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In 50mila a Trapani con Libera contro la mafia, don Ciotti: “L’80% delle vittime non ha avuto verità”

A Trapani la Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie. Il fondatore di Libera: "Ci sono leggi che non aiutano la lotta alla mafia"
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“L’80% dei familiari delle vittime di mafia non ha ancora avuto verità e giustizia, hanno bisogno di sapere. Serve un impegno forte delle Istituzioni”. È l’appello lanciato da don Luigi Ciotti ha aperto il corteo di Libera a Trapani per la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie. Una scelta evocativa quella dell’associazione, che ha deciso di sfilare nella città siciliana, simbolo di legami tra Cosa nostra, la politica e i poteri occulti. “Dobbiamo chiedere scusa a questa terra perchè siamo arrivati troppo tardi. Dovevamo arrivare molto prima per ricordare le tante vittime innocenti di mafia che ci sono stati in Sicilia. Dobbiamo ricordarli tutti con la stessa forza e con la stessa intensità”, ha detto Ciotti, mentre lungo il percorso venivano scanditi gli oltre mille nomi delle vittime delle mafie. Ad attraversare le strade di Trapani sono stati in 50 mila, secondo quanto scrive in una nota l’associazione. Studenti e giovani da tutto il Paese sono scesi in piazza per commemorare le vittime innocenti delle mafie e per ribadire che la lotta alla criminalità organizzata è una battaglia ancora aperta gridando in corteo “Ribellati!”

Il messaggio di Mattarella – “Il 21 marzo rappresenta un giorno solenne di ricordo e di impegno civile per affermare valori essenziali per la salute della nostra comunità”, è il testo del messaggio di Sergio Mattarella, che ha ribadito l’importanza di affermare la legalità e contrastare le organizzazioni criminali. “L’impegno quotidiano per la pratica della legalità, la lotta contro tutte le mafie, contro le consorterie criminali che generano violenza e oppressione, contro zone grigie di complicità che ne favoriscono affari e diffusione, vede operare tutti i cittadini che desiderano vivere in una società coesa e rispettosa dei diritti di tutti”, ha dichiarato il Capo dello Stato. Quest’anno la ricorrenza assume un valore particolare, segnando i trent’anni dalla fondazione di Libera. “Ricorrono trent’anni da quando Libera e altre associazioni hanno intrapreso un percorso importante di sensibilizzazione e mobilitazione civile fino a far sì che una legge dello Stato istituisse la Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, per esprimere doverosa solidarietà nei confronti delle vittime innocenti uccise dalla mano mafiosa”, ha sottolineato il presidente della Repubblica. Mattarella ha poi ricordato le tante persone colpite dalla violenza mafiosa: “Ogni ambito è stato colpito da questo flagello, servitori della Repubblica, donne e uomini che si battevano per migliorare la società, imprenditori e cittadini che hanno respinto il ricatto del crimine, persone semplici finite sotto il tiro degli assassini. I loro nomi sono parte della nostra memoria collettiva”. L’appello finale è chiaro: “È nei loro confronti che si rinnova, anzitutto, l’impegno a combattere le mafie, a partire dalle Istituzioni ai luoghi della vita quotidiana, superando rassegnazione e indifferenza, alleate dei violenti e sopraffattori. La mafia può essere vinta. Dipende da noi: tanti luminosi esempi ce lo confermano”.

