Alpini nei cantieri, caccia alle spie e strade chiuse di notte: per chi abita a Cortina sono olimpiadi infernali

A Cortina è scoppiata la guerra. Una guerra olimpica, dove gli alpini fanno il lavoro degli operai, dove la vallata del Boite per tre mesi viene isolata di notte per trasporti eccezionali lungo un tragitto di 36 chilometri, si dà la caccia alle spie che hanno diffuso notizie riservate e solo i giornalisti embedded sono ammessi a raccontare le mirabilie della nuova pista da bob. Ecco servito l’antipasto di quello che ci si deve attendere da qui al febbraio 2026 nella “perla delle Dolomiti”, dove il 24 marzo comincerà la preomologazione della “Eugenio Monti” e si annuncia l’arrivo dei generali dell’esercito politico che saranno impegnati in un’esercitazione tale da far impallidire – tra discorsi, cocktail e tartine – “Volpe Bianca 2025”, che ha appena coinvolto 1.300 uomini delle truppe alpine dell’esercito, tra Alto Adige e Veneto.
TRUPPE ALPINE AL LAVORO – La prima notizia l’ha data Fabio Massimo Saldini, amministratore delegato di Società Infrastrutture Milano Cortina 2026 (Simico) e commissario governativo per le opere olimpiche, subito dopo che il 15 marzo è stata dichiarata la conclusione dei lavori della pista, al grezzo, ma sufficienti per la prima prova dei bob. “Le alte temperature dell’aria, in questa primavera anticipata, hanno reso più complessa la ghiacciatura, poiché per ora c’è soltanto la struttura in cemento, senza l’isolamento di tutte le parti accessorie, che saranno completate nei prossimi mesi – ha dichiarato Saldini il 17 marzo a Il Gazzettino – Pertanto si è reso necessario costruire, a tempo di record, un grande serpentone di legno e teli di materiale plastico, una sorta di serra, una protezione lungo molte parti della pista”. I rinforzi arrivano addirittura dall’esercito, a dimostrazione di come la pista di Cortina sia una questione di interesse nazionale. “Oltre ai dipendenti abituali, sono stati di grande aiuto i militari, le truppe alpine dell’Esercito. In questo modo si mantiene un microclima più freddo attorno alla parte di scivolamento e il risultato si è visto subito: da due giorni stanno ghiacciando la pista, nei trentatré settori in cui è divisa, ognuno con una temperatura differenziata”.
Ilfattoquotidiano.it ha chiesto a Simico una conferma: quanti e quali alpini sono stati impiegati, per quanto tempo e chi ha autorizzato questa commistione tra lavoro pubblico (Simico), privato (Impresa Pizzarotti) e militare? I segreti di guerra vanno ben conservati, quindi non è arrivata alcuna risposta. Per fortuna ci sono le foto che ritraggono i mezzi dell’esercito. La Prefettura di Belluno ha appreso la notizia dal giornale, mentre nelle caserme delle truppe alpine si sta ancora cercando di ricostruire la catena di comando che ha autorizzato l’intervento con l’elmetto da cantiere e non da battaglia.
“ALEMAGNA” OFF LIMITS DI NOTTE – I cittadini della vallata del Boite hanno scoperto da un filmato, diffuso da ilfattoquotidiano.it e subito diventato virale, il passaggio notturno di due bilici, ognuno con due casette del villaggio olimpico che sarà realizzato a Fiames, a nord di Cortina, per ospitare 1.400 atleti. È cominciato il 7 marzo e continuerà fino al 6 giugno, visto che le casette da trasportare sono 377 e quindi servono 95 convogli, composti da due bilici e sei auto, tre per ogni bilico. Come scritto in un’ordinanza dell’Anas (che però non è stata inviata ai giornali, ma solo alle autorità interessate) dalle 22 alle 6 di ogni notte (escluse domeniche e prefestivi) la strada statale 51 di Alemagna verrà chiusa al traffico “per tratti successivi e parziali” dal chilometro 72 (Tai di Cadore) al chilometro 108, visto che ogni mezzo è largo 4 metri e mezzo, lungo più di 21 metri e alto 4 metri. Impossibile sorpassare se non quando i bilici trovano una delle 6 piazzole di sosta individuate dalla ditta Surdi di Poggibonsi incaricata del trasporto. Il trasporto eccezionale esce però dall’autostrada a Ponte nelle Alpi e quindi i disagi si estendono per 65 chilometri fino a Fiames. Non è detto che il trasporto si concluda a giugno, perché i cantieri in autostrada e in Alemagna causeranno interruzioni.
