Questa Europa criminale rappresenta il principale pericolo per la pace mondiale

I circa trentamila (secondo loro, ma chissà) fregnoni, bimbiominkia e umanità varia, di età mediamente piuttosto avanzata, che si sono riuniti sabato 15 marzo in piazza del Popolo a Roma su invito di Stampubblica e del complesso militare-industriale che la finanzia, non si sono evidentemente resi conto di avere svolto il ruolo degli utili idioti, come del resto si addice agli idioti, siano essi utili o meno.
Ammetto che le ispirazioni che hanno sorretto la scesa in piazza di costoro erano alquanto varie e fra loro alquanto contraddittorie, anche per la studiata ambiguità dei promotori. Eppure era percepibile un diffuso rumore di fondo, all’insegna dell’esaltazione dell’Europa senza se e senza ma, il che ripropone la problematica relativa alla confusione mentale che alberga negli organi cerebrali di coloro che hanno aderito.
I principali nemici del progetto europeo non sono infatti né Trump, né Putin, né tantomeno Xi Jinping, il quale ultimo in particolare avrebbe tutto da guadagnare dall’esistenza di un’Europa autenticamente autonoma, democratica e sovrana, in grado di interloquire in modo costruttivo con la Cina per un nuovo governo multipolare del pianeta. I principali nemici dell’Europa si chiamano oggi Ursula von der Leyen, Emmanuel Macron, Friedrich Merz, Paolo Gentiloni e compagnia e siedono a Bruxelles e nei governi degli Stati membri.
Sottoscrivo al riguardo quanto scritto dal generale di Corpo d’Armata Marco Bertolini: “L’Unione Europea di Ventotene, di Spinelli e della Pace, non esiste più, se mai fosse esistita. È morta con il sostegno guerrafondaio dato all’Ucraina e con la guerra contro la Federazione Russa. Il paradosso è che questa guerra la vogliono tutti coloro che hanno sbandierato fino ad ora i colori della pace e ciarlato di Europa di Pace, di Libertà e di Democrazia proprio nel momento in cui Usa e Federazione Russa stanno trovando un accordo di pace. Falsi, più falsi di una banconota da 1 euro. Per questo motivo spero vivamente che questa orribile Unione Europea, oligarchica, guerrafondaia, autoritaria e antipopolare, fallisca presto e che Stati veramente sovrani trovino forme di collaborazione e cooperazione diverse da quelle attuali tendenti alla Pace e al benessere sociale ed economico dei loro cittadini.”
L’acuta analisi di Bertolini mette il dito nella piaga gettando una luce veritiera sulle attuali fallimentari élites europee, al servizio sempre e comunque delle lobby, siano esse chimico-farmaceutiche – come ai tempi del Covid – o armamentistiche (in gran parte peraltro multinazionali a impronta statunitense) come negli attuali tempi di “preparazione alla guerra”.
Inaccettabile anche l’uso strumentale che alla manifestazione di Roma, finanziata indebitamente dal Comune di Roma, è stato fatto del Manifesto di Ventotene, migliaia di miglia lontano da ogni concezione di stampo bellicista e suprematista e che pone invece l’esigenza di un superamento dell’orizzonte europeo per una pacifica cooperazione in attesa dell’unità politica dell’intero globo. Non è quindi casuale che Giorgia Meloni se ne dissoci nel suo sforzo contorsionistico attuato per non dispiacere né a Trump né a von der Leyen.
Questa Europa di folli e di criminali continua ad aizzare un leader da tempo finito nella pattumiera della storia come Zelensky a continuare una guerra insensata fin dalla sua origine che va correttamente posta negli eventi di piazza Maidan del febbraio 2014 e dell’inizio della massiccia ingerenza occidentale nelle vicende ucraine.
Questa Europa di folli e di criminali continua ad appoggiare il criminale di guerra e contro l’umanità, il genocida Netanyahu, che proprio martedì 18 ha voluto rilanciare, con l’appoggio di Trump, il massacro della popolazione civile palestinese per tentare di restare aggrappato alla sua infame poltrona, sempre più in pericolo dato l’evolversi della situazione interna israeliana.
Questa Europa di folli e di criminali rappresenta oggi il principale pericolo per la pace mondiale e per gli stessi popoli che ne fanno parte, costretti dalle infami oligarchie a un’esistenza sempre più precaria e priva delle più elementari garanzie sociali e democratiche, per non parlare degli immigrati che affogano nel Mediterraneo o, se sopravvivono, sono costretti a subire politiche discriminatorie. Se ci sarà quindi un futuro per l’Europa, ci sarà togliendo di mezzo le attuali sue indegne classi dirigenti.