Ursula von der Leyen spinge l’Ue verso lo scontro con la Russia: “Se vuole evitarla, l’Europa si prepari alla guerra”

Mentre Russia e Stati Uniti si parlano per trovare un primo punto d’incontro per arrivare almeno a un cessate il fuoco tra Mosca e Kiev, l’Unione europea continua a vedere guerra all’orizzonte. E questa volta tocca alla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, suonare la carica. Lo fa dalla Royal Danish Military Academy iniziando il proprio discorso con l’ormai consueto piglio bellicista: “Se l’Europa vuole evitare la guerra, deve prepararsi alla guerra“.
Una formula addirittura abusata dai vertici dell’Ue e della Nato che l’hanno già utilizzata in diverse occasioni e che non muta al variare delle condizioni, che alla guida degli Stati Uniti ci sia Biden con le sue politiche o Trump con altre totalmente opposte: “Potremmo desiderare che queste cose non fossero vere. O che non dovessimo dirle in modo così schietto. Ma ora è il momento di parlare onestamente, in modo che ogni europeo capisca cosa è in gioco. Perché il disagio di sentire queste parole impallidisce di fronte al dolore della guerra. Basta chiedere ai soldati e al popolo ucraino. Il punto è che dobbiamo vedere il mondo così com’è e dobbiamo agire immediatamente per affrontarlo. Perché nella seconda metà di questo decennio e oltre si formerà un nuovo ordine internazionale. Quindi l’Europa si trova di fronte a una scelta fondamentale per il suo futuro. Continueremo a reagire a ogni sfida in modo incrementale e cauto? O siamo pronti a cogliere questa opportunità per costruire un’Europa più sicura? Un’Europa prospera, libera, pronta, disposta e capace di difendersi”, ha dichiarato introducendo così il tema del riarmo. “Entro il 2030, l’Europa deve avere una forte posizione sulla difesa. ‘Prontezza 2030‘ significa aver riarmato e sviluppato le capacità per avere una deterrenza credibile. La portata, i costi e la complessità dei progetti vanno ben oltre le capacità di ogni singolo Paese. Ecco perché dobbiamo sviluppare progetti su larga scala e intensificare gli appalti congiunti”.
Questo perché la Russia di Vladimir Putin, sostiene, si è ormai indirizzata verso un’economia di guerra che la renderà presto una minaccia non solo per l’Ucraina, ma anche per l’intera Europa: “Ora la Russia è su un percorso irreversibile verso la creazione di un’economia di guerra – ha aggiunto – Ha ampliato enormemente la sua capacità di produzione militare-industriale. Il 40% del bilancio federale è destinato alla difesa. Il 9% del suo Pil. Questo investimento alimenta la sua guerra di aggressione in Ucraina, preparandola al contempo al futuro confronto con le democrazie europee. E proprio mentre queste minacce aumentano, vediamo il nostro partner più antico, gli Stati Uniti, spostare la propria attenzione verso l’Indo-Pacifico. L’era dei dividendi della pace è ormai lontana. L’architettura della sicurezza su cui facevamo affidamento non può più essere data per scontata. L’era delle sfere di influenza e della competizione per il potere è tornata”.