Roma, 26 mar. (Adnkronos) - In un contesto sociale in continua evoluzione, anche il mercato immobiliare sta subendo profondi cambiamenti. Il 16ª Rapporto sul Mercato delle Locazioni in Italia 2024 di SoloAffitti rivela che l'abitazione di proprietà non è più al centro delle priorità degli italiani. La domanda di affitti è in aumento, l’offerta rimane insufficiente rispetto alle esigenze, e la durata media della permanenza degli inquilini nello stesso immobile è leggermente aumentata. Questa fotografia del mercato, scattata dal primo gruppo in Italia dedicato alla gestione e tutela della rendita immobiliare, è stato il tema principale della conferenza Contratti flessibili e più case sul mercato: il futuro dell’affitto, organizzata oggi da SoloAffitti nella Sala Refettorio della Camera dei Deputati, a Palazzo San Macuto. All’iniziativa hanno preso parte Silvia Spronelli, fondatrice e Ceo di SoloAffitti, Gian Battista Baccarini, presidente Fiaip, Alice Buonguerrieri, deputata membro della Seconda Commissione Giustizia della Camera e segretario della Commissione Parlamentare e di inchiesta sul rischio idrogeologico e sismico del territorio italiano, Tilde Minasi, Senatrice Membro della 8ª Commissione permanente (Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica) e Mario Abis, sociologo e docente universitario.
Lo studio evidenzia che, soprattutto tra i giovani, possedere una casa non è più considerato un valore fondamentale. Il tradizionale triangolo di valori - lavoro sicuro, casa di proprietà e famiglia - che ha caratterizzato le generazioni precedenti, sta perdendo rilevanza. Anche se l'Italia continua ad avere uno dei tassi di proprietari di immobili più alti d'Europa, il divario con i paesi del Nord Europa si sta assottigliando. La propensione ad acquistare una casa sta diminuendo, lasciando spazio a scelte più dinamiche come l'affitto, che oggi riguarda il 30% delle famiglie italiane, rispetto al 20% di 10 anni fa. Questo aumento testimonia un cambiamento nel modo di vivere, che riflette un'erosione del valore attribuito alla casa di proprietà, legato anche a nuove possibilità economiche. I dati mostrano un mercato in trasformazione: la domanda di affitti cresce rapidamente, ma l'offerta resta stabile e non riesce a soddisfare la richiesta. Ciò ha determinato un aumento dei canoni di locazione, con un incremento medio del +4% rispetto al 2023. Nel complesso, da quando è finito il periodo pandemico, i canoni di locazione residenziale nelle principali città italiane sono aumentati del 20%.
Chi sono gli inquilini e perché scelgono di vivere in affitto? L'analisi rivela che la maggior parte degli affittuari (44,3%) prende in affitto un immobile come abitazione principale, il 31,3% per motivi di lavoro e il 21,2% per studio. Inoltre, il 37,6% degli affittuari è single, mentre il 24,1% è composto da coppie senza figli. Un dato significativo riguarda la motivazione della scelta: sebbene nell'immaginario comune l'affitto sia sempre stato visto come un "piano B" rispetto all'acquisto, sempre più persone lo scelgono consapevolmente per la flessibilità che offre, permettendo di cambiare casa, quartiere o città con maggiore facilità. Il 43,8% degli inquilini che ha preso in locazione un immobile come abitazione principale ha dichiarato di vivere in affitto per scelta, considerandola un'opzione più adatta al proprio stile di vita rispetto all'acquisto di una casa.
L'analisi evidenzia che molte città hanno visto aumenti dei canoni anche significativi. In testa c'è Roma, dove i canoni sono aumentati del 13% a causa dell'effetto Giubileo. Al contrario, alcune città hanno registrato piccoli cali, tra cui Milano (-4%), che con il canone medio più alto d'Italia (oltre 1.200 euro al mese) sembra aver raggiunto il limite massimo sostenibile dal mercato. Qui si iniziano anche ad apprezzare i primi effetti del nuovo accordo territoriale per i contratti a canone concordato, che sta contribuendo a calmierare i prezzi. A Roma si paga 999 a mese (+13%); a Bologna 843 (+6%); a Napoli: 661 (+9%) a Torino 542 (+5%) e a Milano: 1.278 euro (-4%).
Lo studio ha anche analizzato le motivazioni per cui molti proprietari scelgono di tenere i loro immobili sfitti. Secondo l'Istat, su un patrimonio di oltre 35 milioni di immobili ad uso abitativo in Italia, quasi il 30% (9.581.772) non sono occupati, non vengono concessi in uso a parenti e non sono affittati a medio-lungo termine.
"L’indagine che abbiamo condotto mostra chiaramente come, per rendere il mercato della locazione più accessibile e incentivare i proprietari a mettere a reddito gli immobili attualmente non occupati, sia necessaria un intervento sulla normativa sulle locazioni, che garantisca maggiore flessibilità e tutele sia per i proprietari che per gli inquilini", commenta Silvia Spronelli, Ceo del Gruppo SoloAffitti.