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Un nuovo movimento socialista contro l’onda nera? Trovo utile la lettura di Bobo Craxi e Franco Garofalo

"Per un socialismo adatto ai tempi. Un dialogo su passato e futuro". Una conversazione interessante sul passato che aiuta col presente
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Nel disfacimento dell’internazionalismo, nel collasso della solidarietà globale e nel venir meno dell’architettura mondiale costruita, con fatica, dopo la Seconda guerra mondiale, un elemento salta all’occhio: la scomparsa di un movimento socialista degno di questo nome. E, a questo proposito, per una sintetica ma densa lettura di ciò che è stato, pur senza pretese scientifiche, ma con qualche ambizione nel provare a immaginare un futuro difficile (seppur non impossibile), è molto utile il libello Per un socialismo adatto ai tempi. Un dialogo su passato e futuro (Biblion edizioni). Una conversazione di Bobo Craxi, già sottosegretario agli Esteri nei due anni del secondo governo Prodi (2006-2008), con Franco Garofalo.

“Una nuova politica internazionale – spiega Bobo Craxi – basata sul multilateralismo e non più su blocchi compatti e contrapposti, ha alla base almeno una condizione: che tutti siano interessati a ciò che succede negli altri Paesi. Con Trump non sarà così: questa ideologia sostiene altro. L’eccessivo ottimismo con cui taluni hanno salutato questa vittoria alle presidenziali di Trump come una vittoria in senso estensivo del sovranismo e del patriottismo, di quei governi europei che ritengono di aver anticipato questa nuova svolta conservatrice, verrà con molta probabilità spazzato via dal nuovo presidente americano. E più di altri, l’Italia appare pedina di un gioco altrui. Il governo dei “patrioti” non ha avuto esitazioni, quando si è trattato di rimettere in discussione le istituzioni europee in nome della nazione; come difenderanno oggi il patrimonio dell’“italianità” con un partner assai più ingombrante, risoluto ad affermare il proprio sovranismo, e perciò stesso, indifferente quando non irridente del sovranismo altrui?

Se ci riferiamo al fatto che l’ultradestra europea e italiana si possa identificare con il fascismo; e noi sappiamo non essere così perché il fascismo nasceva in una temperie assai diversa, oltre ad esprimere un’estetica del tutto inattuale e irrecuperabile nell’attualità, io sono propenso a credere che ci troviamo di fronte a qualcosa di molto peggio del fascismo. Mussolini era cosciente di essere, nel grande scacchiere mondiale, una pedina: ma di un gioco che era il suo! Di un velleitarismo imperialista che era il suo. Il fascismo del secolo scorso aveva un disegno arcaicizzante di impero; tutto rivolto al passato, un sogno di professori di latino per così dire, ma aveva un disegno. Qui invece si intende essere pedine di un gioco d’altri”.

Interessante, su questo, perché lo sguardo sul passato aiuta a comprendere il presente, la riflessione di Craxi sul Risorgimento italiano: “I socialisti hanno radici risorgimentali. E il Risorgimento non fu certo un movimento reazionario di destra, ma proprio il contrario. Fu una rivoluzione portata sulle spalle da un certo numero di giovani intellettuali borghesi, assieme a generali come Garibaldi, abituati a dirigere milizie volontarie regolarmente inferiori per forze al nemico, con il supporto dell’ambizione della casa regnante piemontese… In breve, era un irredentismo con un forte slancio fideistico. Ora qui di irredentismo ce n’è poco; perciò salutare la vittoria di Trump come una vittoria dei ‘sovranisti di tutto il mondo’ è veramente voler credere alle fate”.

Quindi se da una parte abbiamo oggi una rete mondiale nera comandata da Trump con tanti vassalletti sull’attenti, da Milei a Meloni, e “alleata” con autocrati e dittatori tutt’altro che sull’attenti, quello che manca è un movimento internazionalista socialista pronto da subito a contrastarla agendo sulle istituzioni globali e continentali in declino, come l’Onu massacrato dai più grandi paesi membri e l’Unione europea trasfigurata dall’attuale leadership capace di trasformare il tempio della pace in un negozio di armi e poco altro.

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