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Come stanno i giornalisti in Italia: gli uomini guadagnano il 16% in più delle donne, al 70% degli autonomi meno di 25mila euro l’anno

Prima edizione del report "Lo stato del giornalismo italiano" che sarà realizzato su base annuale dalla Fondazione sul giornalismo Paolo Murialdi e del dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della Sapienza
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I giornalisti uomini, complice il fatto che quasi tutti i direttori sono maschi, guadagnano in media il 16% in più rispetto alle colleghe: 62.661 euro contro 54.016. Gli autonomi, che sono sempre di più, fanno la fame: il 70% guadagna meno di 25mila euro l’anno. Particolarmente svantaggiati nell’ambito di quella platea risultano essere i cococo, che in media prendono la metà rispetto a un freelance. Sono i primi risultati del report Lo stato del giornalismo italiano, in attesa della versione completa che sarà presentata in corso d’anno. Diventerà poi un appuntamento annuale: a lavorarci la Fondazione sul giornalismo italiano “Paolo Murialdi” e il dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della Sapienza. La prima edizione si avvale della collaborazione dell’Inps, al cui fondo lavoratori dipendenti i giornalisti con rapporto di lavoro subordinato sono stati trasferiti dal luglio 2022.

Il gender pay gap nel settore è notevole e si mantiene in tutte le fasce d’età, con differenze che diventano più marcate oltre i 50 anni. Si ripercuote anche sui trattamenti pensionistici: in media 71mila euro per gli uomini contro i 48mila delle donne.

Il secondo importante gap segnalato dal report riguarda i trattamenti riservati ai giornalisti autonomi (freelance) rispetto a quelli subordinati con contratto cococo. Anche in questo caso i dati parlano chiaro: la retribuzione di un freelance è quasi doppia rispetto a quella di chi ha un contratto di collaborazione coordinata e continuativa.

Per quanto riguarda le categorie professionali, l’80% dei dipendenti è professionista mentre il restante 20% è diviso tra pubblicisti e praticanti. “Su 103.581 giornalisti iscritti all’Ordine – si legge nel documento – nel 2023 sono 17.179 quelli che versano contributi all’INPS, 25.791 quelli all’INPGI”. Alessandra Costante, segretaria generale della Federazione Nazionale Stampa Italiana, ha auspicato “il ridisegno sostenibile della legge ordinistica, anche alla luce delle sfide tecnologiche che la professione si appresta ad affrontare”.

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