Mario Paciolla, il gip si riserva di decidere sull’archiviazione. I genitori: “Nostro figlio è stato ucciso”

Scioglierà la riserva solo nelle prossime settimane il gip di Roma, che dovrà decidere in merito alla seconda richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura per l’indagine relativa a Mario Paciolla, rinvenuto cadavere in Colombia nel 2020 dove operava per le Nazioni Unite. Il giornalista e cooperante napoletano è stato trovato impiccato con un lenzuolo, nella sua casa a San Vicente del Caguán, dove si trovava da circa due anni come osservatore per la verifica del corretto svolgimento degli accordi di pace tra il governo e le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Farc). A opporsi all’archiviazione sono i genitori Anna e Pino Paciolla, assistiti dall’avvocatessa Alessandra Ballerini (legale anche delle famiglie Regeni e Trentini), convinti che il figlio sia stato ucciso. “Abbiamo evidenziato tutti i dubbi e le incongruenze che secondo noi portano verso una ricostruzione di un omicidio e non di un suicidio – ha riferito Ballerini, illustrando le ragioni del loro ricorso con cui chiedono di proseguire negli accertamenti -. Ci sono anche dati scientifici e nella ricostruzione della polizia giudiziaria restano molti elementi di dubbio“. Per la penalista “gli elementi che ci fanno propendere per l’omicidio sono moltissimi: dalla perizia medico-legale alle tracce ematiche. Ricordiamo che in questa vicenda mancano molti elementi perché la sicurezza dell’Onu aveva provveduto a ripulire la scena del crimine, anche con la candeggina. Molte prove sono state fatte sparire e quindi moltissime cose non le sapremo mai”.
Questa mattina i genitori di Paciolla hanno organizzato un sit-it a piazzale Clodio, davanti al tribunale di Roma, con il presidente della Fnsi, Vittorio Di Trapani, con Beppe Giulietti, le associazioni ‘Articolo 21’ e ‘Amnesty International’. “Nostro figlio Mario è stato ucciso, per la sua attività, ne siamo certi. Lo dicono alcuni elementi scientifici raccolti, non abbiamo mai creduto che si sia suicidato, amava la vita e aiutava gli altri. Poco prima di morire aveva acquistato i biglietti aerei per tornare in Italia. Attendiamo risposte da 5 anni. Il nostro è un percorso di verità e giustizia, vogliamo che si dica che Mario è stato ucciso. Lo facciamo per i tanti cooperanti che stanno all’estero e anche per persone comune e come il caso di Alberto Trentini detenuto in Venezuela”. I genitori hanno ricordato che Paciolla poche ore prima che venisse ritrovato privo di vita nella sua casa a San Vicente del Caguan, aveva comprato “un biglietto aereo per tornare a Napoli. Lui amava gli altri: noi da cinque anni cerchiamo risposte. Il nostro è un percorso di verità e giustizia, lo facciamo per lui. Un percorso che abbiamo intrapreso anche per i tanti cooperanti che sono all’estero come il caso di Alberto Trentini“, concludono i genitori.