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‘Gen_’ parla di medicina di confine: un film gentilmente coraggioso

Un documentario ambientato nell'ospedale Niguarda a Milano, dove il dottor Maurizio Bini coordina due nuclei operativi
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Gentilmente coraggioso. Ecco come si potrebbe definire Gen_ , l’ultimo lavoro diretto da Gianluca Matarrese scritto insieme a Donatella Della Ratta, che arriverà nelle sale italiane dal 27 marzo distribuito da Barz and Hippo. Un documentario ambientato nell’ospedale pubblico di Niguarda a Milano, dove il dottor Maurizio Bini coordina due nuclei operativi: il centro per la disforia di genere e la struttura per diagnosi e terapia della sterilità e per la criopreservazione.

Il suo intervento ha un valore che va ben oltre l’ambito medico e che comporta veri e propri cambiamenti di vita. Ogni giorno vengono affrontati casi complessi, dilemmi etici e sociali, inevitabilmente legati alle scelte da suggerire ai pazienti. Le storie raccontate nel documentario, filmate dal regista con discrezione e rispetto, descrivono un dialogo di profonda umanità tra Bini e i suoi assistiti. L’empatia che si stabilisce con il medico e la fiducia reciproca diventano la carta vincente con la quale cercare di individuare la soluzione dei problemi. “Trattiamo una medicina di confine – afferma il dottor Bini – una medicina sul bordo della quale tutti hanno qualcosa da affermare, che si parli di spermatozoi, ovociti donati, fecondazioni artificiali o persone che cambiano sesso. Una medicina di cui tutti hanno una opinione non sempre sufficientemente sostenuta da una informazione corretta”. Il merito di questo film è quello di riconoscere e raccontare argomenti poco compresi, rispetto ai quali ci si pone spesso con superficialità e approssimazione.

“La nostra – sottolinea ancora Bini – è una medicina nella quale si conosce quello che avviene, quello che si fa, pacatamente, senza dimenticare quello che si tocca. Stiamo toccando il nucleo ardente dell’umanità in un’epoca in cui si usano i guantoni, questa è ancora una medicina in cui si usano i guanti”.

Gen_ è anche una riflessione su ciò che l’assistenza pubblica dovrebbe sforzarsi di essere. Assistendo al documentario ci si rende conto delle difficoltà dei medici contro gli ostacoli burocratici del sistema. “Non facciamo quello che i pazienti vogliono, facciamo quello che ci sembra giusto e a volte dobbiamo forzare perché siano legali”. Il documentario scorre libero grazie anche alla straordinaria simpatia del dottor Bini, che approfitta delle pause lavorative per passeggiare nei boschi e raccogliere funghi. “Anche loro hanno bisogno di trovare il partner!” confida scherzosamente ad un paziente, spiegando il processo di riproduzione dei funghi attraverso spore di origine sessuale, che in fondo non si discosta così tanto dall’attività del suo reparto.

Le musiche di Cantautoma firmano la colonna sonora con il suo stile divertente e sensibile.

Presentato con successo di pubblico e di critica al Sundance 2025, la speranza diffusa è che ottenga la stessa favorevole attenzione in Italia.

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