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La dieta “mima-Ozempic”: “Con questi cibi si attiva la produzione della semaglutide senza prendere farmaci”. Ecco come funziona

Verdure, legumi, cereali integrali, grassi sani come l’olio extravergine d’oliva e proteine di qualità: i pilastri della dieta mediterranea sono fondamentali per stimolare la produzione naturale del GLP-1
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Nella diretta Youtube del 5 marzo il dott. Andrea Coco ha raccontato al Fatto i rischi dell’uso improprio di Ozempic e farmaci affini per perdere qualche chilo senza faticare troppo. Ma anche della possibilità di stimolare in modo naturale – mangiando cioè le cose giuste – la produzione naturale del fantastico ormone GLP-1. In aiuto arriva la dieta mediterranea.

Oggetto di miriadi di studi, tanto da essere ormai riconosciuta come un farmaco, la dieta dei nostri lidi ha dimostrato tra l’altro di saper prevenire diabete 2, malattie cardiovascolari e tumori, ma anche di favorire la produzione intestinale di GLP-1, l’ormone che stabilizza gli zuccheri nel sangue, controlla l’appetito, segnala al cervello il senso di pienezza, rallenta la digestione: come dire insomma che aiuta a combattere il sovrappeso. Secondo uno studio del 2021 la dieta mediterranea riesce meglio di quelle vegetariane a stimolare quest’ormone, che è poi il cavallo di battaglia dei farmaci come l’Ozempic. Per agire contro sovrappeso e diabete, i medicinali in questione mimano l’azione di quest’ormone, prodotto naturalmente dall’intestino quando si mangia, e lo fanno ricorrendo a principi attivi come semaglutide o tirzepatide, analoghi appunto di GLP-1. Indubbiamente i pazienti cui sono destinati questi farmaci – obesi e diabetici – non potrebbero sfruttare l’alternativa più morbida di una dieta per raggiungere i propri obiettivi. Ma di sicuro possono tutti quelli che si fanno la punturina per uso cosmetico: influencer e celeb in primis, ma anche tanti emulatori. Eppure, gli esperti mettono in guardia dall’uso improprio di questi farmaci, che sono una cosa seria, non un modo facile per comparire sui social come sottilette. Per la precisione alcuni, come Ozempic, sono prescritti solo per il diabete 2; altri, come Wegovy o Mounjaro, solo a chi è sovrappeso (IMC 25-29) od obeso (IMC da 30 in su). Diversamente, ci sono delle conseguenze.

I rischi dell’uso improprio
Per cominciare, si sottrae il farmaco a chi davvero serve e, in mancanza di ricetta medica, si alimenta un fiorente mercato nero, con il rischio di comprare contraffazioni malsicure dei veri farmaci o di sregolare pericolosamente la glicemia. Solo il medico, infatti, può stabilire dosi e modalità di assunzione. E poi ci sono effetti collaterali anche pesanti, che si subiscono senza un adeguato controllo medico. Lo scorso ottobre l’agenzia inglese del farmaco (MHRA) ha riportato 7228 casi di vomito, nausea e diarrea per l’uso della semaglutide o di altri principi simili. Dopo l’uso di Ozempic o Wegovy, 68 persone sono state ricoverate in ospedale. Ma anche se tutto va bene, c’è sempre il problema della perdita di massa magra muscolare, che secondo The Lancet può ammontare al 40% del peso perso e che non è facile da recuperare. E dove mettiamo la pelle cascante di collo, viso e pancia? Non è un caso che i chirurghi plastici abbiano visto aumentare la clientela… Per chi non doveva perdere tanti chili, può restare però comunque la “faccia da Ozempic”: occhiaie profonde, guance scavate, rughe. Come se non bastasse, una volta interrotta la terapia si può riacquistare il peso. Secondo gli esperti, potrebbe dipendere dal fatto che l’area del cervello associata alla sazietà è ancora sregolata, oppure che venendo a mancare la dose di semaglutide il cervello non mandi il segnale di sazietà. Fatto sta che, a conti fatti, per qualche chilo in più meglio non rischiare e giocare la carta della dieta, associata al suo pilastro complementare: la lotta alla sedentarietà.

Sapori mediterranei
Verdure, cereali integrali, legumi, grassi buoni come quello dell’olio extravergine e proteine di qualità: i protagonisti della dieta mediterranea sono tutti in prima linea nel favorire la sintesi e la produzione del prezioso ormone GLP-1. Gli studi concordano sul fatto che, rispetto ad altri oli quali oliva o girasole, l’extravergine è in grado di aumentare la concentrazione postprandiale di GLP-1. I grassi monoinsaturi, che ne sono il principale componente, si trovano anche in semi oleosi come mandorle e sesamo e nell’avocado, che ormai è diventato una presenza comune sulle tavole. E a proposito di semi oleosi va ricordato che nocciole, pistacchi, zucca, pinoli & co contengono altri grassi buoni, i polinsaturi, anch’essi promotori di GLP-1. Un’altra sostanza abbondantemente presente nella dieta mediterranea, e ampiamente trattata dagli studi, sono le fibre vegetali di legumi, cereali integrali, ortaggi e frutta. Per quanto trascurate nella dieta odierna (secondo l’OMS si dovrebbe assumerne 25-30 g al giorno, ma il consumo reale è ben al di sotto), secondo gli studi le fibre riducono il rischio di cancro al colon-retto, diabete 2, malattie cardiovascolari, sovrappeso e forse la mortalità totale. Inoltre favoriscono la sazietà e aumentano la produzione di GLP-1. Grazie alla fermentazione da parte del microbiota intestinale, le fibre insolubili (piselli, orzo, avena, mele, agrumi…) danno poi vita ad acidi grassi a catena corta, alleati del benessere intestinale (e non solo) e promotori del fantastico ormone. L’ideale è mangiare le verdure crude prima dei pasti: in questo modo si favoriscono pienezza e calma glicemica. A completare il quadro ecco le proteine, dal ben noto effetto saziante. Nella dieta mediterranea sono rappresentate soprattutto da carni bianche, pesce e uova. Queste ultime in particolare contengono grassi di buona qualità, antiossidanti e vitamine nel tuorlo, e nell’albume proteine, i cui peptidi favoriscono la produzione di GLP-1. E non fanno alzare il colesterolo come si teme, grazie anche al buon tenore di lecitine, che sono anticolesterolemiche. Inoltre ampi studi che hanno seguito un gran numero di persone per decenni non hanno trovato un legame con le malattie cardiovascolari anche con il consumo di un uovo al giorno. Giunti a questo punto abbiamo dunque un bel po’ di cibi capaci di stimolare la produzione di GLP-1 e di influire positivamente in tanti altri modi sul nostro benessere. Allora perché non giocare la carta della dieta mediterranea? I vantaggi sono tanti, anche per il palato.

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