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Lo scandalo dei referti istologici in ritardo, gli arretrati potrebbero essere molti di più. Il report di novembre

Il caos di Trapani potrebbe avere dimensioni molto più ampie. Spunta una relazione firmata dalla dirigente di anatomia patologica di Trapani: al 18 novembre parlava di 3mila test non consegnati nella sola Castelvetrano
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Già a novembre scorso e solo a Castelvetrano il numero dei referti istologici non ancora consegnati sfiorava la cifra monstre di 3mila. Tre mesi e mezzo dopo, il 5 marzo, dopo lo scandalo, il conteggio riferiva di 3300 casi per l’intera provincia di Trapani, stando a quanto riportato dopo la ricognizione fatta dall’assessorato alla Salute regionale dopo che è esploso il caso dell’Asp (il cui dg Ferdinando Croce aveva invece parlato di 244 referti da elaborare). L’ultimo numero di 3300 era dunque sottostimato?

È il dubbio che emerge dalla lettura di una relazione datata 18 novembre e firmata dalla dottoressa Laura Miceli, dirigente medico di Anatomia patologica dell’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani, della cui esistenza ha anticipato il Giornale di Sicilia. L’anatomopatologa quel giorno di autunno si recò a Castelvetrano per una ricognizione e lo stesso giorno mise nero su bianco una serie di cose tra cui all’evidenza balza il numero di casi ancora da elaborare: “1095 campioni da avviare ad esame macroscopico, relativi al 2024, 1633 casi da refertare relativi all’anno 2024 (con vetrini già allestiti), n. 236 casi da refertare relativi all’anno 2023 (con vetrini già allestiti)”. Per un totale, dunque, di 2964 esami ancora da consegnare ai pazienti solo a Castelvetrano. Il rapporto firmato da Miceli e inviato al direttore sanitario dell’Asp di Trapani riporta tutta la drammaticità della situazione: “Si precisa che tra i casi da refertare relativi al 2023, 43 casi sono in fase di diagnosi, cioè già letti al microscopio dal dirigente medico in servizio fino al 15 novembre e non portati a completamento diagnostico, con emissione del referto, ingiustificatamente”. Per 43 pazienti, dunque, i vetrini erano stati già letti ma “ingiustificatamente” non erano stati refertati dal dirigente medico.

Una spiegazione le era stata data: “La motivazione addotta tramite comunicazione su piattaforma folium del giorno 15/11, ricevuta dalla scrivente e indirizzata al capo dipartimento oncologico e al direttore sanitario del presidio ospedaliero di Castelvetrano cita accordi verbali con l’ex direttore dell’unità operativa complessa, il dottore Domenico Messina, dei quali non era stata mai informata”. Accordi verbali con Messina – primario di anatomia patologica del Sant’Antonio Abate dal 2001 e andato in pensione proprio a novembre – che non avrebbe informato Miceli. Per questo la dottoressa prende le distanze declinando “ogni responsabilità per quanto fino ad oggi omesso e si precisa che si procederà alla refertazione dei suddetti esami in urgenza, specificando per ognuno la data di presa in carico dei casi stessi”.

Ma non solo, la lettura della relazione di Miceli svela altri particolari, restituendo con estrema chiarezza il caos che si era venuto a creare nella refertazione degli esami. Il reparto di Castelvetrano, per esempio, il giorno in cui la dottoressa va per fare una ricognizione “risulta totalmente privo di personale medico”. Non ci sono medici e i referti si vanno accumulando, questo nonostante l’Asp avesse avviato una convenzione con l’ospedale di Caltagirone per trasferire una parte degli esami da elaborare, ma secondo quanto riportato da Miceli, la struttura della città in provincia di Catania “ha una modesta capacità di esitare in tempi brevi gli esami inviati dalle unità ospedaliere e la stipula della convenzione è stata tardiva, effettuata solamente in settembre 2024, a causa della assoluta mancanza di una programmazione delle attività lavorative delle suddette unità operative già in crisi per diminuzione del personale medico”. Il reparto di Castelvetrano verrà poi chiuso e tutto sarà trasferito in quello di Trapani, andando ad ingolfare questo reparto che pure soffre di una carenza di organico.

Una relazione che svela la dimensione preoccupante delle criticità, emersa quando già i pazienti avevano iniziato a pressare l’Asp di Trapani, come scrive la dottoressa: “Ci sono numerose e sempre più pressanti richieste da parte delle utenze, rappresentate dai reparti e dai pazienti personalmente, per mezzo dei servizi che tutelano la salute del cittadino o gli studi legali”. A novembre erano, dunque, già tante le proteste dei pazienti, nel frattempo i ritardi sono continuati fino all’esplosione dello scandalo, meno di un mese fa.

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