Si chiama Michael Garcia, ha 30 anni e fa il corriere. Il suo nome compare sui giornali di mezzo mondo perché un giudice della California – secondo quanto scrive il New York Times – ha stabilito che Starbucks debba risarcirlo per 50 milioni di dollari. La ragione? Una tazza di tè bollente gli è stata rovesciata addosso in un drive-through della nota catena nel 2020, a Los Angeles. L’uomo ha dovuto sottoporsi a diversi innesti cutanei e altri trattamenti medici sui genitali dopo l’incidente. La causa per negligenza è stata depositata presso la Corte Superiore della Contea di Los Angeles nel 2020. “Questo verdetto è un passo fondamentale nel ritenere Starbucks responsabile dell’evidente mancanza di attenzione alla sicurezza dei clienti” ha dichiarato l’avvocato di Garcia, Nick Rowley.
Ma come si sono svolti i fatti? Nel febbraio 2020 l’allora 25enne Garcia si ferma in un drive-through di Los Angeles per prendere tre tè caldi. La barista, secondo quanto si legge nella causa, sistema male un contenitore nel portabicchieri e, quando lo passa all’uomo seduto nella sua auto, il contenuto si rovescia. Dove? Addosso a Garcia, che nel video delle telecamere del negozio si vede contorcersi dal dolore.
Starbucks, secondo i documenti della causa, “non ha fissato adeguatamente i coperchi di ciascuna bevanda calda, servendole in modo negligente, imprudente e irresponsabile”. In un comunicato, Starbucks ha espresso solidarietà a Garcia ma ha annunciato che farà appello contro il verdetto. “Non siamo d’accordo con la decisione della giuria che ci ritiene responsabili di questo incidente, e riteniamo che l’importo del risarcimento sia eccessivo” ha dichiarato Jaci Anderson, direttrice della comunicazione aziendale.
