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Incendio all’Ikea di Vilnius: la Lituania accusa di atti di terrorismo i servizi segreti russi

L’inchiesta ha portato all’arresto di due cittadini ucraini, ritenuti parte di una rete operante tra Polonia, Lituania ed Estonia con l’obiettivo di compiere sabotaggi
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Le autorità lituane hanno individuato nei servizi segreti militari russi i mandanti dell’incendio doloso che ha colpito il centro commerciale Ikea di Vilnius il 9 maggio 2024. L’inchiesta ha portato all’arresto di due cittadini ucraini, ritenuti parte di una rete operante tra Polonia, Lituania ed Estonia con l’obiettivo di compiere sabotaggi. Uno dei sospettati, minorenne all’epoca dei fatti, si trova ora in custodia in Lituania, mentre il complice è stato arrestato in Polonia. Secondo l’accusa, avrebbero agito su mandato delle strutture militari e dei servizi di sicurezza russi. L’organizzazione prevedeva attentati incendiari ed esplosivi in diversi centri commerciali della regione, con una ricompensa promessa di 10.000 euro e un’auto Bmw.

Le indagini hanno rivelato che i due si erano incontrati a Varsavia per pianificare gli attacchi, tra cui l’incendio che ha devastato il centro commerciale Marywilska, il più grande della Polonia. Gli inquirenti ritengono che a Vilnius il sospettato abbia piazzato una miccia a tempo all’interno dell’Ikea, attivata nelle ore notturne. Dopo l’attacco, il giovane avrebbe cercato di cancellare le proprie tracce prima di recarsi in Polonia per ritirare la ricompensa. Secondo il procuratore lituano, l’obiettivo di questi atti terroristici era intimidire la popolazione e spingere la Lituania e l’Unione europea a ridurre il supporto all’Ucraina, destabilizzando al contempo le strutture politiche ed economiche dello Stato. Al momento dell’arresto, il sospettato era in viaggio verso Riga, in Lettonia, per compiere un nuovo attentato. L’ufficio del procuratore generale ha affermato che tratterà l’attacco come un atto di terrorismo.

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