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I misteri nei cellulari e nelle schede sim di Andrea Prospero: indagine bis e ipotesi truffe

Esclusi collegamenti tra il materiale informatico e il suicidio: le due inchieste della procura di Perugia separate formalmente
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L’indagine sul suicidio di Andrea Prospero si è sdoppiata. Al fascicolo legato alla sua morte aperto in seguito al ritrovamento del corpo se ne è infatti ora aggiunto un altro per chiarire eventuali attività illecite che potrebbero emergere dalla rete di rapporti raccontati da telefoni cellulari, sim, carte di credito e l’altro materiale informatico trovato nel monolocale preso in affitto dal giovane. Nel procedimento della procura di Perugia al momento non figurerebbero indagati.

Era stato comunque chiaro dall’inizio che l’indagine – coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Petrazzini e seguita dal capo dell’ufficio Raffaele Cantone – seguisse due filoni. Da un lato il reato di “istigazione o aiuto al suicidio” di Prospero, giovane studente universitario di Lanciano iscritto al primo anno d’informatica, per il quale è agli arresti domiciliari un 18enne romano, e dall’altro i misteri contenuti nei cinque telefoni cellulari, nelle tante sim e nelle carte di credito sequestrate dalla polizia nel locale dove lo studente era adagiato sul letto ormai privo di vita.

Gli accertamenti condotti finora devono avere escluso collegamenti tra le due circostanze. Di qui la separazione formale delle indagini, ora inserite in due diversi fascicoli. Il procedimento – che scaturisce dalla necessità di accertare possibili attività illecite – sarebbe al momento a carico di ignoti, cioè senza indagati. L’ipotesi sulla quale sono al lavoro gli inquirenti è che si possano celare truffe via web più o meno serie nella fitta rete di contatti informatici che coinvolgevano Prospero e da cui sono emersi il giovane ai domiciliari per averlo “aiutato” nel suicidio e il loro praticamente coetaneo campano indagato per cessione di stupefacenti in relazione al farmaco che avrebbe fornito allo studente e poi utilizzato per uccidersi.

Gli esperti del Centro operativo per la sicurezza cibernetica di Perugia si stanno destreggiando tra nick name, indirizzi IP e password per estrarre elementi utili per l’indagine condotta insieme alla Squadra mobile. C’è poi il fascicolo sul suicidio di Prospero, morto ingerendo farmaci oppioidi in grande quantità mentre era in chat su Telegram. Individuato il presunto fornitore, gli inquirenti puntano a stabilire da dove venissero. Se c’è un canale occulto di approvvigionamento sul web. Per domani, intanto, è fissato l’interrogatorio di garanzia davanti al gip del tribunale umbro del diciottenne ai domiciliari. “Esprimiamo sincera vicinanza e ci stringiamo al dolore dei genitori di Andrea Prospero per la perdita del loro figlio”, hanno fatto sapere i suoi familiari tramite l’avvocato Alessandro Ricci inviando un messaggio di vicinanza alla famiglia del 19enne che si è tolto la vita il 24 gennaio scorso.

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