“Ci sono leggi che non aiutano la lotta alla mafia” – Il corteo è partito dal lungomare di Trapani. In testa don Ciotti insieme ai familiari di vittime di mafia giunti da tutta Italia e ai vescovi Pietro Maria Fragnelli (Trapani), Angelo Giurdanella (Mazara del Vallo), Alessandro Damiano (Agrigento) e Gualtiero Federico Isacchi (Monreale). Al corteo hanno partecipato anche il segretario generale Cgil Maurizio Landini e la segretaria del Pd Elly Schlein. Ciotti ha voluto sottolineare che quella di oggi “non è una giornata della memoria, è una memoria viva che deve tradursi tutti i giorni in responsabilità e impegno se no diventa retorica della memoria e noi non possiamo permetterlo”. E ancora ha aggiunto: “Ho paura dell’enfasi che si fa sulla legalità nel nostro Paese anche perché ci si è dimenticati che la legalità è lo strumento e il mezzo che si usa per raggiungere la giustizia. Ben vengano le leggi ma devono essere leggi che includono. Abbiamo bisogno che la politica faccia leggi giuste per il bene e lì’interesse di tutti”. E a questo proposito ha sottolineato: “Ci sono leggi che non aiutano la lotta alla mafia. Non c’è legalità senza uguaglianza”.

A Trapani anche Schlein e Colosimo – Le politiche del governo nel contrasto alla criminalità organizzata sono contestate dall’opposizione: “Lo Stato deve arrivare prima della mafia con i suoi ricatti. Ecco purtroppo devo dire che, nel giudizio rispetto a questo governo, noi molto spesso ci troviamo a contestare il contrario: inserire un appalto a cascata vuol dire che alla fine di quella lunga catena di appalti sarà più facile infiltrarsi perché è più difficile fare i controlli, saranno più ricattabili i lavoratori e le lavoratrici e sarà meno sicuro quel lavoro. Alzare il tetto del contante non aiuta certo la trasparenza, cancellare il reddito di cittadinanza, che potevamo migliorare ma era l’unico strumento di sostegno al reddito in un paese dove ci sono milioni di persone povertà assoluta…tante scelte vanno nella direzione sbagliata. Allora no: questo governo non sta andando nella direzione giusta di emancipare le persone anche per essere più efficaci nel contrasto alle mafie”, ha detto Schlein, presente al corteo. C’era anche Chiara Colosimo, presidente della commissione parlamentare Antimafia: “La mafia ha perso una parte della sua ferocia, sicuramente la mafia stragista non esiste più, ma – afferma Colosimo – continua a esistere ed è sempre più preminente, invece, la mafia affaristica, quella mafia che ci racconta un particolare: le istituzioni devono fare muro, devono essere capaci di proteggersi e di proteggere i propri cittadini, non permettendo nemmeno ad aziende dubbie di lavorare con loro”.

I messaggi di Meloni e Conte – Durante la giornata è arrivato anche il messaggio di Giorgia Meloni che ha parlato di un “importante momento di riflessione per tutti noi. L’Italia e le sue Istituzioni si inchinano davanti al sacrificio di chi ha perso la vita per mano della criminalità organizzata: cittadini onesti, servitori dello Stato, persone innocenti cadute sotto i colpi vigliacchi di un giogo vile e spietato”. La premier ha scritto sui social che “le mafie sono un nemico dichiarato della nostra democrazia, un’offesa alla dignità della Nazione. Per questo con assoluta determinazione e fermezza, ribadiamo la nostra condanna ad ogni tipo di mafia e ci impegniamo, ogni giorno, a combatterla”. “Mentre si inseguono notizie di arresti per casi di corruzione e malaffare anche nelle istituzioni, noi siamo invece orgogliosi di contribuire a dare tutt’altra immagine dell’Italia anche all’estero: una delle più autorevoli riviste d’Europa, Politico, ha riservato la prima pagina all’europarlamentare del M5S Giuseppe Antoci per l’impegno quotidiano e in prima linea con cui si batte contro mafie e corruzione”, ha detto invece Giuseppe Conte. “È così, con le proposte, le battaglie, le leggi e le persone giuste nelle istituzioni – come Antoci, Scarpinato, De Raho – che vogliamo onorare oggi la Giornata delle vittime di mafia e ravvivare la memoria di chi non c’è più perché non si è lasciato piegare, perché ha combattuto per tutti noi, per la legalità. Dalla parte giusta”, ha aggiunto l’ex premier.

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