Jake Sendler, 21enne lottatore di arti marziali miste, è morto a causa di una rara patologia muscolare collegata a un eccessivo esercizio fisico. Durante il suo ultimo incontro a Melbourne, lo scorso 3 marzo, lo sportivo si è sentito male ed è stato portato in ospedale: lì, gli è stata diagnosticata la rabdomiolisi, una condizione in cui i muscoli si degradano a causa di sforzi eccessivi, condizioni di salute preesistenti o traumi. Le fibre muscolari vengono distrutte e le tossine rilasciate entrano nel flusso sanguigno, mettendo a rischio i reni e causando una potenziale insufficienza renale.
Il giovane lottatore australiano è stato posto in coma farmacologico e ha subito numerosi interventi chirurgici e trasfusioni di sangue ma per lui non c’è stato nulla da fare. Prima di combattere per quello che sarebbe stato il suo ultimo incontro, il 21enne si era impegnato a perdere il 7% del suo peso corporeo in due giorni, come ha raccontato un insider a NewsCrop. E la madre di Sendler, Sharone, ha lanciato un appello ai lottatori di MMA: “Jake era un guerriero assoluto, un uomo straordinario. Il nostro messaggio è: ascoltate i segnali del vostro corpo. Seguite i vostri sogni ma non ignorate i sintomi”. La donna ha raccontato che il figlio, nei giorni precedenti al combattimento, aveva dolori muscolari e le urine di colore scuro e attribuiva la colpa “alla stanchezza. Ora sappiamo che il suo corpo aveva già ceduto e i suoi reni funzionavano solo al 40%”.