Cinema

È morta Nadia Cassini, addio all’attrice idolo sexy degli anni ’70: “Avevo il sedere più bello del mondo ma non ho avuto c**o”

Una quindicina di film in nemmeno un decennio, una frizzante carriera come cantante di alcune hit da disco e un po’ di tv commerciale (la storica Premiatissima con Amanda Lear nel 1983),  poi un cupio dissolvi

di Davide Turrini
È morta Nadia Cassini, addio all’attrice idolo sexy degli anni ’70: “Avevo il sedere più bello del mondo ma non ho avuto c**o”

Addio Nadia Cassini. L’attrice “tutta da scoprire”, idolo sexy dell’erotico e comico anni settanta, è morta a Reggio Calabria a 76 anni dopo una lunga malattia. Una quindicina di film in nemmeno un decennio, una frizzante carriera come cantante di alcune hit da disco e un po’ di tv commerciale (la storica Premiatissima con Amanda Lear nel 1983), poi un cupio dissolvi – simile a quello che accompagnò Lilli Carati – tra operazioni chirurgiche finite male, alcolismo e un presunto caratteraccio.

Per capire popolarità e turbine di passioni che suscitò la Cassini all’inizio della sua carriera, bisogna recuperare Il dio serpente, un film di Piero Vivarelli del 1970. Cult assoluto per i decenni a venire, erotico tropicale spintissimo, con Cassini esordiente ventunenne nei Caraibi con attempato marito per riattivare il matrimonio sopito. I due intravedono su una spiaggia un accoppiamento selvaggio tra un ragazzo e una ragazza del luogo, li frequentano e Cassini (Nadia nel film), diventando amica della ragazza, Stella (Beryl Cunningham), verrà iniziata ai riti voodoo, nonché rimarrà invischiata nelle pieghe dell’animismo e ossessionata sessualmente da Djamballà, uno stallone del luogo che si chiama come l’adorato dio serpente. Cassini si toglie e si rimette di continuo il costume da bagno, poi in una scena si masturba, sudata, conturbante, nascosta tra tendaggi e veli in una stanza, con un seno che appare di sfuggita. Era il 1970, la pornografia era preistoria, al cinema il corpo delle donne iniziava a essere spogliato, osservato e bramato (tempo qualche anno e il femminismo fermò questo filone che si trasferì nel porno e nella commedia sexy ndr). Mentre l’ammiccamento al desiderio sessuale inarrestabile è qualcosa di travolgente (si narra che il rapporto sessuale con il co-protagonista Evaristo Marquez non fosse simulato). Basta Il dio serpente per lanciare Cassini e quello che diventerà un marchio di fabbrica: il suo lato B (“avevo il sedere più bello del mondo ma non ho avuto culo”, spiegò lei stessa in una storica intervista a Libero.

L’attrice era nata Gianna Lou Muller nel 1949 a Woodstock, nello stato di New York, da genitori statunitensi ma con il padre di origine tedesca e la madre di origine siciliana. Essendo entrambi attori del vaudeville si narra che Nadia nacque mentre i due erano in tournée. Vivrà in una famiglia allargata tra nonni e zii, sarà cantante di nightclub, ballerina, modella, si narra pure di una presunta relazione con George Simenon; ciò che è certo però è che nel 1968, a 19 anni, sposa il conte Igor Cassini, fratello dello stilista Oleg, dal quale prenderà il cognome adottato nel recitare. Nadia e Igor si trasferiscono a Roma. Lei inizia a fare provini, ma il rapporto si deteriora. Proprio mentre Il dio serpente è in sala, Cassini inizierà una relazione con l’attore greco Yorgo Voyagis (il Giuseppe nella serie tv Gesù di Nazareth) dal quale avrà una figlia, Kassandra.

