“Militarmente l’Ucraina ha perso la guerra, lo sanno benissimo gli ucraini. Il problema è che bisogna trovare le condizioni per arrivare il più rapidamente possibile a una pace, perché altrimenti la situazione non può che peggiorare per gli ucraini e per noi“. Sono le parole pronunciate a Otto e mezzo (La7) dal direttore di Limes, Lucio Caracciolo, in un dibattito incentrato sulla odierna telefonata di due ore e mezza tra Donald Trump e Vladimir Putin.
“Noi europei non stiamo ragionando, ognuno va per conto suo – continua Caracciolo – Si parla di difesa europea che è una cosa che francamente non saprei se definire più triste o ridicola, visto che non esiste un soggetto europeo. Che cosa avremo? Avremo forse un parziale riarmo dei singoli paesi europei che aumenterà le asimmetrie fra i Stati membri, ognuno per conto suo e in attesa poi non si capisce di che cosa”.
E aggiunge: “Se noi non abbiamo mai nemmeno considerato la possibilità di un negoziato di pace prima, e adesso, a quanto pare, non siamo molto entusiasti di quello che avviene, vogliamo giocarcela con le armi? Non le abbiamo, quindi siamo completamente fuori pista. O rientriamo nel gioco diplomatico con delle idee nostre, e direi anche con delle idee italiane, perché se cominciamo a parlare di idee europee non si va da nessuna parte”.
La conduttrice Lilli Gruber ricorda che in Aula Giorgia Meloni ha detto che va sostenuto il tentativo di Trump per arrivare alla pace tra Ucraina e Russia.
“Il problema è che quel tentativo di Trump prescinde da noi – spiega Caracciolo – cioè si sta discutendo fra Russia e America l’assetto europeo in assenza di una partecipazione europea. Noi parliamo di cose che non esistono, tipo mandare soldati Nato in Ucraina, dopo che gli ucraini hanno perso la guerra. Significa o essere completamente cretini oppure non saprei. Perché invece – sottolinea – non parliamo di quale può essere l’assetto di pace in Europa che ci interessa davvero e che non ci sia imposto né dai russi né dagli americani? Una pace che deve vertere inevitabilmente su un’intesa con gli americani, che sono e restano la nostra sicurezza finché non avremo (per qualche secolo, temo) un soggetto e una difesa europea e poi naturalmente un accordo di pace con la Russia, che permetta di convivere senza avere sempre il fiato sul collo”.
Il giornalista, infine, smonta la narrazione retorica su Trump: “L’America oggi vive la sua crisi più profonda da quando è diventata una grande potenza. Non è solo Trump, che di questa crisi è l’espressione più rozza. Ma se al suo posto ci fosse la signora Harris, non credo che farebbe cose completamente diverse, nel senso che, vista la situazione sul terreno, una qualche forma di negoziato con la Russia dovrebbe per forza intavolarla“.