Docenti su OnlyFans: non serve un codice etico, c’è urgenza di etica!

Ma guarda un po’: ora si viene a sapere (con sorpresa) che ci son maestre che stanno su OnlyFans. Il caso dell’educatrice Elena Maraga di 29 anni, maestra “per vocazione” (dice lei) e modella sulla piattaforma per guadagnare qualcosa in più del misero stipendio da insegnante di una paritaria, ha fatto scoprire l’acqua calda. E subito il Ministero è corso ai ripari con l’ennesimo codice etico.
Immagino che ben presto illuminati giuristi scriveranno che chi svolge un lavoro per l’amministrazione pubblica non può postare sui social immagini che possono ledere l’onore, il decoro della Scuola. E chi definirà il limite tra il decoro e l’indecenza? Il preside? Una commissione territoriale? In base a quali criteri? E poi varrà solo per chi “vende” la propria immagine su una piattaforma o anche per quelle centinaia di maestre e maestri che postano su Instagram o Facebook le loro foto in costume, in intimo o in provocanti abiti da sera? Il codice etico comprenderà anche l’uso della droga leggera o delle droghe pesanti? E impedirà anche agli insegnanti di fare ripetizioni a casa per arrotondare lo stipendio? E se un docente verrà beccato fuori l’orario di lavoro a giocare alle macchinette verrà sottoposto a procedimento disciplinare?
Ho conosciuto un simpatico e stravagante maestro di campagna che la notte spesso la trascorreva con escort di ogni nazione per poi al mattino arrivare in classe a far lezione. Tutti erano a conoscenza dell’allegra vita di questo docente ma nessuno ha mai mosso un dito ed è così andato in pensione spiegando di giorno gli Assiri e i Babilonesi e frequentando nelle ore notturne ragazze che praticavano la prostituzione.
La questione non è un codice etico ma l’etica. Oggi abbiamo tremendamente necessità di etica. Il dizionario la definisce quel “ramo della filosofia che si occupa del comportamento pratico dell’uomo nei confronti dei suoi simili e degli oggetti”. A leggere la storia di Elena vien da pensare alla mancanza di etica dello Stato che porta una persona a perdere il senso del bene per riuscire a vivere dignitosamente in questo Paese.
Allo stesso tempo mi fa riflettere il fatto che Elena non abbia avuto – da maestra – alcun senso del pudore ad esibire il proprio corpo. In questo storico momento ove la libertà è ciò di più liquido possa esserci, dove tutti si arrogano il diritto di fare quello che vogliono (soprattutto sui social) serve chiedere a chi svolge un lavoro come quello del maestro o della professoressa, un’etica della parola e dell’immagine. Nessuno faccia finta di nulla. Basta andare su Instagram per vedere foto di colleghe e colleghi che esibiscono il loro corpo come se fossero tutti la Ferragni o Fedez. Eppure nessuno dice nulla.
La questione è molto più profonda di un botta e risposta tra cronaca e politica. Forse varrebbe la pena leggere qualche testo di Eugenio Borgna sul tema dell’etica anziché fare l’ennesimo codice.