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Trump firma per eliminare il dipartimento dell’Istruzione. “Ha deluso tutti, studenti e genitori”

Lo smantellamento del Dipartimento dell’Istruzione non sarà immediato, per abolirlo servirebbe una legge approvata dal Senato con almeno 60 voti ma i repubblicani dispongono solo di 53 seggi
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Con un nuovo ordine esecutivo, Donald Trump ha compiuto un altro passo verso lo smantellamento delle istituzioni federali, firmando un provvedimento “volto a eliminare” il Dipartimento dell’istruzione. La misura, che rientra tra le promesse della sua campagna elettorale, mira a ridurre il coinvolgimento federale nel settore e trasferire l’autorità direttamente ai singoli stati. “Il controllo dell’istruzione da parte del governo federale ha deluso studenti, genitori e insegnanti”, ha dichiarato la Casa Bianca, sottolineando che dal 1979 sono stati spesi oltre tremila miliardi di dollari senza miglioramenti significativi nei risultati degli studenti, basandosi sui punteggi dei test standardizzati.

Se da un lato l’amministrazione insiste sulla “restituzione del potere ai cittadini”, dall’altro gli effetti concreti della misura preoccupano esperti e attivisti. Il Dipartimento dell’Istruzione, infatti, gestisce decine di miliardi di dollari destinati a borse di studio, prestiti universitari per famiglie a basso reddito, programmi per studenti disabili e fondi per le scuole pubbliche. Il timore di molti è che la riorganizzazione serva in realtà a eliminare questi finanziamenti, ampliando il divario educativo tra stati ricchi e poveri. Le ripercussioni potrebbero colpire soprattutto gli stati a guida repubblicana con i livelli più bassi di istruzione, come Alabama, Oklahoma, Mississippi e Louisiana. Inoltre, il provvedimento arriva in un momento in cui alcuni stati conservatori hanno già iniziato a censurare libri scolastici su temi come schiavitù, identità di genere e diritti civili, bandendo perfino classici come Il buio oltre la siepe di Harper Lee e 1984 di George Orwell.

Trump firma l'ordine per smantellare il dipartimento educazione
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Nonostante l’ordine esecutivo, lo smantellamento del Dipartimento dell’Istruzione non sarà immediato. Per abolirlo definitivamente servirebbe una legge approvata dal Senato con almeno 60 voti, ma i repubblicani dispongono solo di 53 seggi e finora nessun democratico si è detto favorevole alla cancellazione del ministero. Trump punta quindi a paralizzarlo progressivamente: da quando si è reinsediato alla Casa Bianca, ha già licenziato oltre 1.300 dipendenti del ministero, riducendo l’organico a meno della metà. A guidare questa fase sarà la nuova segretaria all’Istruzione, Linda McMahon, 76 anni, ex dirigente della World Wrestling Entertainment e figura vicina a Trump, già al centro di controversie per accuse di aver coperto abusi sessuali all’interno della federazione di wrestling fondata dal marito. “La mia visione è in linea con quella del presidente: dare più potere ai genitori e meno al governo”, ha dichiarato McMahon.

L’ordine esecutivo è destinato a scatenare una battaglia legale. Già 20 stati e il Distretto di Columbia hanno intentato una causa presso la Corte federale di Boston contro i licenziamenti di massa, sostenendo che violino le leggi federali sul pubblico impiego. “Questo è un giorno buio per milioni di bambini americani che dipendono dai finanziamenti federali per un’istruzione di qualità, compresi quelli nelle comunità povere e rurali con genitori che hanno votato per Trump”, ha commentato Derrick Johnson, presidente della Naacp, una delle principali organizzazioni per i diritti civili. Secondo lui, il provvedimento è “incostituzionale” e penalizzerà proprio le comunità più povere, comprese quelle rurali che hanno sostenuto Trump alle elezioni.

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