“E SE SUCCEDE UN’EMERGENZA?” – Roberta de Zanna, consigliere comunale di minoranza a Cortina, commenta: “Dopo aver visto il video delle casette sono ancora più convinta che di queste Olimpiadi tutto si possa dire eccetto che sono sostenibili e compatibili. E se succede un’emergenza? Un infarto, un incendio, cosa si fa? Si aspetta che passi il convoglio per intervenire? Ma quello che ancor più fa arrabbiare è che nei comunicati trionfali dei vertici della Simico sull’inizio lavori al Villaggio Olimpico, non si faccia minimamente cenno ai disagi che ne derivano”. Poi un altro affondo: “Siamo in mano a poteri che, in virtù di un decreto ministeriale, possono agire come vogliono sul nostro territorio, possono perfino costruire una cabinovia ai bordi di una frana attiva per trasportare gli spettatori per le gare olimpiche e possono perfino chiuderla subito dopo l’evento per 3/4 anni e forse più in attesa che venga costruito il parcheggio di pertinenza. E tutto questo per vendere qualche biglietto in più per le gare di sci! Ma ci sarà pure un giudice o un funzionario di qualche ente responsabile in grado di porre dei limiti a questa follia?”.
SOCREPES, IMPIANTO AZZOPPATO – Il riferimento alla cabinovia riguarda il progetto di partenariato pubblico-privato da 127 milioni di euro per collegare il comprensorio del Faloria con quello della Tofana di mezzo. Fondazione Milano Cortina 2026 ha urgenza di avere un impianto di risalita dalla zona Apollonio fino a Socrepes, per portare in quota 4.000 spettatori della gare di sci femminile. Dopo molte richieste di modifica del progetto (che insiste su una zona franosa e di pregio paesaggistico come i prati di Mortisa) è fissata la Conferenza dei servizi decisoria per il 24 marzo. In quella occasione si discuterà solo la parte della cabinovia che realizzerà Simico con i soldi del governo. Manca la parte del maxi-parcheggio, necessaria perché l’impianto, una volta realizzato, possa essere usato per gli sciatori. Il rischio è che si faccia la cabinovia e non il resto, quindi l’impianto resterebbe chiuso dopo le Olimpiadi. Secondo il Corriere delle Alpi, la napoletana Quick No Problem Parking, socia di Pool Engineering, si sarebbe ritirata. Socrepes rischia di diventare un grosso problema.
CACCIA ALLE SPIE – Che Socrepes sia un bubbone ambientale, economico e procedurale lo conferma Simico. Tre giorni fa è stata annullata la gara a procedura ristretta da 23 milioni di euro per la cabinovia, poiché erano stati pubblicati da due quotidiani i nomi delle due società che avevano presentato l’adesione alla fase di preselezione: l’italiana Leitner e l’austriaca Doppelmayr. In base all’articolo 35 del Codice degli appalti, Saldini ha annullato la gara perché “fino alla conclusione i dati e le informazioni non possono essere resi accessibili o conoscibili”. Anzi, per i pubblici ufficiali (ma non per i giornalisti, che sono parte “terza”) si fa riferimento alla violazione di segreto d’ufficio, perseguibile d’ufficio. Per questo si è aperta la caccia per individuare la falla nel sistema, che potrebbe avere ricadute penali. Intanto il commissario Saldini ha spiegato al Corriere del Veneto che la gara verrà ripresentata, “andando a realizzare in estrema urgenza l’impianto a fune, al contempo Simico andrà a bandire una nuova gara per il nuovo proponente che dovrà presentare un nuovo Piano economico finanziario che riguarderà solo il parcheggio e il people mover”. In ballo ci sono 100 milioni di euro, a carico dei privati.
GIORNALISTI EMBEDDED – Come in tutte le guerre, la stampa ha un ruolo importante di controllo. Il 26 febbraio ilfattoquotidiano.it ha chiesto a Simico di poter visitare la pista (come era stato già consentito ad altri giornalisti, con polemiche per le discriminazioni). Il 27 febbraio, all’avvio dell’impianto di congelamento, è stato risposto che la visita sarebbe stata autorizzata solo a pista consegnata da parte di Pizzarotti, quindi a cantiere chiuso. Questo è accaduto sabato 15 marzo, ma finora hanno potuto accedere alla pista solo alcuni giornalisti, che hanno fotografato la ghiacciatura in corso. Evidentemente, Simico si è dimenticata de ilfattoquotidiano.it.