Cinema

“Sostituiti dall’AI, la Disney ci ha discriminato. Se non possiamo fare neanche i sette nani, cosa facciamo?”: la rabbia degli attori affetti da nanismo

Il film di Marc Webb s’intitola semplicemente: Biancaneve. Questo perché in scena i sette nani non sono interpretati da attori nani in carne ed ossa, ma sono il risultato di un'elaborazione digitale in CGI

di Davide Turrini
“Sostituiti dall’AI, la Disney ci ha discriminato. Se non possiamo fare neanche i sette nani, cosa facciamo?”: la rabbia degli attori affetti da nanismo

Anche i nani nel loro piccolo s’incazzano. Ci avrete fatto caso. Rispetto al titolo originale del 1937 nel remake live action di Biancaneve della Disney 2025 i “sette nani” sono stati espunti. Il film di Marc Webb s’intitola semplicemente: Biancaneve. Questo perché in scena i sette nani non sono interpretati da attori nani in carne ed ossa, ma sono il risultato di un’elaborazione digitale in CGI. A far partire la rumba ci ha pensato sui giornali inglesi il culturista e artista Choon Tan, 31 anni, londinese, affetto da nanismo, dichiarando che il ricorso alla CGI per i sette nani nel film è “assolutamente assurdo e discriminatorio”: “Penso che la Disney si stia sforzando troppo di essere politicamente corretta, ma così facendo sta danneggiando le nostre carriere e opportunità”. Del resto, afferma Tan, “non c’è davvero nulla di sbagliato nel dare il ruolo di nano a qualcuno affetto da nanismo in qualsiasi occasione. Finché siamo trattati equamente e con rispetto, di solito siamo più che felici di accettare qualsiasi ruolo di recitazione che sia adatto a noi. Inoltre, è anche un’opportunità per i bambini di vedere qualcuno affetto da nanismo, cosa che forse non avevano mai visto prima”. Semplice, no? No. Sentiamo ancora Choon: “Non userebbero la CGI per un personaggio alto, quindi perché dovrebbero usarla per i nani? Personalmente mi sento discriminato perché a tutti dovrebbero essere date pari opportunità”.

Anche l’attore Blake Johnston, 42 anni, di Melbourne, in Australia, non l’ha presa benissimo: “La decisione di utilizzare la CGI è piuttosto stupida. Abbiamo un sacco di attori nani là fuori che muoiono dalla voglia di ruoli come questo. Penso che la Disney abbia ceduto alla pressione sulla correttezza politica, cosa che ora ha dato meno lavoro ai migliori attori nani”. Blake ha peraltro ammesso che gli sarebbe piaciuto tantissimo interpretare uno dei nani in questa produzione: “Ho sempre sognato di interpretare Cucciolo perché è uno dei personaggi più adorabili”. Per Will Perry, un nuotatore paraolimpico britannico ventenne affetto da una forma comune di nanismo chiamata acondroplasia “la Disney si sta sforzando troppo di essere politicamente corretta. Penso che sia innanzitutto triste e in secondo luogo scandaloso che la Disney debba sentirsi come se volesse sostituire attori affetti da nanismo con la CGI. Ci sono molti attori di talento affetti da nanismo che aspettano la loro grande svolta e questa avrebbe potuto essere la volta buona. I nani sono stati sostituiti da un’immagine creata da un computer”. Will ha spiegato quanto amasse il film originale da bambino e “crede ancora che sia uno di quei film che ha quella meravigliosa magia Disney che sembra essere andata perduta negli ultimi anni”.

La Disney aveva annunciato nel 2023 che delle “creature magiche” avrebbero sostituito i sette nani per “evitare di rafforzare gli stereotipi” dopo che l’attore di Il trono di spade, Peter Dinklage, nel 2022 aveva criticato: “Se sei progressista e continui a raccontare quella storia fottutamente al contrario su sette nani che vivono insieme in una caverna, che cazzo stai facendo? Non ho fatto niente per far progredire la mia causa? Immagino di non aver fatto abbastanza rumore”. Insomma, dalla padella alla brace. Certo è che Hollywood ha una lunga tradizione in scena di attori nani: da 124 attori nani di Il Mago di Oz al nano esoterico di Twin Peaks (Michael J. Anderson), passando per lo splendido Willow di Ron Howard interpretato da Warwick Davis oggi 55enne. Certo, personaggi meno stereotipati attorno al tema nanismo ce ne sono proprio grazie alla carriera di Peter Dinklage. Nemmeno due anni fa, però, ecco un altro pataracchio. In Wonka, Hugh Grant grazie alla CGI viene trasformato in nano in modo da farlo somigliare a una persona con acondroplasia, anzi proprio come gli Umpa Lumpa del ’71. La parola, in conclusione, spetta però a Martin Klebba, l’unico attore nano nel cast del remake a cui sono toccate le briciole, ovvero doppiare un nano finto: “Non è che i nani possono sparire dalla storia di Biancaneve perché qualcuno non li vuole. Non ho mai capito la questione del “non fare i nani”: la storia esiste da sempre ed è un classico. E avrei anche preferito mantenere il titolo originale”.

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