Sempre nel 1971 è protagonista sexy ma vestita del film a episodi Mazzabubù quante corna stanno quaggiù? dove recitano anche Franco e Ciccio; nello stesso anno anticipa di dieci anni Rita Rusic nel comico preistorico mostrandosi sotto esigue pelli di cavernicoli in Quando gli uomini armarono la clava e con le donne fecero din don di Bruno Corbucci liberamente ispirato ad Aristofane. Cassini è nientemeno che la vergine Listra tra le brame di Antonio Sabato e Aldo Giuffrè. Nel 1972 c’è un ruolo di primissimo piano nel film britannico Pulp, diretto da Mike Hodges. Cassin affianca Michael Caine e Mickey Rooney dove si allude al sesso tra le pieghe dello scrittore bukowskiano protagonista.
Cassini si ferma per qualche anno. Intensifica la relazione con Voyagis, i due si sposano a Londra, nasce la figlia. Sarà solo nel 1976 a tornare in Italia ed iniziare un filone erotico soft con Ecco lingua d’argento di Mauro Ivaldi dove divide lo schermo con Carmen Villani e interpreta una dottoressa che deve guarire il protagonista malato di … sesso. È protagonista di altri due celebri film a episodi: Spogliamoci così senza pudor e Io tigri, tu tigri, egli tigra. Nel primo recita nell’episodio centrale modello pochade con Alberto Lionello e Barbare Bouchet, mentre nel secondo film tutto all star è accanto a Paolo Villaggio nel secondo episodio. Nel 1978 è protagonista di un altro cult assoluto. Sulla scia di Guerre stellari nascono epigoni di ogni genere e risma, tra cui Scontri stellari oltre la terza dimensione di Luigi Cozzi che mette insieme perfino Christopher Plummer e un ancora giovane David Hasselhof. Cassini è la Regina delle Amazzoni.
Tocca attendere il 1979 per L’insegnante balla… con tutta la classe di Giuliano Carnimeo dove esplode letteralmente l’inquadratura bassa, modello dettaglio, del lato B cassiniano. Cassini è un’insegnante di ginnastica che gioca sull’avvenenza del suo fisico e sulla “fame” dei maschi che le ronzano attorno. A questo punto esplode la Cassini della commedia sexy perché prima recita in L’infermiera nella corsia dei militari con Lino Banfi – celebre la scena della natica nuda con Banfi allupato – dove si intrufola in una clinica psichiatrica assecondando matti e medici, scostando abiti già corti e invisibili; poi si mostra in La dottoressa ci sta col colonnello e infine pittrice spesso in mutande e canottiera in Tutta da scoprire con Bombolo ed Enzo Cannavale; infine in L’assistente sociale tutto pepe è ritratta, tra gli altri, nella sequenza fenechiana della doccia. Attenzione però: Cassini appare in nudo integrale solo in Il dio serpente. Firmerà un contratto dove mostrerà il suo corpo ma mai al completo. A ciò va aggiunto che Cassini non ha mai imparato l’italiano e che ha sempre dovuto ricorrere al doppiaggio.Gli anni delle commedie sexy sono gli anni dei grandi guadagni e degli immensi sperperi. Colpa di Voyagis che decide ogni virgola contrattuale della moglie, poi acquista auto di lusso (“non avevamo però i soldi per far benzina”, spiegherà Cassini), organizza feste fuori Roma, e rimane in mutande. A quel punto è Cassini a ricevere un’offerta che non si può rifiutare. E chi se non Silvio Berlusconi? “Un giorno arriva un tizio, dice che lo manda un certo Berlusconi. E io: “E chi è?”. Spiega che Silvio ha delle proposte per me”, spiegò l’attrice “Con il modo di fare, l’entusiasmo, l’ottimismo, spiegandomi che non c’è più solo la tv di Stato, ora noi artisti possiamo scegliere. L’inizio però è drammatico. Studio minuscolo, d’estate, senza aria condizionata, pochi ballerini e luci che rispetto alla Rai mi invecchiano 10 anni”. Sono i mesi di Ridiamoci sopra con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia.

Cassini ha sempre ricordato le cene con Silvio e la nuova spinta, più positiva, in tv con Premiatissima ’83 dove affiancherà nel ruolo di Miss Fortuna, Cecchetto, Amanda Lear, Gigi Sabani e Gigi e Andrea. “Silvio mi fece vedere gli studi nuovi, dice che ci sono altri progetti, che ora l’emittente è cresciuta. Mi convince, firmo un contratto di tre anni. Ed è la rivincita di Berlusconi perché superiamo, come ascolti, il sabato sera della Rai”, spiegherà l’attrice e showgirl a Libero. Seguirà il Drive In ma Cassini non vuole continuare ancora con il lato B, pure in tv, schiacciata tra Lory Del Santo e Tinì Cansino. Cassini ha peraltro sempre raccontato che in quei mesi, quando correva spesso a New York a registrare hit con annessi video musicali in versione Tina Turner dark (c’è un suo brano A chi la do stasera entrato nell’olimpo del trash), il marito la picchiava di continuo e su suggerimento fallace dei propri manager ruppe il contratto con Canale 5. Da qui la china discendente, il destino cinico e baro che le riserva solo sfortune e disgrazie. A fine anni ottanta va a Parigi per un piccolo ritocco al naso che si era rotta tuffandosi in piscina ad Acapulco dieci anni prima. I medici le dicono che devono prendere la cartilagine dell’orecchio con una tecnica nuova, ma l’intervento finisce male con ustioni di terzo grado su tutto il viso. Addirittura ad un controllo scopre che l’orecchio destro è in cancrena tanto che deve essere amputato. E lì inizia l’ultima tappa del dolore: l’alcolismo dal quale uscirà a fatica dopo una lunga disintossicazione negli Stati Uniti durata anni.

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