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Comitato Paralimpico, è finita l’era di Luca Pancalli (e anche i suoi delfini non se la passano bene)

Il suo è un nome molto gradito al ministro Abodi per il post Malagò, ma l'idea di garantire continuità nel Cip sembra essere destinata a naufragare: ecco perché
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Il 2025 sarà un anno di rivoluzioni per la governance dello sport italiano. Le attenzioni sono tutte concentrate sul futuro del Coni e di Giovanni Malagò, se riuscirà a strappare al governo una proroga per il quarto mandato o dovrà ritirarsi a giugno, come previsto dalla legge. Anche nel Comitato Paralimpico, però, si annunciano grandi cambiamenti: dopo 20 anni, finirà l’era di Luca Pancalli, che governa il movimento da sempre, dal 2005 quando fu fondato il Cip sotto il Governo Berlusconi (ma anche da prima, visto che era alla guida già della precedente Federazione Sport Disabili).

Pancalli ha annunciato ufficialmente negli scorsi giorni ciò che era nell’aria da settimane: non si ricandiderà alle prossime elezioni. Un passo indietro che ne nascondeva in realtà un altro in avanti: punta a fare il salto proprio al Coni e a raccogliere l’eredità di Malagò, sarebbe candidato gradito al ministro Andrea Abodi (da capire se anche ai presidenti federali, che poi sono quelli che votano). Dietro la sua scelta, però, potrebbero aver pesato anche i timori su una possibile incandidabilità: Pancalli è stato rieletto nelle ultime due occasioni nel 2018 e nel 2021, ma era in carica anche prima, nel 2017, quando il Cip è effettivamente diventato un ente pubblico, dunque poteva avere esaurito i tre mandati a disposizione. Un’intricata questione giuridica, su cui sarebbe stato necessario quantomeno chiedere un’interpretazione.

Non è un caso che in tempi non sospetti, prima ancora che Pancalli sciogliesse la sua riserva, si era già fatto avanti lo sfidante: Marco Giunio De Sanctis, attuale n.1 della Federazione Bocce, che viene proprio dal mondo paralimpico, di cui è stato segretario generale. In passato vicino a Pancalli, le loro strade si sono poi separate tanto che oggi si presenta come candidato alternativo, nel segno della discontinuità. Infatti non è a lui che il presidente uscente sognava di affidare la sua macchina. Per la successione, Pancalli aveva pensato ai suoi due storici vice, fedelissimi dell’attuale gestione, Sandrino Porru o Roberto Valori, che poi si è effettivamente candidato. I due delfini, però, non sono riusciti a vincere nemmeno le loro elezioni interne, nelle Federazioni da cui provengono.

Nella tornata elettorale che a cascata precede le urne del Comitato, si sono verificate delle sorprese abbastanza clamorose. Nella FISPES (Federazione Italiana Sport paralimpici e sperimentali, praticamente la para-atletica) Porru, che era storico numero uno da quattro mandati, è stato battuto dall’outsider Mariano Salvatore. Stesso discorso nella FINP (Federazione Italiana Nuoto Paralimpico), dove ha vinto per soli due voti Franco Riccobello, mentre l’ex n.1 Valori aveva indicato Federica Fornasiero, proprio in vista della scalata al Cip. Si tratta di due delle Federazioni maggiori e più vincenti fra quelle autonome (in molte altre disciplina quella paralimpica è solo una divisione interna alla Federazione ordinaria nazionale). E il risultato è indicativo del clima interno a un movimento, quello paralimpico, molto più tormentato di quanto la gestione monolitica dell’ultimo ventennio lasci pensare. Come il Coni, anche il Cip dovrà scegliere presto il suo futuro.

X: @lVendemiale

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