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Ultimo aggiornamento: 15:11 del 21 Marzo

L’allarme di Valditara: “Tra gli studenti il 43,5% non ha competenze minime in italiano, il 47,5% in matematica”

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Il ministro ha illustrato in Aula il rapporto Censis sui livelli di preparazione di adulti e studenti in Italia
L'allarme di Valditara: "Tra gli studenti il 43,5% non ha competenze minime in italiano, il 47,5% in matematica"
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L’ultimo rapporto Censis sui livelli di preparazione media degli adulti e degli studenti delle scuole superiori mostra dati preoccupanti sullo stato dell’istruzione in Italia. A lanciare l’allarme è stato il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara che durante il question time in Senato di giovedì 20 marzo, rispondendo alla senatrice di Fratelli d’Italia Lavinia Mennuni, ha illustrato i dati dell’ultimo rapporto Censis.

Secondo il report il 35% degli adulti non comprende testi complessi e riesce a leggere solo testi molto brevi e molto semplici e “solo il 5% raggiunge livelli adeguati di comprensione della scrittura“, fa sapere Valditara che elenca anche gli altri dati. Tra gli studenti delle superiori la situazione non migliora affatto: il 43,5% non raggiunge competenze minime in italiano e il 47,5% in matematica. “Un italiano su cinque non sa chi fosse Giuseppe Mazzini” continua Valditara, sottolineando le lacune letterarie, storiche ma anche di cultura generale degli allievi. “Il 41% degli studenti confondono le poesie di Leopardi con quelle di D’Annunzio – continua il ministro – e molti studenti non sanno neppure situare la Palestina, e qualcuno persino non conosce dove si trova il Po”. Inoltre: “È abbastanza diffuso l’utilizzo del maiuscolo perché purtroppo molti studenti non conoscono il corsivo“.

“Negli ultimi decenni si sono affermate tendenze pedagogiche e culturali che sono, a nostro avviso, all’origine del decadimento di alcune conoscenze”, attacca Valditara, sottolineando la necessità di intervenire sui programmi scolastici.

C’è stata, negli ultimi anni, una “sottovalutazione dell’importanza della grammatica e della sintassi” oltre “all’eliminazione del latino, considerato troppo difficile o addirittura lingua morta”. E, ancora, è “sparita la memorizzazione delle poesie” ed è stato dato “spazio marginale ai riassunti, poca attenzione alla calligrafia”. Soprattutto però c’è stata una “marginalizzazione della storia dell’Occidente”.

Valditara ha quindi fatto alcuni esempi, mettendo in luce, tra le altre cose, l’importanza del latino, non tanto lingua morta, ma “base della grammatica italiana”.

Necessario quindi un rinnovamento generale già preannunciato, che contempli la storia dell’Occidente (“per capire da dove veniamo, chi siamo e dove vogliamo andare, valorizzando principi importanti come la democrazia, la libertà, l’umanità, la buona fede, l’equità”), la storia della musica e dell’arte. Mettere al centro l’epica in quanto portatrice “di valori, di immagini, di sensibilità straordinarie”, e alcuni elementi della Bibbia “non come fenomeno religioso, non come spinta verso una diminuzione della laicità dello Stato, ma come testimonianza culturale straordinaria che è a fondamento della nostra arte, della nostra cultura, della nostra civiltà”.

Altro punto centrale di potenziamento deve riguardare le materie STEM, introducendo l’informatica nella scuola elementare e partendo da pratica e laboratorio per poter arrivare alla teoria. Tutto ciò nella speranza che i ragazzi acquisiscano “non solo competenze pratiche, ma una solida preparazione culturale che li renda cittadini consapevoli e capaci di affrontare le sfide del futuro”, conclude Valditara.

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