccolo idroelettrico, che comportò il prosciugamento di diversi corsi d’acqua alpini.
È così che uno degli obiettivi del convegno è di fare il punto della situazione, contrapponendo alle narrazione dominante un punto di vista lucido in merito alla speculazione energetica. Con un obiettivo più a lungo termine: quello di tessere una rete realmente democratica capace di rafforzare le attivazioni dal basso di ciascun territorio tramite la condivisione di esperienze e saperi. Partendo dalla considerazione che prima ancora di discutere di fonti energetiche, occorre chiedersi: a chi e perché serve tutta questa energia, visto che addirittura oggi si parla di affiancare alle energie “verdi” un nucleare di ultima generazione.
Il convegno vedrà il coinvolgimento di comitati territoriali, realtà ecologiste, movimenti sociali, associazioni ambientaliste, accademici ed esperti di diversi ambiti – dal consumo di suolo all’acqua, dagli impatti sui terreni agricoli a quelli sulla salute, dalla cementificazione agli effetti sulla biodiversità – ma anche giornalisti e redazioni informative interessate ad aprire un dibattito serio su questi temi. Per ulteriori informazioni sul programma è possibile consultare il sito Infoaut.org nella sezione Confluenza.