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La rivoluzione della Consulta: “Anche i single possono adottare minori stranieri abbandonati”

La norma dichiarata incostituzionale "comprimeva, infatti, in modo sproporzionato l’interesse dell’aspirante genitore a rendersi disponibile rispetto" all'adozione ispirata "a un principio di solidarietà a tutela del minore"
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È una rivoluzione e farà finalmente sorridere chi non ha un compagno o una compagna, ma desidera essere padre o madre di un bimbo o una bimba straniera. Anche le persone singole possono adottare minori stranieri in situazione di abbandono. La Consulta, con questa sentenza, ha dichiarato costituzionalmente illegittimo l’articolo 29-bis, comma 1, della legge numero 184 del 1983, nella parte in cui non include le persone singole fra coloro che possono adottare un minore straniero residente all’estero. La Corte, chiamata a pronunciarsi sulla disciplina dell’adozione internazionale che non include le persone singole fra coloro che possono adottare, ha affermato che tale esclusione si pone in contrasto con gli articoli 2 e 117, primo comma, della Costituzione, quest’ultimo in relazione all’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

I diritti – Per i giudici la norma “comprimeva, infatti, in modo sproporzionato l’interesse dell’aspirante genitore a rendersi disponibile rispetto a un istituto, qual è l’adozione, ispirato a un principio di solidarietà sociale a tutela del minore. L’interesse a divenire genitori, pur non attribuendo una pretesa a adottare, rientra nella libertà di autodeterminazione della persona e va tenuto in considerazione, insieme ai molteplici e primari interessi del minore, nel giudizio sulla non irragionevolezza e non sproporzione delle scelte operate dal legislatore”. Tutela dei bambini quindi e ma anche diritto dell’adulto hanno portato i magistrati a decidere in base all’articolo 2: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.

La possibile rete della famiglia –“La Corte ha, dunque, rilevato che le persone singole sono in astratto idonee ad assicurare al minore in stato di abbandono un ambiente stabile e armonioso, fermo restando che spetta poi al giudice accertare in concreto l’idoneità affettiva dell’aspirante genitore e la sua capacità di educare, istruire e mantenere il minore. Tale accertamento può tenere conto anche della rete familiare di riferimento dell’aspirante genitore”, quindi alla famiglia che magari comprenda parenti adottivi come zii/e oppure nonni/e. “Evidenziate le garanzie poste a tutela del minore, la Corte ha altresì osservato che, nell’attuale contesto giuridico-sociale caratterizzato da una significativa riduzione delle domande di adozione, il divieto assoluto imposto alle persone singole rischia di ‘riflettersi negativamente sulla stessa effettività del diritto del minore a essere accolto in un ambiente familiare stabile e armonioso'”.

Il caso – “È un passo avanti di civiltà in assoluto e bisogna dare atto alla sensibilità della Consulta” commenta l’avvocato Romano Vaccarella che assiste la professionista fiorentina che ha sollecitato il tribunale per i minori di Firenze, per la seconda volta nel luglio 2024 a sollevare la questione di costituzionalità. La questione era stata già proposta sempre, su iniziativa della stessa ricorrente, dal tribunale per i minori di Firenze nel 2019, ma due anni più tardi era stata ritenuta inammissibile dalla Consulta. La sentenza di inammissibilità non crea un giudicato costituzionale: per questo, l’avvocato Vaccarella, nel frattempo subentrato al precedente difensore, ha sollevato una nuova questione di legittimità costituzionale di fronte allo stesso giudice e nel medesimo procedimento. “La questione non è chiusa qui – aggiunge l’avvocato Vaccarella -, qualche ulteriore passo avanti spero si possa fare per quanto concerne l’adozione dei single”.

La ricorrente – “Io sono contentissima. Ma il mio primo pensiero va a chi sta aspettando un genitore che gli voglia bene” dice Raffaella Brogi, 54 anni, magistrata di Firenze al Corriere della Sera. “La promessa che mi faccio ogni giorno è di essere la mamma di uno di quei bambini e non l’ho ancora potuta mantenere. La mia battaglia sarà davvero vinta quando riuscirò a portare mia figlio o mia figlia a casa”. La donna ora potrà chiedere di nuovo l’idoneità e iniziare il lungo procedimento per l’adozione. “Per me significa poter portare a compimento il percorso che la vita mi ha destinato per diventare mamma. So che il bambino o la bambina che adotterò non è il surrogato di quelli biologici che non ho avuto. L’adozione è la mia scelta. Ho preso in considerazione la fecondazione assistita, ma sento che c’è un bambino o una bambina che mi sta aspettando. E che se avessi scelto un altro percorso avrei abbandonato due volte mio figlio e mia figlia”. (i minori che si possono adottare con le adozioni internazionali sono bambini che per vari motivi hanno perso i genitori biologici).

Le reazioni politiche – “La sentenza della Corte Costituzionale, che ha dichiarato illegittima l’esclusione dalle adozioni internazionali delle persone single, è una svolta storica. Perché mette al primo posto i diritti dei minori e la libertà di autodeterminazione di ogni individuo. Ora il Parlamento intervenga – commenta in una nota Alessandro Zan, responsabile diritti nella segreteria nazionale del Pd – adegui la normativa e cancelli ogni ostacolo ideologico. Meloni e il suo Governo riconoscano una volta per tutte che ciò che conta è l’amore, non lo stato civile. E adesso si vada oltre: questo diritto deve essere esteso anche alle coppie omogenitoriali. Basta discriminazioni, basta pregiudizi: ogni bambino ha diritto a una famiglia, e ogni famiglia ha diritto ad essere riconosciuta”.

Per Filippo Blengino, segretario di Radicali Italiani, “l’Italia diventa finalmente un paese civile. La decisione della Corte Costituzionale, che ha dichiarato illegittima l’esclusione delle persone single dalle adozioni internazionali, rappresenta una svolta storica. Da troppo tempo esistono discriminazioni inutili e obsolete; con questa sentenza, i diritti dei minori tornano finalmente al centro. Abbiamo già perso troppo tempo: ora spetta al Parlamento non perderne altro”.

“Quella di oggi è una giornata storica per i diritti: la sentenza della Consulta che consente anche ai single di adottare minori stranieri residenti all’estero è un passo in avanti che – afferma il segretario di Più Europa Riccardo Magi – ha ovviamente visto la Presidenza del Consiglio opporsi, alla faccia della retorica della famiglia e della necessità di fare figli. Ma ciò che colpisce, anche per le possibili future interpretazioni che questa storica sentenza potrà avere, è la parte della pronuncia della Corte costituzionale in cui si afferma che le persone single sono idonee ad assicurare al minore un ambiente stabile e armonioso. Sulla scia di queste parole, è urgente arrivare a una modifica della legge, affinché siano possibili per i single anche adozioni nazionali. Ci attiveremo a livello parlamentare il prima possibile perchè si arrivi a che i single possano adottare come avviene per le coppie”.

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