Musica

“Olly mi ha spiegato perché ha rinunciato a Eurovision e ho capito la sua decisione Gli voglio bene. Per stare soli servono carezze”: parla Lucio Corsi

L'artista presenta a FqMagazine il nuovo album "Volevo essere un duro" e sottolinea, quasi con un evidenziatore giallo, che per far musica ci si può prendere del tempo

di Andrea Conti
Lucio Corsi: intervista prima dell'Eurovision
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“Dopo circa due anni ho trovato nove canzoni diverse e le ho convinte ad andare ad abitare nello stesso palazzo. Così è nato il disco”. Sembra quasi un miracolo leggere le parole di Lucio Corsi, dopo l’exploit a Sanremo con “Volevo essere un duro” (etichetta Sugar Music), mentre presenta il disco omonimo. Un racconto in musica delicato che parla di sentimenti, solitudini, di amore, ma anche di personaggi reali e surreali. Quasi una poesia o un dipinto in acquerello.

Ormai abituati alla frenetica corsa della discografia che ormai propone a settimana molteplici progetti – spesso ‘mordi e fuggi – e il trionfo dell’auto-tune, ecco che Lucio Corsi sottolinea, quasi con un evidenziatore giallo, che per far musica ci si può prendere del tempo, riflettere, lasciar sedimentare le parole per raccontarsi e raccontare il mondo che ci circonda.

Ed ecco che in “Tu sei il mattino”sembrava facile cambiare il mondo seduto in fondo alla classe” poi però come ci spiega “si entra nell’età adulta e si sbatte contro la realtà”. In “Sigarette” Corsi canta che “per stare soli servono carezze” ed è la capacità di ascoltarsi meglio e più a fondo. In “Let There Be Rocko” c’è il racconto sfrenato di un compagno delle medie, “il bullo della scuola media”. “Un personaggio – racconta – che non è legato alla mia vita, ma mi sono lasciato ispirare da un racconto”. Poi c’è il surreale “Francis Delacroix” che “quando spararono a Wojtyla ricostruì l’identikit di Pulcinella ad una guardia pontificia”. Dove sta la fantasia e dove sta la realtà? All’ascoltatore l’ardua sentenza.

Questi sono gli ingredienti del successo del cantautore che al suo quarto disco agguanta la popolarità definitiva. In questi giorni il cantautore sta preparando la sua esibizione per Eurovision Song Contest, a Basilea in Svizzera dal 13 maggio, e al contempo il tour che partirà da aprile e proseguirà per tutta l’estate.

“Vivo serenamente circondato dagli amici” – “La popolarità? Sto vivendo questo momento con serenità, sto bene. Molto fa anche il fatto di essere circondato dai ragazzi che sono amici e fratelli da una vita. Come Tommaso Ottomano che ho portato con me a Sanremo e ci sosteniamo a vicenda. Non credo mi serva una corazza maggiore per questo momento. L’importante è restare concentrati sulla musica, la cosa a cui tengo di più.

“A Eurovision senza fronzoli, con semplicità” – L’Eurovision è stata una opzione, quindi in qualche modo c’eravamo preparati. Sicuramente porto con me Tommaso e direi che con tutto il team siamo d’accordo nel voler portare sul palco a Basilea l’essenza della canzone così come l’avevamo pensata per Sanremo. Andiamo dunque con la stessa linea, la stessa direzione, senza troppi fronzoli né fiocchetti. Non cambierò la canzone, lo spettacolo lo stiamo impostando ma vogliamo concentrarci sulla musica e sugli strumenti. Vorrei proporre la semplicità.

“La noia della provincia aiuta” – La provincia mi ha insegnato tanto perché si respira quella pace che spesso è noia. E di noia e silenzio ce n’è tanto nella campagna, nella provincia di Grosseto, dove sono nato e cresciuto. La cosa è bella è che di devi fare i conti con la noia e anche interiorizzarla. Nella notte poi con il silenzio è tostissima perché ti vengono un sacco di pensieri… Però il silenzio è fondamentale per la musica.

“Sulle polemiche su Altalena Boy, rispondo così”Sulle polemiche che sono state mosse contro il mio pezzo ‘Altalena Boy’ dico che è un perzo di sette o dieci anni fa. Sulle frasi ‘C’è chi dice: “L’hanno preso gli zingari. E l’han portato in un campo fuori Roma’ e ‘C’è chi dice: “L’hanno preso gli alberi. L’hanno nascosto nella chioma’, dico che il fatto di poter raccogliere una voce di una piazza e metterla all ‘interno di una canzone è una cosa che le canzoni ci permettono di fare e vanno fatte.

“In tour saremo in sette sul palco” – Il tour partirà ad aprile, poi per tutta l ‘estate. Avrò con me sempre la formazione di base, sempre con la mia band, che conosco da anni. Ci saranno un sacco di chitarre, saremo in sette sul palco. Io mi alterno tra la chitarra elettrica, piano e l’armonica. Avremo anche l’organo, la, batteria… Userò le spie e non i monitor in-ear alle orecchie perché lo preferisco e poi perché ci si può anche un po’ giocare mentre suoni.

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