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Israele e l’inverno delle proteste “dei capelli bianchi”: le migliaia di manifestanti davanti all’ufficio di Netanyahu

La rabbia contro il licenziamento del capo dello Shin Bet. Il premier ha cambiato giorno e ora della riunione mille volte. Invano
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Questo inverno di Israele verrà ricordato come la protesta dei capelli bianchi. Malgrado il freddo e la notte passata in tenda la maggioranza dei dimostranti non è di giovani o giovanissimi, malgrado ce ne siano. I giovani purtroppo sono in gran parte militari di leva o riservisti, molti sono feriti in riabilitazione, molti sono morti, alcuni ancora ostaggi. Siamo a Gerusalemme, sotto una pioggia battente, fradici, per proteggere i guardiani della democrazia in una delle manifestazioni più emozionanti nella storia dello Stato. Migliaia sono lì, con gli ombrelli.
“Dimenticate la stanchezza e la disperazione, non perdete la speranza, e uscite a combattere per il futuro di questo nostro paese”, scrive Karine Nahon, una dei capi della protesta.

Le energie sono elettrizzanti, davanti all’ufficio del Primo Ministro, di fronte alla Knesset, davanti alla casa del premier. Il telefono segna 6 gradi ma è come se fossero meno 6. Una vitalità davvero straordinaria. È la forza che ti nasce dentro quando senti che il tuo futuro e quello dei tuoi figli è in gravissimo pericolo fisico e morale.

Quando la polizia di fronte all’enorme partecipazione ha vietato le immagini da droni, un ragazzo è salito sul tetto di un camioncino e ha fotografato. Netanyahu ha cambiato il giorno e l’ora della riunione di governo mille volte sperando di riuscire , come un ladro nella notte, a sfuggire alla protesta che lo attendeva all’esterno. I ministri sono entrati di nascosto da porte laterali nel tentativo di sfuggire da chi li attendeva fuori.

Durante la notte hanno comunque votato all’unanimità e il capo dello Shin Bet Ronen Bar è stato licenziato. Ma immediatamente l’opposizione si è appellata all’Alta Corte e per prevenire una situazione irreversibile quest’ultima ha emesso un’ordinanza temporanea per congelare il licenziamento fino a ulteriore decisione presa dopo un’udienza in presenza delle parti entro l’8 aprile. Netanyahu ha lasciato intendere che potrebbe non rispettare una decisione della Corte Suprema sulla questione. Il forum dell’economia e dell’high tech hanno minacciato in risposta che in questo caso sciopereranno. Si è unito a loro il sindacato dei lavoratori. La protesta continua. Domenica il governo si prepara a licenziare anche la procuratrice generale.

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