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Commissioni su PagoPa, peccato che l’interrogazione in Ue sia stata ritirata

Di PagoPa mi ero già occupato qualche tempo fa a proposito delle commissioni dovute per pagare la Pubblica amministrazione
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“La piattaforma PagoPA applica commissioni ai pagamenti effettuati con carte di debito o credito, con importi variabili a seconda del prestatore di servizi scelto. Queste commissioni non sembrano in linea con la Direttiva 2015/2366 che prescrive agli Stati membri di assicurare ai cittadini la gratuità dell’utilizzo di strumenti di pagamento le cui commissioni interbancarie siano basate su carta. Inoltre, PagoPA è l’unico intermediario offerto ai cittadini e questo potrebbe rappresentare una anomalia”. Lo scrivono in una nota congiunta gli europarlamentari del Movimento 5 Stelle Pasquale Tridico e Dario Tamburrano, cofirmatari dell’interrogazione.

“Abbiamo raccolto la segnalazione di un cittadino che denunciava questa possibile distorsione e abbiamo presentato una interrogazione alla Commissione europea per verificare se queste commissioni siano conformi alle normative europee“, si legge. “La Pubblica amministrazione deve essere trasparente nei confronti dei suoi cittadini e per questa ragione, se la Commissione dovesse confermare i nostri dubbi, chiederemo a banche e istituti finanziari di restituire queste commissioni ai contribuenti”, concludono.

Questo è il comunicato stampa con cui gli eurodeputati M5S Tridico (ex presidente Inps) e Tamburrano annunciano, il 22 gennaio scorso, la presentazione di un’interrogazione alla Commissione Ue per verificare la compatibilità del sistema PagoPa con la normativa Ue.

Di PagoPa mi ero occupato qualche tempo prima con un post su questo blog, dove mi interrogavo sulle commissioni dovute per pagare la pubblica amministrazione (pagare per pagare) che comparavo a quelle sui bollettini postali e ai lauti stipendi dei vertici delle relative strutture (PagoPa e Poste Italiane) che prestano il servizio. Qui il testo dell’interrogazione.

Qualche giorno fa, ho deciso di verificare sul sito del Parlamento Europeo se la Commissione avesse già risposto. Con mia sorpresa, la pagina dell’interrogazione risultava inesistente, con un laconico messaggio di errore. Ho pensato a un problema tecnico temporaneo, ma tutte le altre pagine erano accessibili. Ho quindi cercato l’interrogazione sia con i nomi dei due eurodeputati M5S sia con il numero (238/2025), ma senza successo: sembrava non essere mai esistita. A quel punto, ho scritto direttamente a Tridico e Tamburrano per avere chiarimenti. Il 4 marzo, Pasquale Tridico mi ha risposto con un breve messaggio: PagoPA ci ha anticipato la risposta, in modo esauriente. Saluti cordiali, PT.

Ho replicato chiedendo cosa ciò significasse esattamente, dato che spettava alla Commissione rispondere. Tra l’altro cercando in rete ho trovato che persino l’Antitrust aveva a suo tempo fornito un parere che bocciava l’idea di far diventare PagoPa unico modo di pagamento per la PA. Inoltre, non ero a conoscenza della possibilità di ritirare un’interrogazione dopo la sua presentazione: in tanti anni in cui seguo l’attività del Parlamento Europeo, non mi era mai capitato di assistere a un caso simile. Da allora, aspetto una seconda risposta da Tridico, ma il silenzio persiste. Anche Tamburrano, solitamente molto reattivo, non ha dato segni di vita.

È comprensibile che un cittadino possa sentirsi disorientato di fronte a questa situazione, in assenza di chiare spiegazioni da parte dei suoi rappresentanti eletti. Spero che con la pubblicazione di questo post si riescano ad avere maggiori chiarimenti dagli interessati.

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