Roma, 22 mar. (Adnkronos) - Non si parla di 'federatori' del centrosinistra, né di nuovi partiti nel nuovo libro di Ernesto Maria Ruffini, presentato oggi all'Auditorium di Roma con Giovanni Floris, davanti a una platea attenta di ex-colleghi dell'Agenzia delle Entrate, curiosi, esponenti politici come Bruno Tabacci e volti noti come Roberto Zaccaria. 'Più uno. La politica dell'uguaglianza', edito da Feltrinelli, è un intanto un invito alla partecipazione. Una "sveglia", come dice l'ex-direttore dell'Agenzia delle Entrate. Non tanto e non solo ai partiti, ma soprattutto "a noi" stessi. "Se l'alternativa" di centrosinistra, di cui Ruffini si dichiara elettore, "è inadeguata, allora si sveglino i cittadini, ci si prenda cura di questo Paese e lo si faccia senza aspettare i partiti. Che poi i partiti, quando le persone si muovono, diventano molto attenti".
Un invito all'azione, quindi. A non sentirsi "sudditi" ma cittadini protagonisti. Aperto a tutti e soprattutto ai tanti che si sono allontanati dalla politica e che magari non si riconoscono in un partito. Del resto piazza del Popolo di sabato scorso, colma come non accadeva da tempo dopo l'appello di Michele Serra, racconta di una voglia di partecipazione che c'è. Ruffini, che alla piazza di sabato ha partecipato, non determina l'approdo. Sollecita un primo passo. "Io non ho risposte ma suggerisco un metodo. Quello di ricominciare a parlarsi e ad ascoltarsi. Dal dialogo e dalla collaborazione nascono idee e proposte. Mettiamo tutto a fattore comune e da questo non può che nascere qualcosa di buono". Quale sarà l'approdo "lo vedremo strada facendo".
Serve un nuovo partito, un partito dei cattolici? Chiede Floris. "David Sassoli ha risposto a suo tempo -risponde Ruffini- non è più il tempo di un partito dei cattolici ma è sicuramente il tempo in cui tutti, cattolici compresi, non restino a casa aspettando che passi la nottata". Per questo vanno coinvolte le persone. Ma serve fatica per farlo e capacità di ascolto. E' troppo comodo lasciare da parte quel 50 per cento che non vota più. Sono i fantasmi delle democrazie. Quelle sono le persone da svegliare".
Una capacità che i partiti non riescono ad esercitare, quella di "riuscire a mettere le orecchie a terra". Perché troppo spesso, argomenta Ruffini, "la politica è un menù, ha smesso di offrire una visione". Racconta che da direttore dell'Agenzia delle Entrare lo ha toccato con mano in sede di legge di Bilancio: "Un elenco di emendamenti dedicati a singole categorie e ad personam. Non una prospettiva, un modello di Paese. Questa destra ha un progetto per il Paese o è solo una leadership da seguire?".
Ma la stessa domanda va rivolta al centrosinistra. "Finché non c’è un'opposizione che propone un'alternativa, Meloni può dormire sonni tranquilli". Lo si è visto, sottolinea Ruffini, in questi giorni nel dibattito sul ReArm. "Nella Prima Repubblica un governo diviso sulla politica estera sarebbe caduto. Se il governo Meloni non è caduto è perché anche il centrosinistra è diviso". In merito al tema della difesa europea, l'ex direttore dell'Agenzia delle Entrate osserva: "Noi abbiamo vissuto più 70 anni di pace anche perché c’era l'ombrello della Nato. Ora quell’ombrello potrebbe venire meno. Non si può pensare di volere la pace senza un prezzo. Troppo comodo dire io sono per la pace, qualcun altro combatta per me. Il valore del Manifesto di Ventotene, di cui si parla in questi giorni, è stato quello di aver guardato avanti. Ora guardare avanti è anche organizzarsi per garantire la pace".
Floris chiede a Ruffini come si senta ad essere definito 'uomo delle tasse' per il suo incarico all'Agenzia delle Entrate. "Io ho solo fatto un lavoro, come lo sta facendo chi è venuto dopo di me. Dico solo che le tasse sono il prezzo che paghiamo per quello che abbiamo e che è tanto. Mi piacerebbe che mia figlia, a fine anno scolastico, mi portasse insieme alla pagella, anche la fattura di quanto è costata la sua istruzione: professori, personale scolastico, manutenzione edifici, riscaldamento, bollette della luce, materiali. In 13 anni di scuola dell'obbligo, la fattura cumulata sarebbe di centinaia di migliaia di euro". Ruffini domani sera sarà ospite di Fabio Fazio a 'Che tempo che fa' sul Nove.