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L’ex Ilva andrà a Baku Steel, l’annuncio di Urso: “Ora partirà il negoziato”

Dovrà esprimersi il comitato di sorveglianza, poi ci sarà il via libera del ministero e si aprirà la trattativa con i sindacati
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L’ex Ilva di Taranto sarà venduta agli azeri di Baku Steel. Al termine del bando di gara, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, ha annunciato che i commissari “mi hanno preannunciato che invieranno una richiesta formale per essere autorizzati a un negoziato”. È dunque la loro la proposta migliore. Ora dovrà esprimersi il comitato di sorveglianza, poi ci sarà il via libera del ministero e si aprirà la trattativa con i sindacati che sono già sul piede di guerra per la continua cassa integrazione.

La seconda fase della vendita, quindi, sarà in esclusiva con gli azeri e ci sarà da decidere anche se lo Stato – attraverso Invitalia – entrerà nel capitale, probabilmente con una quota pari al 10% che equivale a circa 50 milioni di euro. Non è detto, tra l’altro, che Baku Steel non decida di accettare anche una partecipazione degli indiani di Jindal Steel. La proposta di Baku prevede circa 7mila dipendenti a regime, quindi nel corso del tempo ci saranno circa 3.000 posti di lavoro in uscita. Gli azeri prevedono inoltre un solo altoforno e la costruzione di almeno due forni elettrici.

Come era ampiamente prevedibile, insomma, si andrà nel corso del tempo a rimpicciolire il perimetro occupazionale e produttivo creando una “mini-Ilva” che arriverà a sfornare al massimo 6 milioni di tonnellate di acciaio all’anno. Sullo schema previsto dal governo, insomma, restano due incognite importanti, le stesse che hanno tenuto banco nel corso dei 15 anni di vertenza iniziata con l’estromissione della famiglia Riva: l’ok dei sindacati alle uscite, inevitabili, e le autorizzazioni del ministero della Salute relative alla valutazione del danno sanitario.

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