Maestre e maestri su Onlyfans, il ministero dell’Istruzione pensa a un codice etico

Il caso di Elena Maraga – la maestra di una scuola cattolica con profilo su OnlyFans (la piattaforma online a pagamento che diffonde contenuti per adulti) – ha innescato una riflessione non solo sugli stipendi degli insegnanti, ma quali comportamenti possano essere in contrasto con l’insegnamento. Per questo il ministero dell’Istruzione, come già accade per i dipendenti pubblici, sta pensando a un codice. I dipendenti pubblici, in generale, devono “evitare dichiarazioni, immagini o commenti che possano danneggiare il prestigio o l’immagine dell’amministrazione”. Quindi a breve tutto il personale scolastico potrebbe dover rispettare le regole riguardo all’uso dei media e dei social, in linea con il codice di comportamento nazionale per i dipendenti pubblici.
Il nuovo codice etico conterrà indicazioni di comportamento per i docenti e il personale scolastico ed è stato già sottoposto a una commissione di giuristi, d’intesa con il Mim. La questione dei comportamenti degli insegnanti è diventata d’attualità per il caso della maestra, anche bodybuilder, per cui i vertici della scuola dove lavora discutevano di una eventuale “punizione”.
L’insegnante è stata contattata dalla responsabile della scuola perché venisse cancellato il profilo social osé in quanto avrebbe “rovinato” l’immagine dell’istituto. Suggerimento che è poi diventato pubblico grazie a un post su un gruppo Facebook. Non torno indietro di un passo. Sono adulta e consapevole di quello che sto facendo con il mio corpo” ha replicato lei.
Intanto la Fism (Federazione italiana scuole materne) di Treviso è intervenuta stilando un codice etico per disciplinare il comportamento degli insegnanti anche sui social e il testo verrà votato nella prossima assemblea provinciale del 30 aprile. Il suo presidente ha dichiarato che “decoro e riservatezza dovrebbero essere parte del bagaglio di ciascun insegnante” e poi ha specificato che si tratta di “una questione delicata che stiamo cercando di trattare con la dovuta cautela. Per tutelare i bambini, le famiglie e le insegnanti che rischiano di finire vittime dell’onda mediatica creata dal caso. Quando si ha a che fare con le persone, in particolare i minori, la prudenza non è mai troppa”.